L’importanza strategica della nuova ‘Val di Chienti’ ha avuto la sua consacrazione nel pieno dell’emergenza sismica.
L’opera si potrebbe considerare a tutti gli effetti come ‘la strada del terremoto’ rappresentando quasi la spina dorsale di un territorio che, dalla costiera adriatica e dall’area del Fermano attraversa il Maceratese e via via le zone martoriate dell’entroterra marchigiano come San Severino, Tolentino e Muccia, praticamente a confine con la dorsale umbra dell’Appennino.
La nuova Ss 77 collega direttamente la Flaminia all’Adriatica: 35 km a quattro corsie con cinque svincoli e tredici gallerie che non hanno subito alcun danneggiamento dalle violente scosse sismiche e che anzi, hanno garantito la massima sicurezza al territorio ed agli utenti della strada.
Un corridoio privilegiato per i soccorritori ed i volontari così come per i terremotati costretti a diventare pendolari obbligati tra le sponde marchigiani e le montagne umbre.
“Il progetto stesso della Quadrilatero nasce anche per rispondere alle criticità poste da un terremoto – fa notare l’amministratore Guido Perosino – infatti, proprio all’indomani del sisma che nel 1997 colpì duramente l’Umbria e le Marche, risultò evidente che una delle maggiori criticità era stata la difficoltà nel raggiungere le aree per portare i soccorsi. Oggi sia la nuova Ss77 che la nuova 318, realizzate con i più aggiornati standard antisismici, hanno svolto e stanno svolgendo a pieno il loro ‘lavoro’ permettendo un agevole flusso della mobilità per l’emergenza. E’ quindi rafforzato il fatto che si tratta d una strada strategica per il territorio – dichiara Perosino – per la sua capacità di migliorare ed incrementare l’accessibilità alle aree interne delle Regioni”.
“Oggi lo svincolo di Scopoli sarebbe stato fondamentale per collegare la Val Nerina e la montagna folignate alla nuova Val di Chienti – aggiunge Alessio Fiacco, portavoce del comitato Val Menotre – speriamo che chi si è lasciato sfuggire l’occasione la prima volta non commetta oggi lo stesso errore, sarebbe davvero imperdonabile e noi non abbiamo intenzione di mollare”.
Un pensiero questo, pienamente condiviso anche da autorevoli esponenti politici regionali e nazionali di diverse estrazioni politiche.