Massimo Ceppi (*)
Quest’Ordine Sindacale si è ritrovato ieri a manifestare unitariamente ad altre sigle che rappresentano la Polizia Penitenziaria, come oramai sta facendo sempre più spesso in questi ultimi anni, soprattutto a livello regionale. L’occasione, la Festa del Corpo, non ha voluto essere una provocazione bensì un segnale deciso e univoco contro quest’Amministrazione che si ricorda del nostro Corpo solo una volta l’anno. Un’Amministrazione sorda alle rivendicazioni, agli appelli e alle mille denunce rivolte ad essa in questi anni. Organici ridotti all’osso, mancato rispetto delle più elementari norme contrattuali di lavoro, dignità del cittadino lavoratore, sicurezza del lavoro. Da anni, un esempio per tutti, denunciamo l’assenza della pianta organica dell’Istituto penitenziario di Perugia senza mai un riscontro se non vane promesse. Sentiamo molto parlare di tagli alla spesa pubblica, di spending review, rivolta anche verso questo settore, quello penitenziario e più in generale verso tutto il settore Giustizia, che ad onor del vero ha molto da risparmiare e tagliare, ma non si può ridurre il tutto a demagogiche sforbiciate sugli esigui organici di polizia o tagli alla spesa dei servizi. Si potrebbe cominciare invece dal “grosso”, dai lauti stipendi annui a cinque zeri dei funzionari e burocrati che viaggiano sulle tanto famigerate auto blu di 3000 di cilindrata, dai megaerrori giudiziari che tanto costano alle casse dello Stato, come ad esempio l’accompagnamento in tribunale di detenuti, anche in luoghi distanti centinaia di chilometri, per poi tornare subito indietro perché il cancelliere di turno si è dimenticato di inviare una notifica, o il giudice ha deciso di annullare la traduzione quando questa è in corso. O ancora attuare i processi tramite videoconferenza, è impensabile come spesso è accaduto e accade oggi che un detenuto venga trasferito da Bolzano a Palermo (si pensi solo alle migliaia di euro di spesa dei biglietti aerei per lo stesso e la scorta di andata e ritorno) per un processo per reati di danneggiamento o oltraggio, con pene che non vanno oltre la multa di poche centinaia di euro. Tutto questo comporterebbe un risparmio enorme per le malandate casse dello Stato, che eviterebbe tante manovre. Quest’Amministrazione oggi ha tirato fuori dal cilindro, vista la penuria di agenti e il sempre maggior numero di detenuti, la sorveglianza dinamica. In parole povere un agente deve sorvegliare centinaia di detenuti, che possono muoversi liberamente all’interno dei reparti detentivi (tipo carceri americane), da solo, saltando da un reparto all’altro. Quest’ Ordine Sindacale non ha nulla di preconcetto a tale progetto, a patto che questo Ministero preveda un apposita normativa che deresponsabilizzi e tuteli il lavoro dell’addetto di Polizia Penitenziaria. In “soldoni” “l’agente dinamico” non può e non deve pagare penalmente e amministrativamente per eventuali risse, aggressioni tra detenuti o suicidi di questi ultimi, perché di fatto non può effettuare vigilanza e controllo su di essi. L’Amministrazione ha chiamato quest’operazione “patto di responsabilità”, noi la chiamiamo “patto di corresponsabilità”. Il Ministro, il Capo del Dipartimento e tutti i Funzionari devono essere corresponsabili per eventuali azioni penali scaturite anche e soprattutto a causa delle loro direttive e decisioni. A tutto ciò è ora di dire BASTA! Perché mentre loro festeggiano, gli agenti sono soli in prima linea nelle carceri, carceri fatiscenti, sovraffollate, dove le aggressioni nei loro confronti sono sempre più frequenti grazie anche al lassismo e MENEFREGHISMO dei nostri beneamati Funzionari! Classe dirigente che con il loro fare ( o forse “non fare”) umilia tutti i giorni la divisa e la dignità del poliziotto penitenziario, che ieri invece ha voluto festeggiare…
* Segretario Nazionale LiSiAPP (Libero Sindacato Appartenenti Polizia Penitenziaria)