L’inquinamento delle falde acquifere a Foligno torna al centro dell’attenzione. Su 327 punti campionati, corrispondenti a circa 72 km2, risulta di circa 40km2 l’estensione dell’area con superamento della Concentrazioni Soglia di Contaminazione per Tetracloroetilene e di circa 6,5km2 l’estensione dell’area con superamento del limite del D.Lgs.31/2001 (Km2).
L’Arpa ha infatti portato a termine un'indagine ad ampio raggio sulla contaminazione delle acque sotterranee da composti organo-alogenati nell'acquifero alluvionale della Valle Umbra a sud del fiume Chiascio, iniziata a novembre del 2010 nell'area del Comune di Foligno nell'ambito monitoraggio degli acquiferi di interesse regionale.
Lo studio ha evidenziato una vasta contaminazione da composti organo-alogenati, principalmente dovuta alla presenza di tetracloroetilene (PCE), che interessa sia l'acquifero freatico corrispondente a larga parte dell'area urbana di Foligno (paleoconoide del fiume Topino), sia l'acquifero artesiano di Cannara.
Il superamento del limite di concentrazione (10 µg/l per tetracloroetileme e tricloroetilene) posto dal D.Lgs.31/2001 per le acque destinate al consumo umano è stato superato su un'area di 6,5 Km2, nell'area urbana meridionale di Foligno e nell'area del Cantone di Bevagna.
La presenza di tali composti è riconducibile a varie sorgenti di contaminazione, per lo più ubicate nella parte occidentale dell'area urbana, laddove è nota la storica presenza di una pluralità di attività antropiche che hanno fatto o possono aver fatto uso di tali sostanze per vari decenni.
L'ampiezza della diffusione della contaminazione non lascia infatti adito a incertezze nel riferire l'inizio della contaminazione ad un periodo ormai molto datato.
In base ai dati al momento acquisiti, inoltre, non è stata rilevata alcuna macroscopica forma di sorgente primaria di contaminazione in atto. A tal proposito occorre tuttavia evidenziare le notevoli lacune derivanti dall'impossibilità di focalizzare l'indagine sui siti industriali dismessi, sia per la loro inaccessibilità, sia per l'assenza di punti di monitoraggio in larga parte dell'area urbana ove tali siti sono ubicati.
La contaminazione si sviluppa nella parte centro-meridionale dell'area urbana di Foligno e progredisce verso nord-ovest secondo una direzione parallela all'asse della valle alluvionale. Si determina quindi un trasferimento della contaminazione. Dall'acquifero freatico a quello artesiano. Nel suo percorso di propagazione, la contaminazione interessa varie captazioni di acque sotterranee distribuite mediante pubblico acquedotto (pozzi S.Pietro 1 e 2, il pozzo Montarone-Gorghe, il pozzo Cantone).
Tuttavia, tranne che al pozzo Cantone, dove già dal 2008 risulta noto il superamento dei limiti di concentrazione posti dal D.Lgs.31/2001, le concentrazioni rilevate alle altre captazioni sopra menzionate risultano ben inferiori al limite di 10 ƒÝg/l, previsto dal D.Lgs.31/2001.
La contaminazione risulta tracciabile verso Nord fino al C.P.Bettona dove, ai primi di ottobre del 2011, Arpa ha rilevato contaminazione in un solo pozzo, in concentrazioni ben inferiori a quella del limite previsto dal D.Lgs.31/2001.
Inquinamento pozzi Foligno, acque oltre i livelli consentiti dal DL. L’area fino a Bevagna e Cannara
Mer, 15/02/2012 - 10:45