Sull' energia Solare ogni giorno che passa sembrano cadere sempre più rapidamente le resistenze intellettuali che la legano a concetti come ” costosa” o ” faraonica”, per il presunto bisogno di grandi superfici di produzione. Molti studi hanno già demolito queste tesi contrarie e molto speciose( forse legate a qualche lobby dei carburanti fossili o dell'atomica). In un Paese come l'Italia dove l'unica ancora di salvezza sembra essere l'energia prodotta dall'atomo, sempre più osteggiata, anche da ambienti insospettabili, per la bassa capacità di sostituzione del petrolio, forse il fatto che finalmente si parli di progetti esecutivi di larga scala nel Solare potrà consentire un sereno dibattito che faccia capire come davvero il futuro è a portata di mano.
Il costo del progetto è alto(50 miliardi di euro), ma in un contesto di vantaggi diffusi ( Europa), il progetto più che “costoso” è ambizioso e con il petrolio alle stelle, sembra l'unica prospettiva di una via d'uscita. Un'immensa distesa di pannelli solari nel deserto del Sahara produrrà un giorno abbastanza energia da illuminare tutta l'Europa. Ne è convinto Arnulf Jaeger-Walden dell'Istituto per l'Energia della Commissione Europea: «Basterà catturare lo 0,3% dell'energia solare che scalda il deserto del Sahara per sopperire ai nostri bisogni energetici». Il progetto è stato presentato in questi giorni all'Euroscience Open Forum a Barcellona. Una nuova rete di trasmissione a corrente continua permetterà di portare l'elettricità in posti lontani senza correre il rischio di perdite d'energia. La nuova centrale dovrebbe sorgere in un'area poco più piccola del Galles e mettere a tacere quelli che sostengono che l'energia solare non sarà mai affidabile perché il tempo è imprevedibile.
Il piano ha già ottenuto l'approvazione convinta del presidente francese Nicolas Sarkozy e del premier britannico Gordon Brown. I ricercatori sostengono che i pannelli solari nel Sahara saranno più efficaci perché in quella zona la luce solare è più intensa e, quindi, sarà possibile produrre tre volte più energia che in una centrale simile costruita nel nord Europa( inclinazione dei raggi solari ). Jaeger-Walden è anche convinto che, oltre al vantaggio ecologico, ci sarà un risparmio per i cittadini. «I consumatori pagheranno meno di quanto facciano ora» ha detto al quotidiano britannico Guardian. L'impegno più oneroso sarà costruire una nuova rete di trasmissione con i Paesi del Mediterraneo perché quella attuale non sarebbe in grado di sostenere la quantità di energia in arrivo dell'Africa del nord. I primi risultati si dovrebbero vedere nel 2050 quando la megacentrale dovrebbe già essere in grado di rendere autonomo un Paese come la Gran Bretagna.
Sembra troppo lontano il 2050 , ma occorre davvero farlo subito prima che il ciclo economico legato ai combustibili fossili o ad altre energie come l'atomo crei dei contraccolpi sociali non recuperabili nel tempo che ci separa al 2050. Inoltre anche in altre situazioni, i tempi di realizzazione di impianti e progetti spesso sono stati inferiori alle stime iniziali, e questo anche grazie al progresso scientifico che è sempre più imprevedibile e sorprendente di una stima o di una statistica.
Carvan
( fonte corriere.it)