di Claudio Pace (*)
Nel sito web del DITT Distretto Integrato Turistico della provincia di Terni si legge a proposito della fontana di piazza Tacito la seguenti informazioni:
Tradizionale simbolo della città di Terni e dell'acciaio (il pennone) e dell'energia che lo produce (la cascata d'acqua), venne ideata da Ridolfi e Fagiolo. E' adorna di mosaici raffiguranti i segni zodiacali (il lavoro dell'uomo durante l'anno) disegnati da Cagli.- Tematismo: Arte (priorità 4)
Sub tematismo: Pittura / Scultura/altro (priorità 3)
Comune: Terni.
Tempo medio di visita: 20 minuti
Distanze: 13 km da Narni; 26 km da Amelia; 75 km da Orvieto.
A parte la mancanza di riferimento a distanze significative come quelle da Roma o dalla svincolo autostradale di Orte, che potrebbero essere aggiunte nella pagina web, fa riflettere questa definizione della fontana come “simbolo della città di Terni” perché il simbolo è un po’ la bandiera, la presentazione di una città, ciò in cui i cittadini si ritrovano perché rappresenta per loro un valore anzi più valori, l’arte, l’acciaio, l’energia … il progresso e la vita simboleggiata dall’acqua che scorre, anche se con un sistema poco ecologico ed economico, che nel suo piccolo contribuisce alle passività del bilancio del comune di Terni.
Ecco allora una proposta un po’ innovativa, che parte dal presupposto che i disegni del Cagli non sono ormai recuperabili, possono essere riprodotti in modo simile all’originale ma giammai restaurati per lo stato in cui versano è perché erano già di fatto una riproduzione dell’originale.
Perché non sostituire i ruderi dei mosaici con una lavorazione artistica moderna che riproduca i segni zodiacali su un fondo di acciaio di alta qualità, che resista più a lungo alla corrosione dell’acqua e che radichi ancor di più questo legame tra l’acciaio e la città, un legame che ha superato un secolo e che tutti si augurino duri almeno un altro secolo e di più ancora …
L’amministrazione comunale poi potrebbe chiedere alle imprese private di fornire la materia prima, l’acciaio e un nuovo sistema ingegneristico per produrre l’energia necessaria al movimento della fontana in modo più moderno ed ecologico (fotovoltaico?), che possa fare da pubblicità alla società che lo realizzasse a titolo gratuito per il comune e la città di Terni e infine promuovere un concorso di idee per artisti che garantiscano però un buon curriculum e il cui esito finale sia garantito un giudizio pubblico espresso preventivamente da una parte significativa della popolazione, magari con la pubblicazione della bozza nel sito ufficiale del comune. Che non succeda come il famoso pesce con l’amo della rotonda del Foro Boario, cosi poco amato da essere diventato fonte di ispirazione per gruppi su FB che ne chiedono la rimozione. Insomma la fontana potrebbe cambiare aspetto, non una scarsa imitazione di quella che si poteva osservare nel quadro esposto nella mostra dedicata ad Amerigo Bartoli, che grazie alla fondazione Carit, Ternani e no hanno potuto ammirare di recente, ma potrebbe essere veramente un simbolo di una Terni che cambia, che sa coniugare la forte tradizione del suo passato con le sfide che il futuro le riserva Un simbolo di acciaio vero che non abbia nulla a che vedere con il “ferraccio” che si vede in giro per la città e che forse non rappresenta bene ciò che noi siamo stati e saremo nei prossimi anni con la tenacia e la forza del nostro lavoro.
(*) Consigliere circoscrizione Est LB