Sei addetti di Gesenu licenziati in Sicilia, o meglio 4 e altri due sulla stessa via per esserlo è quanto ha confermato il nuovo amministratore delegato della partecipata dei rifiuti, Dante De Paolis a margine dell’udienza di discussione per il ricorso presentato al Tar contro l’interdittiva antimafia emessa dall’ormai ex Prefetto di Perugia Antonella De Miro. Non solo ma anche il fatto che secondo l’Avvocatura dello Stato (che rappresenta la Prefettura, il Ministero dell’interno e l’Anac) l’interdittiva è più che giustificabile visto che in Sicilia un sorvegliato speciale alle dipendenze di Gesenu “arrotondava” lo stipendio fornito dalla partecipata andando in giro a commettere estorsioni, ai danni di chi? Di una società del gruppo che insieme a Gesenu operava in Sicilia. Questo riporta stamattina il quotidiano Il Messaggero in relazione all’udienza che si è svolta ieri nell’aula del Tar.
Adesso il Tar dovrà decidere se accogliere o meno il ricorso del collegio dei legali schierato da Gesenu (Damiano Lipani, Michele Bromuri, Angelo e Paolo Clarizia) e dovrà valutare le tre memorie depositate dai legali di Gesenu e che si basano sostanzialmente sulla situazione dei dipendenti siciliani, la posizione del socio privato Manlio Cerroni e delle società collegate. Un’interdittiva che secondo la difesa della partecipata si limiterebbe a citare “casi” che riguardano appena il 3 per mille della forza lavoro ma che non spiegherebbe come questo dato sia sintomo della “permeabilità” della forza lavoro rispetto alle infiltrazioni mafiose. Su Cerroni, per la difesa la questione è fondata su circostanze risalenti e già oggetto dell’interdittiva del prefetto di Roma, poi annullata dal Tar del Lazio.
La decisione non dovrebbe arrivare prima del 10 Febbraio, data in cui si torna in aula, ma questa volta per i ricorsi presentati, sempre avversi all’interdittiva, da parte di Gest e Ecoimpianti. De Paolis ha sottolineato l’importanza che per l’azienda ha la rimozione dell’interdittiva, essenziale per redigere il piano industriale e per non perdere finanziamenti a fronte di “un contesto tutto da dimostrare” e ancora “l’azienda è sana, siamo sereni e fiduciosi ma l’interdittiva va rimossa“.