Il progetto del manager del porno Riccardo Schicchi e del principe delle stelline di passaggio in Umbria Paolo Mascelloni di realizzare una settimana dedicata all'eros a Spoleto non ha lasciato indifferente la città. E mentre i più giovani hanno già drizzato le orecchie in attesa di segnali positivi verso l'organizzazione dell'Erotic Tour, il mondo politico cittadino torna sulle posizioni già espresse un anno fa, quando la questione aveva interessato l'opinione pubblica spoletina per diversi giorni. Solo che questa volta un primo accordo per organizzare il Festival dell'Erotismo c'è, al contrario dello scorso anno. E la presenza di Schicchi tra i promotori farebbe pensare che ci siano anche i presupposti perché questa volta la cosa vada in porto. Tanto che se ancora non ci sono le date, è stato però individuato un periodo: in estate, prima di Spoleto Estate.
Un fatto che preoccupa Margherita e Udc, come spiegano i capigruppo Franco Di Marco e Pina Silvestri. “Sono assolutamente contrario” afferma Di Marco, che parla a titolo personale e si riserva di discuterne all'interno del partito. “Questa è una città di storia, arte, cultura che non ha bisogno di questo tipo di messaggi turistici: si dequalificherebbe – spiega – il concetto turistico di Spoleto”. Per Di Marco è piuttosto una provocazione realizzare un festival dell'erotismo in città. Posizioni simili quelle assunte da Pina Silvestri, che già un anno fa criticò fortemente la proposta portata avanti da alcuni imprenditori. “Non scherziamo!” è il primo commento della capogruppo Udc. “Si tratterebbe di una svendita della città di Spoleto – spiega – e non ne sentiamo il bisogno. Sicuramente comporterebbe più effetti negativi che positivi, quindi inventiamoci qualcosa di più produttivo e più in sintonia con la città”.
Di tutt'altro parere il consigliere per l'unità dei comunisti Aurelio Fabiani: “non ci vedo niente di male”. “Si invoca tanto la libertà, si parla di tolleranza, ci si arrabbia per le ultime vicende relative al Papa, e poi non si vogliono fare azioni come queste?” commenta Fabiani, che ricorda come lo scorso anno anche la Chiesa prese posizione per contrastare questa manifestazione. “O il principio di tolleranza vale sempre e per tutti – spiega il consigliere di sinistra – oppure non ha senso. Mica può valere a corrente alternata!”. L'importante per Fabiani è soltanto che non ci sia mercificazione, “anche se purtroppo è un rischio in tutti gli ambiti, anche nelle forme più elevate di arte”.
Aspetta di vedere una proposta scritta prima di parlare invece il capogruppo dei Ds Amedeo Marcelli. “Ovvio che una manifestazione così non può essere fatta in un posto come il chiostro di S. Nicolò o il Teatro Nuovo” spiega, ricordando come in Abruzzo un evento di questo genere si svolge ogni anno in un palatenda. “Siamo nel 2010 quasi ed ormai certi tabù non esistono più – afferma il capogruppo di maggioranza – ma valuteremo quando verranno fatte delle proposte organiche, analizzando il posto scelto ed ovviamente che vengano garantiti i diritti di tutti”.
(pubblicato alle 18.18)
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