Nei giorni scorsi presso i locali della sede CGIL di Terni, si è tenuto il Coordinamento Regionale del Comparto Igiene Ambientale al quale ha partecipato, portando il proprio contributo, il Coordinatore Nazionale del Comparto Massimo Cenciotti. In particolare la discussione si è incentrata sul Piano Regionale Gestione Rifiuti, sullo stato delle aggregazioni e degli affidamenti dei servizi di igiene ambientale nei quattro ATO (Ambito Territoriale Ottimato). Nel merito, il Coordinamento Regionale del Comparto Igiene Ambientale della FP CGIL ritiene ormai inevitabile l'attuazione delle linee strategiche del Piano Regionale per evitare all'Umbria un'emergenza rifiuti. Infatti ci sono molti ritardi sulla raccolta differenziata, ad oggi attestata su una media regionale di circa il 30%, ben distante dall'obiettivo del 50% da raggiungere entro il 2010 e ancora più lontana da quel 65% che il piano regionale dei rifiuti prevede per il 2012. “Secondo la Fp-Cgil dell'Umbria – afferma Paolo Favetta, segretario regionale e responsabile Igiene Ambientale – è dunque necessaria una presa di coscienza sul fatto che queste percentuali sono assolutamente insufficienti, soprattutto rispetto agli obiettivi fissati dalla stessa Regione, ed è dunque assolutamente indispensabile un intervento sugli Ato, prevedendo anche penalizzazioni nei confronti di quelli che non rispettano gli obiettivi”. I punti su cui la Fp-Cgil è concentrata sono tre: la riaffermazione continua della comunicazione ambientale, il controllo, la vigilanza e la repressione delle violazioni (“visto che parliamo di un obbligo di legge”, osserva ancora Favetta) e la riduzione delle tariffe per gli utenti virtuosi. Il Coordinamento Regionale del Comparto Igiene Ambientale della FP CGIL, ha criticato anche la scelta di dividere la gestione integrata del ciclo dei rifiuti demandando la gestione dello smaltimento, della raccolta e degli impianti esistenti a società diverse da quella che, in un prossimo futuro, dovrebbe gestire gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti non differenziabili. “Il Ciclo dei rifiuti deve essere assolutamente integrato – sostiene ancora il sindacato – affinché i costi della pulizia delle strade e della raccolta dei rifiuti, che risultano essere la parte “povera” dello stesso e caratterizzati da forti spese, siano compensati dai benefici/utili derivanti dall'impianto di smaltimento finale”. Favetta è intervenuto sullo stesso argomento dichiarando: “Occorre evitare che i costi della parte 'povera' ricadano esclusivamente sulle spalle dei cittadini – spiega attraverso l'aumento delle tariffe, e sui diritti dei lavoratori del settore (a cui si deve applicare obbligatoriamente il CCNL igiene ambientale) e, contestualmente, i guadagni della parte 'ricca' siano esclusiva dei soliti noti”. Ciclo integrato dei rifiuti e unico soggetto di gestione (raccolta e smaltimento finale) significano anche tutele certe per l'ambiente e per il territorio garantito attraverso la tracciabilità di tutti i rifiuti umbri (dalla nascita al recupero anche energetico) con un unico soggetto gestore responsabile e con le istituzioni impegnate al controllo e alla verifica. La FP CGIL Umbria, nel frattempo, ha chiesto incontri ai Presidenti degli ATO per avere chiarimenti sullo stato degli affidamenti, che si stanno predisponendo negli Ato 1 – 3 e 4, e all'ATO 2 per conoscere gli orientamenti che stanno maturando sull'intero ciclo dei rifiuti. Inoltre, ha chiesto un confronto anche con l'Assessore Regionale all'Ambiente per intervenire con determinazione e con tutti i soggetti interessati sulle criticità che se non affrontate porterebbero a breve l'Umbria in emergenza rifiuti.
EMERGENZA RIFIUTI IN UMBRIA: LA CGIL CRITICA IL PIANO REGIONALE DI GESTIONE
Mar, 26/10/2010 - 19:09