Una parte di creazioni segue le scelte di Chiara, un'altra può rispondere anche a singole esigenze della cliente
“Disegna la tua vita seguendo le passioni non le regole”, così recitava in una delle sue citazioni più famose, A. Capuano. Niente di più vero. Finché si hanno passioni non ci si stancherà mai di scoprire il mondo. Trovare da bambina qualcosa che ti appassiona e capire che da adulti è l’unica cosa che ti interessa per sentirti veramente viva.
Nonna Dalia musa ispiratrice di Chiara Pellegrini
Una sensazione che Chiara Pellegrini conosce molto bene. “Quando chiudo gli occhi rivedo tutte le volte la stessa immagine. Nonna Dalia intenta a cucire con amore abiti su misura per i nipotini o i suoi clienti. Il suo sguardo, la sua dedizione, ogni volta mi colpiva ed entusiasmava. È da lei che ho imparato ad amare i tessuti. Toccarli, viverli, fino a trasformarli in capolavori.” Un’immagine che, ancora oggi, Chiara rivive con lo stesso entusiasmo negli occhi. Nata a Gualdo Tadino da Mamma Stefania e papà Sergio, Chiara Pellegrini ha ereditato la passione per taglio e cucito proprio dalla nonna paterna. Quella passione che le illuminava lo sguardo e che già da bambina le pulsava dentro come adrenalina pura.
“Ricordo che i miei genitori mi lasciavano quasi sempre a trascorrere i pomeriggi con nonna Dalia. Lei faceva la sarta ed io mi divertivo ad imitarla. Prendevo gli scarti dei tessuti che lei utilizzava per creare i suoi abiti ed io mi divertivo a creare abiti formato baby. Mi piaceva abbinarne colori, nuance, fantasie fino a far diventare un vestitino, piccoli pezzi di tessuto. Era emozionante veder trasformare, quella che pochi istanti prima era solo un’idea, in un piccolo capolavoro,” prosegue Chiara mentre i suoi occhi si illuminano di gioia.
La sua prima sfilata di moda a soli 8/9 anni
“Avevo 8/9 anni quando ho fatto la mia prima sfilata di moda. Oggi, se ci penso, mi viene da sorridere. Prendevo gli scarti di tessuto di nonna e creavo abiti o costumi per le mie amichette per poi farle sfilare. Mi ricordo un costume, modello farfallina, molto piccolo e poi chiamavo tutti i genitori per vedere le mie sfilate. Era diventato un appuntamento annuale. L’ho fatto per circa 4 estati consecutive. Quel giorno il mio giardino o il salone di casa mia si trasformavano in una vera e propria passerella dove le protagoniste erano le mie amiche con indosso i modelli di mini vestiti da me realizzati”. Così prosegue divertita Chiara nel suo racconto. Del resto lei lo sa bene che se a spingerti è la passione, è inevitabile un pò di pazzia.
La passione di Chiara si colora grazie alle persone che ama
Oggi Chiara vive felicemente a Sigillo con le persone che ogni giorno le danno un motivo per vivere più intensamente, la sua passione per il mondo della moda, dei tessuti, del cucito. Quelle persone sono il suo compagno Enrico e suo figlio Filippo il cui supporto sono per Chiara fonte di determinazione, carburante per non mollare mai e per non sentire la paura. Quella paura che, se non sei abbastanza preparata, quando arriva è lì per distruggere i tuoi sogni. Ma come tutti i bei sogni la strada per arrivarci è lunga e travagliata. Solo se si hanno delle guide forti e motivanti è possibile superarli. Chiara ha, al suo fianco, una squadra solida e piena di entusiasmo. Lei sa bene di poter sempre contare sull’aiuto di papà Sergio che non hai mai smesso di credere nei suoi sogni, spingendola a non mollare mai anche difronte alle difficolta’. Grazie a suo papà Chiara può, con serenità, occuparsi del laboratorio mentre lui gestisce il negozio di Senigallia.
Il grande passo di Chiara verso il cambiamento
“Da sempre ho studiato a Milano e vissuto a Prato per lavoro. Ho fatto a Gubbio l’Istituto d’Arte per poi proseguire i miei studi all’ Istituto Marangoni a Milano in fashion designer. Anche se devo essere sincera, io mi sento più un artigiana che fashion designer.” Una vita che non sentiva sua e che spinge Chiara a fare il suo primo grande passo verso il cambiamento.
“A Milano, però, non stavo bene così ho deciso di ritornare a Sigillo. Qui è stato tutto più difficile. Avevo trovato un’azienda a Fabriano che faceva costumi e sono entrata come stagista nell’ufficio stile prodotto. Un settore molto faticoso che mi ha sicuramente permesso di acquisire esperienza ma, nello stesso tempo, mi ha fatto capire quello che realmente volevo per me e per la mia vita. Così mi hanno chiamata in questa azienda a Prato. Sono stata 5 anni, sempre settore moda costumi. Poi ho scoperto di essere incinta di Filippo e da quel momento tutto è diventato chiaro e trasparente.” Un momento che ha cambiato la vita di Chiara.
