E’ la realtà economica più vicina alla città e al comprensorio, ricca di una cassaforte creata giorno dopo giorno grazie ad una gestione prudente, basata su valori che ne fanno una eccellenza del territorio. E’ la Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto presieduta da Dario Pompili, l’uomo dei miracoli come lo chiamano da queste parti. Se c’è un problema da risolvere, un contributo da ricever, un progetto da portare avanti, non c’è Comune del territorio, scuola o associazione di volontariato che non bussi alla sua porta. Lo incontriamo nel suo ufficio per tracciare un bilancio di questo 2010 che il Cda ha approvato all’unanimità. C’è una condizione che il presidente mette a premessa della nostra intervista, “parliamo di tutto ma non delle voci di un nostro intervento sulla Scs”, dice con voce pacata ma ferma sulla vicenda che vorrebbe la sua Fondazione disposta a valutare un importante investimento sulla holding della Bps.
Presidente Pompili, come commenta il bilancio del 2010? “In modo estremamente positivo, possiamo contare su un patrimonio netto complessivo di 57 milioni di euro grazie ad un rendimento in linea con le previsioni che ci eravamo dati. Un risultato ottenuto grazie ad una gestione oculata, prudente, senza mai correre rischi finanziari”.
Insomma niente titoli spazzatura? “Appunto”
Quest’anno lo sforzo maggiore è stato destinato all’ospedale di Spoleto con il direttore sanitario Luca Sapori che ha pubblicamente ringraziato il suo ente. “Abbiamo fatto una scelta per così dire politica destinando, vista la situazione in cui versa un po’ tutta la sanità, la somma più importante al nosocomio, rammodernando le attrezzature sanitarie, sostenendo lo stesso personale sanitario grazie alle borse di studio finanziate dalla Fondazione. Una operazione da 1,5 milioni di euro che ha interessato tutti i reparti ospedalieri. Su tutti spicca l’acquisto della risonanza magnetica di ultima generazione, credo la più evoluta in Umbria, che sarà così al servizio degli spoletini ma anche di tutti gli umbri. A questa si aggiungono le attrezzature per la gastroenterologia, l’oculistica, l’oncoematologia…insomma ci è sembrato giusto abbracciare tutti i settori”.
Poche settimane fa ha ricevuto l’ambito Premio Don Guerrino Rota proprio per l’impegno a favore dell’associazionismo. Come ha vissuto questo momento “Ne sono stato felicissimo, un Premio davvero prestigioso che condivido con tutti i membri della Fondazione. Uno dei punti fermi del nostro istituto è l’attenzione rivolta al sociale e non solo per quanto riguarda Spoleto ma tutto il comprensorio, da Norcia a Cascia, da Acquasparta a Giano. Un settore di cui si parla poco, e in parte è giusto così, ma che ingloba una rete di volontari che tutti i giorni si dedicano ad alleviare i problemi della nostra cittadinanza, tanti angeli che lavorano nell’ombra, senza i riflettori puntati, senza compensi, solo per la gioia di esser utili. E’ giusto quindi che Fondazione CaRiSpo garantisca a queste associazioni il proprio contributo affinchè questi servizi alla collettività possano continuare. Servizi che qualificano il nostro territorio come una perla in Umbria”.
Altro settore di intervento è la scuola. “Assolutamente sì, a tutti coloro che hanno fatto domanda abbiamo datouna risposta concreta. Abbiamo realizzato nuove aule informatiche…davvero tanti investimenti, piccoli e grandi per la crescita dei nostri ragazzi. Quello più importante di questo ultimo bilancio è senza dubbio l’acquisto di un tornio di ultima generazione per l’istituto professionale”.
Ed infine l’arte e la cultura. “Certo, non potremmo diversamente in una città come la nostra che ne è la capitale regionale perle sue bellezze, realtà ed eventi. Siamo lo sponsor più importante del Festival dopo il Mibac – conclude Dario Pompili – e sosteniamo anche il Teatro Lirico Sperimentale, la Galleria d’arte moderna e tante altre iniziative, piccole ma non meno importanti per la crescita del comprensorio. A queste realtà serve la ‘continuità’ che Fondazione CaRiSpo ha sempre garantito, l’intervento occasionale è senz’altro importante ma non assicura il futuro, la tranquillità di chi lavora in questi settori”.
(Carlo Ceraso)
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