Troppi elementi sin da subito lasciavano presagire una ‘svendita’ del Gruppo Novelli, ma soprattutto che, con la cessione avvenuta il 22 dicembre 2016, “era facilmente prevedibile che non vi sarebbe stata un’effettiva liberazione dai debiti oggetto di accollo” (in tutto quasi 102 milioni di euro). Anzi, la cessione pare “piuttosto diretta a frodare le ragioni dei creditori“. Con una “sproporzione tra il valore del Gruppo Novelli ed il corrispettivo della cessione”.
Sono queste le ragioni che hanno portato il Tribunale di Terni a porre sotto sequestro giudiziario le quote sociali di Fattorie Novelli srl agricola, Cantine Novelli srl e Bioagricola Novelli srl agricola. Un provvedimento, quello arrivato la settimana scorsa, clamoroso in attesa di discutere nel merito l‘istanza di revoca della vendita (avvenuta un anno e mezzo fa al costo simbolico di 1 euro e l’accollo, in teoria, di tutti i debiti) delle proprietà del Gruppo Novelli ad Alimentitaliani, società del gruppo calabrese iGreco appena costituita e con un capitale sociale di poche migliaia di euro.
Ex Novelli, scatta un altro sequestro per Fattorie, Cantine e Bioagricola
Con la vendita, avallata dal ministero dello Sviluppo economico, delle società e delle proprietà del Gruppo Novelli, quest’ultimo era rimasto una scatola vuota, ma in capo al quale pendeva la procedura di concordato (aperta nel 2013) davanti al Tribunale di Terni che mirava al soddisfacimento di quasi 2.000 creditori ammessi all’epoca. Un anno fa, quindi, lo stesso Tribunale non aveva potuto far altro che dichiarare il fallimento del Gruppo Novelli, stante l’impossibilità di soddisfare i creditori. Il curatore fallimentare incaricato, però, il commercialista orvietano Marco Bartolini, non è rimasto con le mani in mano. Ed ha avviato, rappresentato dagli avvocati Ester e Renato Ferrara, una azione revocatoria dell’atto di vendita ad Alimentitaliani (azienda che a dicembre 2017 è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Castrovillari).
Il doppio sequestro che stoppa le ipotesi di vendita
Proprio nell’ambito di tale azione che mira all’annullamento della cessione avvenuta a fine del 2016 e quindi della possibilità di far tornare tutte le quote sociali, proprietà e quant’altro in mano alla curatela del Gruppo Novelli, è stato chiesto il sequestro delle società in bonis, cioè in attivo, un tempo facenti parte della holding umbra. Vale a dire Fattorie Novelli, Cantine e Bioagricola. Che però a febbraio 2017 sono state cedute ad altre società e membri del gruppo iGreco, mentre a marzo 2018 sono state oggetto di sequestro preventivo da parte del Tribunale di Castrovillari nell’ambito dell’inchiesta aperta da quella Procura per il fallimento di Alimentitaliani.
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Proprio il fatto che le società agricole (che continuano ad operare con la gestione affidata agli stessi curatori fallimentari di Alimentitaliani, Fernando Caldiero e Giorgio Meo) fossero già oggetto di un sequestro, aveva lasciato presagire che la domanda cautelare avanzata dalla curatela del Gruppo Novelli potesse non essere accolta. Come chiesto tra l’altro sia dalla curatela Alimentitaliani che dalla Poderi Tommaso Greco e Cataldo Greco, attuali proprietari delle tre aziende in questione, citati come controparte nel procedimento civile.
Al contrario, invece, il giudice ternano Alessandro Nastri ha disposto il sequestro giudiziario delle quote societarie di Fattorie, Cantine e Bioagricola, lasciando come custodi gli stessi Caldiero e Meo. Ma con dei “paletti”: le società non potranno essere vendute, a meno che le trattative vengano condotte in pieno accordo con il curatore del Gruppo Novelli, Bartolini, e ci sia l’autorizzazione dello stesso giudice Nastri.
Manifestazioni d’interesse al vaglio dei curatori
Proprio l’ipotesi di affittare o vendere quello che una volta apparteneva al Gruppo Novelli è al centro dell’avviso pubblico emesso dai curatori fallimentari di Alimentitaliani per conto del Tribunale di Castrovillari. Diverse sono state le manifestazioni d’interesse arrivate alla scadenza del 18 maggio. Secondo quanto trapela, le varie offerte non vincolanti saranno analizzate nella giornata odierna, mentre domani i curatori dovrebbero informare in merito i sindacati.
Ma, appunto, il provvedimento del Tribunale di Terni ha cambiato le carte in tavola. In attesa, comunque, che ci sia una sentenza nella causa civile intentata dal Gruppo Novelli; la prossima udienza è in programma per giugno. Qualora il giudice annullasse la vendita di fine 2016 – e “sussiste una rilevante probabilità di accoglimento delle domande proposte nel giudizio di merito” – tutto tornerebbe in capo al Tribunale di Terni ed al curatore Bartolini. Anche le decisioni sul futuro degli stabilimenti che hanno dato (e in parte continuano ancora a dare) lavoro a centinaia di persone a Spoleto, Terni, Amelia e non solo.
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