Giampiero Morettini, fama di santità: iniziato il processo

Giampiero Morettini, fama di santità: iniziato il processo

Redazione

Giampiero Morettini, fama di santità: iniziato il processo

Dom, 23/05/2021 - 09:35

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La vita e l'esempio del seminarista che aveva un desiderio: diventare santo

Avviato in Cattedrale il processo diocesano sulla vita, virtù e fama di santità del seminarista Giampiero Morettini. A celebrare la funzione religiosa, insieme al cardinale Gualterioro Bassetti, l’arciprete della cattedrale mons. Fausto Sciurpa, il postulatore della causa di canonizzazione don Francesco Buono, parroco di Castel del Piano, il giudice delegato della causa mons. Vittorio Gepponi, il promotore di giustizia don Simone Sorbaioli e diversi sacerdoti diocesani. Presenti i sindaci di Perugia Andrea Romizi e di Deruta Michele Toniaccini, presidente dell’Anci Umbria, i familiari di Giampiero Morettini, una rappresentanza di giovani della Pastorale giovanile diocesana e diversi fedeli provenienti in gran parte dalle parrocchie di Sant’Angelo di Celle di Deruta e Castel del Piano di Perugia dove il servo di Dio ha vissuto, lavorato, si è convertito ed ha avuto la chiamata-vocazione al sacerdozio.

Ad animare la Sessione di apertura del processo in San Lorenzo è stato il Coro Piccole Voci “Giampiero Morettini” dell’Unità pastorale di Castel del Piano-Pila, mentre ad animare la celebrazione eucaristica il Coro diocesano giovanile “Voci di Giubilo”.

Giampiero Morettini, ha ricordato Bassetti, era “un giovane uomo, un figlio della nostra terra che aveva un desiderio: diventare santo”.

L’incontro che gli cambia la vita

Poi l’incontro che gli cambia la vita, che lo porta a desiderare di mettersi a disposizione del sogno di Dio. Come scrive nel testamento, la sua è stata una “vita bella, non sprecata anche se recuperata, anzi riacchiappata da Dio”. E Dio Lo “riacchiappa” nel marzo del 2006, mentre era intento a sistemare le casse di frutta e verdura nel suo negozio: “Proprio in quel luogo è avvenuto l’inizio della mia conversione, precisamente quando una suora, aiutando il parroco don Francesco alle benedizioni pasquali, venne a benedire il negozio in cui lavoravo. Da questo momento la mia vita è cambiata” (dallo Scrutinio)”.

L’ingresso in seminario

“Da lì riprende il cammino cristiano con la frequentazione assidua dei sacramenti – racconta il cardinale –, specie dell’eucaristia e a iniziare una esperienza di ascolto, di comunione e di servizio nella parrocchia di Castel del Piano…”. Questa crescita nella fede e nell’esperienza ecclesiale lo porta piano piano a maturare il desiderio di fare della propria vita un dono a Dio attraverso la via del sacerdozio”.

Il primo giorno in seminario, nell’ottobre 2010, accolto dal rettore mons. Nazzareno Marconi (oggi arcivescovo di Macerata), Giampiero, prosegue Bassetti nel tracciare il profilo biografico del servo di Dio, “si presentò con questa frase: “Vorrei regalare la mia vita a Dio”. E veramente Giampiero ha regalato la sua vita a Dio: lo ha fatto vivendo in maniera esemplare il suo stato di seminarista, sereno e allegro, disponibile con tutti, radicato nella preghiera personale e comunitaria, con fedeltà, con semplicità ma con tenacia.

La malattia

E non ha mollato neppure nei giorni, nelle settimane dell’agonia, del dolore, della malattia, quando dopo l’intervento al cuore, crocifisso a quel letto della terapia intensiva cardiologica, era lui che infondeva coraggio con un sorriso, con una parola, finché gli è stato possibile, chi lo andava a trovare.

Giampiero muore il 21 agosto 2014, “facendo fino in fondo la volontà del Padre, in una offerta di sé consapevole e serena, andando ad occupare quel “posto” che Gesù aveva preparato per lui, insieme ai santi dei quali aveva chiesto l’intercessione nella preghiera scritta appena prima di essere operato: ‘O santi, amici miei, portatemi la luce perché non mi perda nelle tenebre ma possa perdermi nelle braccia del Padre’”.

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