Parametri nella norma dalle analisi, ma dal 17 gennaio Arpa realizzerà uno studio ancora più approfondito. Audizione in Commissione della proprietà insieme ad Usl, Arpa e sindacati
Nessun pericolo per la salute e l’incolumità pubblica dalle Fonderie di Assisi. Dai rilevamenti effettuati dagli uffici preposti all’igiene e sanità e dal Dipartimento di Prevenzione dell’Usl Umbria 1, oltre che dall’Arpa, infatti, non risulta alcuno sforamento dei parametri previsti.
È quanto emerso al termine delle audizioni nella Seconda Commissione della Regione Umbria, presieduta da Valerio Mancini e richieste, attraverso una lettera di fine novembre, dalle Segreterie territoriali Film Cisl, Fiom Cgil, Fiom Cgil e Uilm e quindi dalla Rsu aziendale.
Il Presidente Mancini, alla conclusione della riunione, ha commentato come sia emerso da Asl ed Arpa, “in maniera inequivocabile che i dati epidemiologici e quindi emissivi sono ampiamente sotto i valori consentiti, spesso addirittura inferiori alla metà dei valori limite. Quindi le valutazioni e le dichiarazioni uscite a mezzo stampa o sui social appaiono spesso strumentali ed ideologiche, frutto sicuramente di una non conoscenza dei dati che puntualmente gli organi di vigilanza ambientale e sanitaria hanno divulgato e trasmesso alla Commissione”. Rispetto ad una prossima audizione in Commissione dei rappresentanti del Comitato, Mancini ha detto che provvederà all’invito soltanto a seguito di una richiesta specifica da parte di essi. “Ad oggi – ha detto il Presidente della Seconda Commissione – non mi è pervenuta nessuna richiesta”.
Come è stato spiegato dai rappresentanti delle sigle sindacali, Daniele Brizi (segretario Uilm Perugia), Simone Liti (Fim Cisl Perugia) e Marco Bizzarri (Fiom Cgil) l’incontro con le varie parti interessate alla vicenda si è reso necessario “a causa delle azioni che il comitato dei cittadini di via Protomartiri Francescani e dall’amministrazione comunale ha messo in atto nei confronti dell’azienda che potrebbero minare la continuità dell’attività produttiva e della permanenza dell’azienda che dal 2019 è sotto concordato, procedura che appesantisce la gestione dell’azienda e limita fortemente la possibilità di investimenti e di liquidità. L’obiettivo primario – hanno rimarcato – è quello di salvaguardare i 400 dipendenti diretti e circa altrettanti operanti nell’indotto. Ogni parola detta può comportare un danno sostanziale a partire dalla più volte citata delocalizzazione. In questa fase non servono posizioni ideologiche che potrebbero danneggiare i lavoratori e la produttività aziendale. Non ci sono notizie di malattie professionali dovute al lavoro. Giusto tutelare operai ed ambiente in generale, ma non si hanno riscontri di pericoli. Mantenere questo sito in Umbria è importantissimo”.
Dagli interventi dei responsabili Usl Umbria 1, Igino Fusco Moffa (responsabile unità operativa complessa igiene e sanità pubblica), Patrizia Bodo (responsabile area sicurezza dipartimento prevenzione) è emersa l’importanza che viene riservata alla tutela della salute nel suo rapporto con l’ambiente attraverso monitoraggi costanti. “Operiamo in strettissima collaborazione con Arpa. Rispetto a criticità di danni sulla salute, al momento, anche a seguito di rilevazioni fatte per lungo tempo non si sono evidenziate criticità tali da portare a provvedimenti specifici di sanità pubblica. Andremo comunque avanti con una attenta attività di monitoraggio a tutela della salute dei lavoratori e dell’ambiente circostante”.
Per Arpa Umbria hanno partecipato alla riunione il direttore generale Luca Proietti e Sara Passeri. Il Direttore ha sottolineato come le Fonderie abbiano vissuto, negli anni, “processi di miglioramento. E sulle pressioni esterne dei cittadini abbiamo dato luogo, soprattutto nell’ultimo anno, a controlli periodici ordinari e straordinari, oltre ad un attento monitoraggio sulle emissioni odorigene. Dal prossimo 17 gennaio daremo luogo ad uno studio ancor più approfondito attraverso un campionamento completo per capire l’eventuale correlazione tra emissioni e situazioni riscontrate nell’area. Ad oggi non sono necessari provvedimenti sanzionatori su evidenze di non rispetto non essendoci superamenti dei parametri limite”. Sara Passeri ha ricordato che il primo monitoraggio sulle fonderie risale al 2001 e che quindi le indagini attuali non rappresentano un punto di partenza. “La nostra attenzione su problematiche ambientali è sempre alta. Dallo scorso mese di maggio 2023, in collaborazione con Asl abbiamo appurato che l’azienda ha un impatto ambientale sul territorio, ma è contenuto nei valori in cui la Comunità europea definisce ‘buona’ la qualità dell’aria. Nel 2023 abbiamo dato vita ad indagini ancora più ampie, ma la situazione è assolutamente nei parametri previsti”.
