Di Sergio Grifoni (*)
Questa nostra città è senza un progetto per il domani. L’Amministrazione Comunale vivacchia alla giornata, cercando di gestire alla meno peggio il presente, senza una visione realistica ed ambiziosa per il futuro. Molto viene affidato all’improvvisazione, al becero clientelismo, all’appagamento di personali ambizioni, alla distorsione di annosi trasversalismi, al cedimento di ricatti politici, al saldo di “cambiali” accese in periodo elettorale. Non si ha la forza, o forse la capacità, di svincolarsi da questa palla al piede, al fine di individuare e costruire le grandi “direttrici”, sociali e strutturali, per fare un salto di qualità.
Oltre ad erodere ciò che ci deriva dal passato, prossimo e remoto, stiamo perdendo ormai ogni autorevolezza politica ed amministrativa nell’ambito territoriale. Non abbiamo alcun rappresentante istituzionale “di peso” nelle stanze dei bottoni e, per questo, le nostre richieste ed i nostri propositi vengono avanzati sempre tramite qualcuno, e mai direttamente.
Perché questo? Il ruolo delle Regioni, dal 1970 in poi, è lievitato in maniera esponenziale. Hanno cioè acquisito, sostituendosi allo Stato centrale, sempre maggiori competenze legate allo sviluppo del territorio. Ebbene, noi siamo andati in contro tendenza! Sono ormai decenni, infatti, che Spoleto non può contare su di un assessore regionale. L’ultimo fu Giancarlo Mercatelli negli anni settanta. Rispetto agli altri comuni umbri, abbiamo sì in percentuale più Parlamentari, ma siamo fortemente penalizzati nel contesto regionale, laddove cioè si prendono le decisioni più importanti per il territorio. Anche a livello dirigenziale esecutivo, la carenza di personaggi spoletini si avverte palesemente.
Non parliamo poi dei Partiti, o ciò che resta di essi. In base all’attuale legge elettorale, sono proprio i partiti a designare, non solo i propri rappresentanti istituzionali, ma soprattutto la loro posizione in lista e, di riflesso, la loro scontata elezione o meno. Quanti nostri concittadini rivestono incarichi di prestigio in tal senso? Nessuno o giù di li. Con tutto il rispetto per la persona, non può essere certo il neo segretario del PD Provinciale, Dante Andrea Rossi, l’eccezione che sbugiarda questa regola.
Sono lontani i tempi in cui Spoleto aveva , contemporaneamente, più di un segretario provinciale o regionale di partito: Spitella e Luchetti, (DC); Conti e Monterosso (PCI); Laureti, Piccioni e Lisci (PSI); Manna (PSDI); Spampinato e Laudenzi (PRI) e così via. Uomini che, pur nel rispetto della correttezza comportamentale e decisionale, davano prestigio e valenza alla nostra città e, di riflesso, potere contrattuale.
L’unica eccezione tangibile a questo stato di cose, è stato fino ad ora il settore del Credito, per il quale abbiamo sempre vantato unicità ed autonomia. Dico fino ad ora perché, come da tutti facilmente riscontrabile, le nostre Banche, costrette a barcamenarsi nel panorama della globalizzazione, stanno vivendo allarmanti momenti di trasformazione e revisione.
Se non reagiamo a tale stato di cose, questa grave situazione diventerà ben presto irreversibile. Se esiste, come esiste, la mancanza di un chiaro progetto futuristico per la città del domani ed un evidente vuoto istituzionale e decisionale, aggravato dalla scarsa autorevolezza di chi è chiamato a colmarlo, occorre individuare in fretta un’azione strategica compensativa. L’unica possibilità in tal senso sarebbe quella di selezionare ed unire le più eterogenee forze e le migliori energie della città, scevri da condizionamenti e vincoli di parte. Come fare?
Sappiamo che due anni fa la candidatura del Sindaco Benedetti, fatta apparire come unanime, fu scelta da pochi intimi. Una scelta però che vincolò i molti ad allinearsi. Nonostante ciò, la maggioranza degli spoletini lo ha preferito a tutti gli altri (compreso il sottoscritto), unitamente alla coalizione che lo sosteneva e che lo sostiene, anche se ha perso qualche pezzo strada facendo. Rimango convinto che, per il bene della città, sarebbe opportuno che mettesse fine prima possibile a tale esperienza, però, si voglia o no, bisogna riconoscere che non sta usurpando nulla, essendo stato democraticamente legittimato a governare. Il male è che non si rende conto che Spoleto sta vivendo (o soffrendo) una fase di alta emergenza: occupazionale, strutturale, sociale, di stasi, che non può essere addebitata sempre alla crisi generale del Paese o ai tagli imposti dal Governo centrale. Dovrebbe avere quindi la consapevolezza e l’umiltà di ammettere che così non si può più andare avanti. Mi auguro che si renda conto che ormai è sostenuto da partiti e coalizioni lacere nel proprio interno, con personaggi che scalpitano alla ricerca di posti al sole, che riesce ad acquietare di volta in volta solo usando il manuale Cencelli, ovvero la mera spartizione di incarichi e nomine.
Ma i risultati, dopo due anni, dove stanno? Sono forse i balconi fioriti, le cene al lume di candela, la sagra dei prodotti tipici, il cruscotto on-line, e così via? Tutte iniziative pregevoli, ma fortemente riduttive rispetto ai veri parametri di crescita di una città come Spoleto. Benedetti, eletto dalla maggioranza dei cittadini, dovrebbe avere la forza, la volontà, l’autonomia e la determinazione di resettare tutto.
Si metta attorno ad un tavolo con i soggetti più rappresentativi della città, magari scelti al di fuori del Consiglio Comunale, senza verificare a priori se hanno o meno una tessera di partito in tasca, e dia vita ad un governo di salute pubblica, che gestisca l’emergenza del presente e costruisca lo sviluppo del futuro. Usi i parametri oggettivi della sana meritocrazia, ed abbandoni i deleteri ripieghi dell’opportunismo. Se non vi riesce, non dia la colpa alla inesorabilità di un sistema ormai consolidato, ma si assuma tutte le responsabilità che gli competono. Non si preoccupi dei propri “intimi” o di coloro che, esclusi, potrebbero strumentalmente accusarlo di qualunquismo, perché a tanti altri darà un valido motivo di ricredersi.
Abbia il coraggio di voltare pagina! Prima che sia troppo tardi.
(*) Consigliere comunale Prima Spoleto-Udc