Anche la scorsa seduta di martedì è finita con un 'nulla di fatto' per l’elezione del nuovo presidente del Consiglio comunale, la maggioranza di centrosinistra infatti non è riuscita a ‘trovare la quadra’ come si dice in gergo tecnico. Un breve riepilogo dei fatti: c'è da premettere innanzitutto che nelle prime due votazioni era necessaria la maggioranza qualificata, ovverosia il supporto elettorale delle minoranza, proprio per favorire un’intesa bipartisan per indicare il presidente dell’intera assemblea.

Prima votazione

La coalizione Mismetti ha subito giocato la carta della scheda bianca e la prima votazione si è conclusa – per l’appunto – con 16 schede bianche, 3 nulle, 6 voti per Francesco Maria Mancia del Pdl e 2 per Omero Savina del Pd.

Seconda elezione

La seconda prova delle urne ha fatto uscir fuori altre interessanti sorprese: salgono a 7 i voti per Mancia, raddoppiano a 4 quelli per Savina, scendono a 9 le schede bianche e raddoppiano a 6 le nulle.

Terza votazione

Dalla terza votazione in poi basta raggiungere la maggioranza semplice, e questo è uscito dalle urne: ancora un voto in più per il pidiellino Mancia che tocca quota 8, ben 7 consensi per il piddino Savina, calano a 7 le schede bianche e si dimezzano a tre le nulle, con una preferenza anche per Giada Bollati – capogruppo della lista di opposizione ‘Cambiare Foligno’ – e per Roberto Ciancaleoni del PSI. Nella seduta di martedì i presenti erano 28 ma alla seconda e alla terza votazione Stefania Filipponi – capogruppo della lista di minoranza ‘Impegno Civile’ – non ha partecipato.

L'affondo del PDL

Chiarissimi quindi i maldipancia interni al centrosinistra, e Riccardo Meloni – capogruppo del PDL – affonda il coltello nella piaga: “ancora una volta la maggioranza si è dimostrata incapace di governare la nostra città, mentre il centro destra si è presentato votando compattamente il suo candidato. Nonostante tutto questo tempo a disposizione la sinistra non è riuscita a presentare un nome, evidenziando tutta la sua evanescenza. Numerosi candidati sono stati votati in totale e assoluta confusione – incalza Meloni – con vari spezzettamenti, tanto che il candidato del centro destra è stato sempre il più votato in ogni scrutinio”. La proposta di rinvio è stata approvata a con 19 voti, sette contrari del centrodestra e l’astensione dell’attuale presidente Francesco Maria Mancia, mentre Stefania Filipponi non ha preso parte al voto. La fumata bianca dovrebbe arrivare in occasione del prossimo Consiglio comunale, probabilmente con una seduta prevista per giovedì 27 dicembre.

La rinuncia del capogruppo PD

E' confermato ufficialmente il passo indietro del capogruppo del Partito Democratico, Giovanni Patriarchi, una scelta responsabile per evitare l'acuirsi di tensioni interne agli esponenti piddini. Si aprirebbe così la strada per il collega Graziano Angeli, leader dei renziani folignati in quota ‘ex Margherita’. Il quadro dovrebbe essere questo, salvo sorprese natalizie, dopotutto in politica mai dare nulla per sontato…è la prima regola.