La Mostra nazionale del tartufo bianco e dei prodotti agroalimentari di Gubbio si moltiplica per resistere ai morsi della crisi e torna, per la prima volta in 32 anni di storia, anche nel fine settimana del 9 e 10 novembre. La richiesta è arrivata dall’associazione di commercianti “Gubbio fa centro” e la Comunità montana Alta Umbria, grazie all’impegno diretto del personale dell'ente, ha risposto sì, con il via libera del Comune di Gubbio.
“La Mostra rappresenta un occasione per aumentare i flussi in città in un mese tradizionalmente fiacco – spiega Ivo Lucci dell'associazione Gubbio fa centro -, in questo primo fine settimana alberghi e ristoranti hanno registrato il pieno, speriamo che questo accada anche sabato e domenica prossima”.
I ristoratori associati, intanto, si preparano a proporre menu degustazione al tartufo bianco e nero e, mentre a piazza Grande e “Arconi” di via Baldassini il 95% degli espositori riapre al pubblico, il padiglione del Gusto di piazza Grande propone eventi dedicati al Re della Tavola. I negozi del centro storico cittadino, inoltre, resteranno aperti anche il 9 e 10 novembre. “Le vendite sono finalmente ricominciate – dice Fabio Martinelli di “Martinelli Tartufi” – e sembra davvero che il mercato sia tornato a muoversi”. Nella mattinata, dopo lo showcooking della scuola di cucina La Casa delle cuoche, dedicato alle delizie al tartufo, è stato presentato il progetto della app per smartphone del Sentiero francescano La Verna – Gubbio – Assisi. L'applicazione con una forte connotazione spirituale e con la possibilità di accesso alla credenziale elettronica, avrà una interessante ricaduta sul turismo legato alla Via di Francesco, percorsa in estate da migliaia di pellegrini. “È uno strumento molto importante – ha detto Simone Minelli dell'Ufficio pellegrinaggi della diocesi di Gubbio – perché c'è molta sete di comunicare le esperienze e di conoscere bene il tracciato e la sua storia. Stiamo lavorando allo sviluppo dei servizi per i pellegrini, perché vogliamo coltivare la nostra vocazione all'accoglienza, come fece il vescovo Villano con Francesco”.
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