L’assessore regionale Michele Fioroni ha sottolineato l’importante valore economico delle Fonderie rimarcando al contempo quello della salute e del benessere delle persone. “Ho chiesto ad Arpa – ha fatto sapere – di innalzare i controlli intorno alle fonderie. Invito tutti alla responsabilità perché quanto accade intorno ai tavoli ha ripercussioni esterne. Dannoso è alzare la polvere su dubbi e sospetti non fondati scientificamente. Bisogna comprendere la responsabilità sociale che impatta su oltre 400 lavoratori diretti ed altrettanti indiretti. Aziende come questa sono sottoposte a moltissime certificazioni ed il solo sospetto che possa essere dannosa per la salute di un individuo può portare ad esclusione dell’azienda dalla filiera nonostante le sue specificità. La reputazione dell’azienda nell’automotive è di fondamentale importanza. È necessario dunque salvaguardare ambiente ed occupazione. Parlare con troppa facilità di delocalizzazione delle Fonderie vuol dire chiudere un’azienda ed ipotizzare di farne un’altra con un investimento stimato di 50 milioni di euro. Non dobbiamo sottovalutare che l’azienda in questione è in procedura concordataria e che ha dunque limiti di investimento. Il problema, fatti salvi i dati sulla salute, è come possiamo aiutare le Fonderie per uscire da questa fase concordataria e quindi poter potenziare investimenti sulla parte produttiva. Ad oggi l’azienda ha fatto miracoli per rispettare gli impegni presi. È necessario trovare gli strumenti finanziari affinché l’azienda possa uscire dalla procedura concordataria. Su questo stiamo lavorando con Invitalia e, come Regione, siamo in attesa di specifici bandi in uscita”.
Alvaro Bacchi, titolare delle Fonderie di Assisi, ha rimarcato la necessità dell’importanza di “parlare attraverso numeri e dati certi e non con le sensazioni. Quando sono arrivato nel 2019 l’azienda era in fortissima difficoltà. Oggi facciamo circa 70 milioni di fatturato ed abbiamo onorato tutti gli impegni previsti nella procedura concordataria. Ci sarebbe ovviamente bisogno di nuovi ed ulteriori investimenti. Sono preoccupato per la leggerezza con la quale si interviene sulla questione ambiente e salute. A livello di informazione escono numeri non veritieri. L’azienda sta implementando iniziative importanti per migliorare le emissioni ambientali, nonostante già ora siamo abbondantemente all’interno dei parametri previsti. Questa realtà dovrebbe rappresentare una ricchezza per il territorio sulla quale prevedere investimenti, mentre invece dalla vicenda in questione ha subito anche danni a livello commerciale e di immagine. Il nostro impegno comunque mira a migliorare e limitare ulteriormente le emissioni odorigene, come testimonia anche la partecipazione ad un importante progetto in fase di valutazione da parte della Comunità Europea, e con la collaborazione dell’Università di Perugia sul tema dell’Ecoefficienza produttiva”.
Per l’azienda ha preso parte alla riunione anche il responsabile Sicurezza, Ivan Stefani, che ha illustrato, attraverso alcune slide, l’attività dell’azienda ed alcuni importanti progetti anche e soprattutto in termini di impatto ambientale.
Il sindaco di Assisi, Stefania Proietti ha ripercorso i passaggi effettuati dall’Amministrazione comunale nella vicenda della Fonderia, dalla procedura di concordato al tavolo interistituzionale più volte convocato fino ai provvedimenti adottati in merito. “Finalmente in Regione – ha detto – si parla di un’azienda che, dopo essere stata toccata dalla procedura concordataria, sta lavorando in un sito ad alta densità abitativa. L’azienda ex Tacconi è stata classificata insalubre di prima classe nel 1993. Il sentimento di preoccupazione, che insieme a me condivide anche consigliere regionale Pastorelli, è il sentimento di una comunità e ricordo che nel 2021 in Consiglio regionale fu approvata una mozione con cui si impegnava la Regione alla delocalizzazione dell’azienda e a raccordarsi con il Governo per raggiungere soluzioni ambientali migliorative. Tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini è il dovere di ogni sindaco, ce lo impone la responsabilità legata al ruolo, ma anche e soprattutto la coscienza politica e umana”.
Negli interventi riservati ai commissari presenti, Stefano Pastorelli (Lega) ha detto che deve “rimanere comunque attuale il termine ‘delocalizzazione’. Per questo è importante istituire un tavolo specifico senza tuttavia tralasciare l’importantissimo lavoro che sta portando avanti l’azienda. Bene i progetti aziendali per il miglioramento dell’impatto ambientale. Serve chiarezza e verità, ma da parte di tutti. Lo scorso 14 settembre abbiamo approvato una mozione in cui si impegnava la Giunta regionale per mettere in atto le necessarie interlocuzioni con il Governo per lo sviluppo aziendale e per trovare le migliori soluzioni ambientali attraverso il lavoro di ogni soggetto interessato, dalla proprietà alle istituzioni”.
Thomas De Luca (M5S): “Si deve intervenire per promuovere la delocalizzazione, risolvendo radicalmente il problema in termini paesaggistici, ambientali ed odorigeni. La Giunta regionale dia seguito al dispositivo della mozione approvata unanimemente dall’Aula”.
Vincenzo Bianconi (Gruppo misto): “Grazie ad Arpa ed Asl per mettere al centro l’interesse primario dell’ambiente e della salute. Bene andare a fondo della questione per rendere tutti più sereni. Lodevole quanto fatto dall’attuale proprietà dell’azienda e la programmazione di un futuro importante per l’azienda. Quando parliamo di Assisi, parliamo di un territorio che dal punto di vista turistico ha riconoscibilità mondiale ed avere nel suo interno una fonderia è comunque atipico. Nessuno è contro un’azienda come questa, ma è giusto capire se in una logica di medio termine si possa costruire un percorso vantaggioso, insieme a Regione e Comune per trovare un atterraggio che in futuro possa far uscire tutti vincitori”.