“La notizia che arriva da Roma del ritrovamento del corpo della studentessa ternana Ilaria Sula getta nello sconforto e nel dolore una intera città. Si tratta di un atto di grande crudeltà nei confronti di una giovane donna, di una ragazza fortemente impegnata negli studi e nella vita sociale”. Sono le parole del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, che commenta l’ennesimo femminicidio e che questa volta ha visto come vittima una 22enne della città dell’acciaio che studiava nella Capitale. La terza vittima umbra per omicidio nell’ultima settimana. Appena una settimana fa, infatti, a Spoleto è stata uccisa dal marito Laura Papadia, palermitana d’origine; domenica, invece, l’arresto a Foligno di Scilla Bertini, accusata dell’omicidio del padre Claudio, strangolato nel suo letto. Oggi, il ritrovamento senza vita della 22enne di Terni, che studiava a Roma e che da lì era scomparsa dalla scorsa settimana. Un altro femminicidio, il primo del 2025 in Italia, era avvenuto a inizio gennaio a Gualdo Tadino: Eliza Stefania Feru era stata uccisa dal marito che poi si era ucciso.
Ilaria Sula sarebbe stata accoltellata dal suo fidanzato, Mark Antony Samson – ora in stato di fermo e che ha confessato tutto – in un appartamento a Roma, con il corpo poi nascosto in una grossa valigia e buttato in un burrone in un piccolo comune della provincia capitolina, Poli. Una vicenda che ha scosso la comunità ternana, che ha visto la giovane crescere e dove vive la sua famiglia. A cui il sindaco Bandecchi ha espresso “le più partecipate condoglianze e la vicinanza di tutta la città che condanna ogni gesto di violenza nei confronti delle donne”.
Ilaria Sula uccisa a Roma, il cordoglio della Regione Umbria
La comunità di Terni e l’intera regione sono sconvolte per la tragica notizia della morte di Ilaria Sula, la ventiduenne scomparsa il 25 marzo scorso a Roma. Il terzo femminicidio in Umbria, un fenomeno questo della violenza di genere che sembra non fermarsi. Lo evidenzia una nota diramata dalla Regione.
Per la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, che esprime profondo cordoglio insieme a tutta la Giunta regionale, “non possiamo più permettere che ciò avvenga perché ormai la violenza sulle donne non conosce confini sociali e culturali e richiede azioni concrete. Il caso di Ilaria Sula è emblematico di come il femminicidio non sia solo un atto criminale, ma un dramma che affonda le radici in dinamiche sociali e culturali ben più profonde. La violenza contro le donne, spesso alimentata da relazioni malsane e squilibrate, è un fenomeno che mette in discussione la nostra capacità di educare le nuove generazioni alla parità, al rispetto e alla dignità reciproca”.
La Presidente ribadisce quindi, “l’importanza di intervenire tempestivamente intensificando le azioni nelle scuole e nelle università, partendo dai giovani, per promuovere una cultura di rispetto e di consapevolezza. Oltre alla formazione nelle scuole, dobbiamo rafforzare i servizi di supporto alle vittime di violenza perché è urgente che la cultura del silenzio venga spezzata, e che ogni segnale di abuso venga ascoltato e affrontato. La discriminazione di genere, l’oggettivazione delle donne e la cultura della violenza non devono più trovare spazio nella nostra quotidianità. Solo un cambiamento profondo e un impegno costante delle istituzioni, dei cittadini e delle famiglie potranno contrastare efficacemente il femminicidio e garantire alle donne una vita libera da paura e violenza”.
L’assessorato regionale alle Pari opportunità, guidato da Simona Meloni, evidenzia che in pochi mesi in Italia ci sono stati 15 femminicidi. Gli ultimi tre stretti in una manciata di giorni. “Oggi piangiamo Ilaria, originaria di Terni e fatta a pezzi a Roma. Domani a chi di noi toccherà? La violenza contro le donne non può più essere considera un fenomeno lontano, è una realtà che riguarda tutti, ogni giorno, in ogni angolo del nostro Paese e della nostra regione. E’il riflesso di una cultura che, purtroppo, ancora oggi giustifica il possesso dell’uomo sulla vita delle donne, la loro libertà, le loro scelte. L’assessorato regionale alle Pari opportunità lavorerà per rilanciare misure immediate per contrastare questa folle violenza, interventi essenziali per far sì che nessuna donna si senta più sola. Innanzitutto il potenziamento dei centri antiviolenza, spazi di ascolto, supporto legale e psicologico. Poi una formazione capillare su progetti scolastici e comunitari che insegnino il rispetto reciproco, l’uguaglianza di genere e la consapevolezza sulle forme di abuso: i giovani hanno bisogno di quell’educazione affettiva e relazionale che in Italia manca da sempre. Occorre poi rafforzare le misure di protezione per le vittime, chi trova il coraggio di denunciare va protetta e tutelata. Lavoriamo anche ad azioni concrete per permettere alle donne di avere quella sicurezza economica e lavorativa che spesso è una leva fondamentale per allontanarsi da relazioni con uomini violenti. Allo stesso tempo occorre intensificare i controlli sugli uomini che hanno già compiuto atti di violenza. Per fare questo servono leggi più incisive e deterrenti: siamo di fronte a un’emergenza sociale che le donne pagano con la loro vita e questo è inaccettabile”.
“La violenza si combatte con la cultura – viene sottolineato dall’Assessorato regionale all’Istruzione guidato da Fabio Barcaioli – e si deve partire dalle scuole, parlare ai ragazzi, insegnare il rispetto, l’affettività, l’educazione sentimentale. Creare un programma che possa davvero fare la differenza. Perché un amore che uccide non è amore. Perché chi ama non possiede, non controlla, non annienta. Questo cambiamento deve partire anche dai banchi di scuola, deve essere responsabilità delle istituzioni e deve diventare un impegno collettivo”.
(articolo in aggiornamento)