Cosa pensano i minorenni umbri della droga? Qual è il loro rapporto con le sostanze stupefacenti, come vi si accostano, con quali paure, quali informazioni e quali aspettative? E cosa succede ai ragazzi che per fatti di droga incappano nei rigori della giustizia minorile? Attorno a questi interrogativi si è sviluppato l’incontro pubblico organizzato dal Comune di Trevi a Villa Fabri per trarre utili spunti di riflessione dal nuovo libro del sociologo Ambrogio Santambrogio “La normalità deviante”, edito da Morlacchi: una ricerca su minorenni e droghe in Umbria condotta insieme ad Ugo Carlone ed Antonella Buffo.
All’incontro hanno partecipato lo stesso Santambrogio, il direttore del Dipartimento per le dipendenze dell’Asl di Foligno, Sonia Biscontini, e Francesca Maria Giuli del Nucleo Operativo Tossicodipendenze della Prefettura di Perugia; presenti, fra gli altri, anche insegnanti, rappresentanti dell’associazionismo, uomini di chiesa, funzionari comunali, operatori dei servizi socio-assistenziali e semplici genitori.
Un dibattito serrato, appassionato, coinvolgente, tutto imperniato sul concetto di “normalità”: normalità dell’esperienza di contatto con le sostanze (non necessariamente di loro consumo), normalità dei contesti nei quali esso avviene, normalità intesa anche quale facilità di reperimento delle sostanze su un mercato capillare e multiforme. Molti gli spunti di approfondimento e le domande rivolte a Santambrogio, Biscontini e Giuli, che si sono soffermati principalmente sull’esigenza di aiutare i minori – attraverso una corretta relazione col mondo adulto – a crescere in maturità, consapevolezza e senso critico, sviluppando le proprie risorse interiori ed imparando a gestire meglio le situazioni di ansia e di stress tipiche dell’adolescenza.