Il “parcheggio selvaggio”, insieme alla “clacsonata anarchica” e alla “esplorazione nasale semaforica”, è un evidente riflesso di come, negli ultimi 60 anni, la vita dell'individuo medio abbia subito profondi cambiamenti. Tuttavia, la prima delle tre pratiche appare la più interessante, giornalisticamente parlando. Vuoi perché, come già detto, il parcheggio in genere è una delle maggiori ansie dei residenti e dei commercianti del centro storico spoletino, vuoi perché è sufficiente affacciarsi ad una finestra per osservare il famoso fenomeno del “parcheggio selvaggio”, fatto sta che Piazza Garibaldi è uno dei luoghi più frequentati della città e quindi uno dei posti più soggetti al “parcheggio selvaggio”.
Ai quattro angoli della Piazza non è difficile notare veri e propri ammassi di automobili, disposti senza alcuna logica e che sembrano quasi protestare per i ridotti spazi imposti. Non pare azzardato, dunque, ipotizzare viste le circostanze, uno scontro tra “macchinismi umani” ebbri di velocità e i “redivivi urbanisti del Ducato”, i quali con sapiente conoscenza saprebbero ribattere ad ogni accusa moderna, modernista, futurista e denigratoria. I “Macchinismi umani”, dal canto loro, sosterrebbero che lo scetticismo degli “urbanici” è ingiustificato; la pratica, direbbero, seppur contemporanea, affonda la sua essenza nella seconda rivoluzione industriale, consegnando poi infinite fortune a grandi magnati delle catene di montaggio e vite meno misere ma più veloci e caotiche a migliaia di operai.
Più pratico pare invece riportare episodi di irrispettoso atteggiamento automobilistico. Dal gagliardo giovane “abarthizzato” che non può fare a meno di far ascoltare il suo mix preferito a tutto il circondario, al sedentario che dopo il “parcheggio selvaggio” consuma il suo gelato alla guida, salvo poi sporcare la tappezzeria e provocare code per un'urgentissima pulizia. Ma c'è anche chi sgomma per uscire da un parcheggio o chi inchioda, e fa inchiodare, perchè ha visto mezzo metro quadroatolibero. Divertono poi quei giovani che parcheggiano sotto il monumento di Piazza Garibaldi e a sportelli aperti consumano il loro aperitivo dissociato.
Insomma, al di là di queste due quisquiglie o pinzellacchere storico-sociali, rimane il fatto compiuto e tutte le conseguenze che si porta dietro. Disagi per i pedoni, rallentamento del traffico nelle zone colpite dal fenomeno ed una, a volte ingombrante, presenza di autovetture. Per debellare la pratica sarebbe sufficiente rivedere le abitudini di vita e la notevole dipendenza provocata dalle quattro ruote. Con ciò non si vuole mettere in discussione, sembreremmo anacronistici, la diffusione di massa delle autovetture, quanto piuttosto sottolineare come possa essere gradevole passeggiare qualche minuto in più, soprattutto in quelle zone che, per i loro averi architettonici, appaiono indiscutibilmente affascinanti.
(C.F.)