I sindacati bocciano l'aumento tasse: "Non possono pagare lavoratori e pensionati"

I sindacati bocciano l’aumento tasse: “Non possono pagare lavoratori e pensionati”

Redazione

I sindacati bocciano l’aumento tasse: “Non possono pagare lavoratori e pensionati”

Proietti e gli assessori all'incontro richiesto da Cgil, Cisl e Uil: si valutano anche azioni di mobilitazione
Lun, 24/03/2025 - 22:24

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“Inaccettabile”. I sindacati bocciano la manovra proposta dalla Giunta Proietti, che prevede l’aumento dell’Irpef già da quest’anno e dal prossimo dell’Irap sulle imprese e del bollo auto.

La presidente Proietti e il vice presidente Bori, insieme agli assessori Fabio Barcaioli e Thomas De Luca e al direttore Rossetti, hanno incontrato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, accordando loro il confronto che avevano chiesto urgentemente venerdì, dopo aver appreso della delibera di Giunta con cui la manovra era stata preadottata in seduta straordinaria.

La Giunta: approvazione entro il 15 aprile

Per la Giunta – come detto dall’assessore Bori poi in Commissione e riportato nella nota stampa della Regione – si è trattato dell’avvio della concertazione, che prevede anche un confronto con le associazioni di categoria e delle professioni e con l’Anci (l’Associazione dei Comuni). “Con l’obiettivo – si legge nella nota della Regione – di trovare con le parti sociali un punto d’incontro per poi provare a portare il documento condiviso in Assemblea legislativa per l’approvazione finale entro il 15 aprile”.

La presidente Proietti e gli assessori hanno ribadito che si tratta di una proposta “indispensabile e aperta per evitare il commissariamento ad acta e lo scatto del massimo delle aliquote fiscali che finirebbe per penalizzare la crescita economica e sociale dell’Umbria”.

Proietti: “Arrivare a un patto auspicabilmente condiviso”

La presidente ha spiegato che “le difficoltà finanziarie dovute ad un ‘buco’ di bilancio sulla sanità di 90 milioni sono aggravate dal taglio di 40 milioni in tre anni delle risorse del governo all’Umbria”.

“Presidente e Giunta – si legge ancora nel resoconto diramato dalla Regione – sono già al lavoro per trovare margini d’azione che riducano ulteriormente l’impatto della manovra per le fasce di popolazione con i redditi più bassi”.

“Dobbiamo arrivare – ha concluso la presidente – a un patto auspicabilmente condiviso per salvare l’Umbria dal commissariamento e non subire imposizioni fiscali che sarebbero distruttive”.

Poche ore dopo, in Commissione, dopo uno scontro con le opposizioni che hanno abbandonato i lavori di fronte alla mancanza di risposte alle loro richieste, gli aumenti fiscali hanno avuto il primo via libera.

Molinari (Uil): “Aumento scandaloso”

In contemporanea, aveva dato fuoco alle polveri il segretario regionale della Uil, Maurizio Molinari, dichiarando all’Ansa che giudica “scandaloso” l’aumento delle aliquote fiscali annunciato dalla Regione. Quanto a quello che poi la Giunta ha definito l’avvio di una “partecipazione”, Molinari è duro: “Non lo considero un incontro, ma una chiamata all’ultimo miglio per dirci che va in Commissione una delibera che non conoscevamo”. Notizia che i sindacati hanno appreso dai giornali.

Sulla sanità “colabrodo”, Molinari aggiunge: “Bisogna metterci le mani da tanto tempo e nessuno ha avuto il coraggio di farlo. E oggi per mantenere quello che è attualmente alziamo le tasse ai cittadini”.

Manzotti (Cisl): “Proposta inaccettabile”

Il segretario generale Cisl Umbria Angelo Manzotti, da noi contattato, ribadisce: “La proposta formulata dalla Giunta regionale in merito all’aumento delle addizionali regionali per fronteggiare l’emergenza economica in cui versa la sanità umbra non è accettabile, in quanto andrebbe a impoverire, ancora una volta, le tasche dei lavoratori e dei pensionati, coloro i quali hanno sostenuto e sostengono attraverso le tasse la sanità pubblica. Sarebbe stato opportuno, prima di formulare questa proposta, pensare di affrontare il problema della sanità attraverso una riqualificazione della spesa sanitaria, riducendo sprechi ed inefficienze”.

“Oltre a questo – aggiunge Manzotti – sicuramente si sarebbe dovuti correre ai ripari con una soluzione riguardate la sanità passiva (infatti, in questi ultimi anni abbiamo riscontrato che molti umbri si curano fuori regione). Indubbiamente dobbiamo continuare a spronare il Governo ad una riforma del sistema fiscale più equa, facendo pagare le tasse anche a chi oggi evade. Solo in questo modo per la Cisl sarà possibile garantire una sanità pubblica ed efficiente. Questo provvedimento, una volta approvato – conclude il segretario della Cisl Umbria – andrebbe fortemente a penalizzare tutti quei lavoratori e pensionati che sono nelle fasce di reddito da 15 mila a 28 mila euro”.

La Cgil: valutiamo azioni di mobilitazione

Alla fine di una giornata ad alta tensione arriva la nota della Cgil. Che evidenzia innanzi tutto un problema di metodo: il ritardo del tavolo di confronto su un’iniziativa così rilevante e che “va a colpire soprattutto lavoratori e pensionati”: “Soltanto questa mattina – accusano i responsabili del Quadrato rosso – siamo stati informati della situazione finanziaria della sanità e della manovra che si intende adottare. Non abbiamo neanche avuto il tempo di studiare i dati e portare all’incontro proposte alternative. Il cambiamento di rapporti tra Regione e sindacati, che avevamo auspicato, purtroppo ancora non c’è stato”.

La Cgil si è detta assolutamente contraria all’aumento delle tasse ai ceti medio-bassi: “Pur essendo consapevoli che il buco nella sanità non è stato provocato dall’attuale Giunta regionale – si legge nella nota del sindacato – e che ci sia l’urgenza di intervenire, per noi non è comunque accettabile che a ripianarlo siano i lavoratori e pensionati. In particolare, riteniamo assolutamente inammissibile l’aumento dell’Irpef, l’unico aumento tra l’altro previsto subito da quest’anno. Mentre l’Irap partirebbe dal prossimo anno. Torniamo a chiedere alla Giunta regionale possibili soluzioni alternative che consentano di evitare una manovra che, a ora, risulta a senso unico”.

“Da tempo – prosegue la Cgil – denunciamo la situazione critica della sanità regionale e i tagli alle Regioni portati avanti dal governo nazionale, ma a ripagare questo deficit di 90 milioni di euro non possono essere i lavoratori, i pensionati e i cittadini delle fasce medio-basse, che già devono fare i conti con stipendi molto al di sotto della media nazionale. Per tutti questi motivi – conclude il sindacato -valuteremo le iniziative, anche di mobilitazione, da mettere in campo”.

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