“Ho sempre sentito dentro di me di volere una vita normale: una famiglia, dei figli e del tempo di qualità da dedicare a loro. Non volevo quella vita, fatta di ore e ore di intenso e faticoso lavoro alle dipendenze di altre persone che, inevitabilmente imponevano le proprie regole. Mi sentivo soffocare. Volevo lavorare, realizzarmi, ma volevo essere anche una mamma e una compagna, avere più sfumature. Questo forte desiderio mi ha fatto fare lo switch. Così ho deciso di mollare tutto e organizzare un mio progetto.”
Con questa tenacia Chiara prosegue consapevole che: come recitava T. Terzini in una sua frase famosa: “Fare una vita, una vera vita. Una vita in cui sei tu, una vita in cui ti riconosci.” Una certezza che è sempre stata solida e ben definita nei suoi progetti di vita e l’Universo le ha donato Filippo per avere il coraggio di fare il grande passo.
“Nel tempo della maternità ho buttato giù il mio progetto: ‘Lido settantaquattro H’, stimolata dall’idea di creare seguendo i miei tempi e vi garantisco che non è lo stesso spirito seguendo tempi troppo stressanti. Così, ho ricontattato una persona che lavorava con me che ha sempre avuto un laboratorio a Fabriano e insieme abbiamo progettato il laboratorio ognuno svolgendo le proprie mansioni. Non nascondo che i primi tempi abbiamo cercato di fare tutto con minuziosa dedizione e accortezza per paura di fare il passo più lungo della gamba. Ma fare il lavoro che ti piace seguendo i propri tempi, e le proprie regole non ha prezzo.”
Lido settantaquattro H prende vita nella pandemia
Un progetto che si è concretizzato in uno dei momenti più bui della nostra Italia: il Covid 19 che, per mesi, ci ha costretti a vivere tra quattro mura alla ricerca di qualcosa da fare per far trascorrere quel tempo che sembrava essere infinito. Un tempo che per Chiara è stato provvidenziale. Un’illuminazione che le ha permesso di far diventare quel sogno in un progetto reale.
“Così ho iniziato a scegliere i tessuti che piacevano a me. Prima abbiamo studiato un piccolo campionario, poi abbiamo creato un sito e messo online un e-commerce. Fino all’apertura, circa due anni fa, da maggio a settembre, di un punto vendita a Senigallia con il nostro nome. Lo scopo era quello di testare e per mia meraviglia, il riscontro è stato un successo. Così l’anno dopo abbiamo fatto un contratto sul corso di Senigallia per tutto l’anno” prosegue Chiara raggiante. Ma come fa il più bravo degli stilisti, prima di creare il suo capolavoro, prepara tutti gli strumenti seguendo dei passaggi ben precisi.
“Di solito parto dalle stampe, dai disegni che mi indica il fornitore. Li scelgo a sensazioni e faccio fare loro delle modifiche. Dopodiché li faccio stampare sulla licra e ci aggiungo gli uniti abbinati alla stampa che mi hanno trasmesso delle sensazioni o emozioni particolari. Se vedo un disegno faccio la creazione. Una piccola parte di produzione la creo seguendo le mie emozioni. Quando, invece, le persone vengono da me e mi chiedono un costume chiedo cosa le fa essere a loro agio, se la tinta unita o stampato. Cerco di capire la cosa che piace più a loro, compresa la morfologia del loro corpo e mi spiegano quali sono le loro problematiche. Sulla base di tutte queste informazioni creo il loro modello unico e su misura.”
Alla domanda perché Lido settantaquattro H Chiara risponde divertita: “Lido settantaquattro H è il numero civico del laboratorio, è un lido che rappresenta il mio mondo all’interno del quale mi esprimo con le mie creazioni.”
Donna romantica e sognatrice, attraverso la bellezza trova lo stimolo creativo che la emoziona e le trasmette il giusto entusiasmo. Ed è con questo entusiasmo che Chiara ricorda il suo primo shooting, quello che non si dimentica mai. “Durante il mio primo shooting tremavo come una foglia. Non conoscevo il fotografo, non sapevo se sarebbe riuscito a trasmettere le mie emozioni invece è stato un successo. Lo abbiamo fatto in una villa meravigliosa e suggestiva di Sigillo dal nome ‘Anita’ stile libertì. Farla è stata un’impresa da eroi, considerando i tempi restrittivi del lockdown che stavamo vivendo e invece, è stato tutto perfetto.” Un ricordo che ancora oggi fa emozionare di gioia Chiara.
Il futuro di Chiara è come un’arcobaleno
Determinata, tenace ma, allo stesso tempo, sensibile e timida nella vita ma non nel lavoro, Chiara Pellegrini ha ben chiari nella sua mente quelli che sono i suoi progetti futuri.
“Sviluppare oltre il beachwear una linea di intimo sempre con lo stesso concetto: vestirti come sei fatta sia nel costume che nell’intimo. Aprire altri punti vendita e sviluppare l’online a livello di persona.”
Chiara Pellegrini è l’esempio lampante che se si ha una passione non si può descrivere ma solo vivere, ed è in questo flusso che lei si riconosce e che tutti dovremmo riconoscerci.
Intervista di Laura Caldara