L'uomo aveva tentato di strangolare l'insegnante mentre faceva jogging: "tanto non mi ha visto nessuno". E' finito agli arresti domiciliari
C’è un arresto per l’aggressione ai danni della insegnante di scuola elementare (nonché vicepreside) avvenuta il 9 gennaio mentre la donna faceva jogging. I carabinieri del comando provinciale di Terni hanno infatti arrestato un uomo della zona, su cui sin dai primi momenti avevano stretto il cerchio quale presunto autore del violento episodio.
L’aggressione era avvenuta in pieno giorno, con la donna che, mentre si trovava lungo una stradina tra Guardea e Montecchio, era stata avvicinata da un uomo, che l’aveva picchiata brutalmente stringendole anche le mani intorno al collo. Per evitare che potesse chiamare i soccorsi le aveva anche preso il cellulare e buttato tra la sterpaglia, quindi si era dileguato. Non prima di minacciarla di morte: “Non mi puoi denunciare altrimenti ti ammazzo e non ci ha visti nessuno“. Queste le parole che l’uomo avrebbe rivolto all’insegnante, stando a quanto da lei poi riferito agli inquirenti.
La donna era stata poi soccorsa da un passante e trasportata in ambulanza all’ospedale di Orvieto, con una prognosi di 30 giorni. In pochi giorni i carabinieri (a procedere sono quelli della stazione di Montecchio) hanno stretto il cerchio attorno al presunto aggressore, grazie anche ad alcune testimonianze.
All’esito delle indagini, dunque, la procura ha chiesto ed ottenuto per l’uomo la custodia cautelare ai domiciliari. Il movente, secondo quanto trapela, sarebbe da ascrivere all’attività professionale della donna.
Il procuratore capo di Terni, Alberto Liguori, sul punto si limita a spiegare che, in merito al movente, si è davanti ad un caso in cui si vede “il maschio vendicatore che risolve con metodi primitivi una questione che già si trovava nelle mani dello Stato, affidata a personale competente” con l’insegnante che, “anziché ricevere gratitudine per la presa in carico del problema, si è vista umiliata e danneggiata con grave pericolo alla propria salute. La risposta dello Stato non si è fatta attendere”.