È in una fase di stallo la politica spoletina, chiamata a ottobre a scegliere la nuova guida amministrativa, quanto meno sotto il profilo dei candidati sindaci, con tante partecipazioni di nozze già spedite a destra e manca ma senza ancora nessun matrimonio definito.
Di definito al momento c’è ben poco, per cui le previsioni sono di prossimi ribaltoni e controribaltoni che rendono “l’offerta politica” sempre meno credibile, come fosse una guerra tra bande per la conquista del territorio, dove ogni accordo può risultare utile pur di raggiungere lo scopo finale.
Di sicuro i partiti e movimenti che hanno sfiduciato la giunta di Umberto De Augustinis (Fd’I, Lega , Pd, Ora Spoleto, Spoleto popolare e Alleanza civica) non sono intenzionati ad un governo di salute pubblica, anche a scadenza, per cercare di pacificare la città. Una richiesta sentita dalla base ma che i 3 partiti, più per questione di bandiera, non sono intenzionati ad accogliere. Ognun per sé e Dio con tutti.
Qualcosa comunque comincia a muoversi e proprio il Pd, che sembrava incagliato per la autocandidatura di Giancarlo Cintioli, ha preso la decisione di schierare il proprio segretario Stefano Lisci quale candidato Sindaco.
Cintioli spacca il Pd che sceglie il Lisci
A complicare le cose in casa dem, dopo l’uscita di scena di Marco Trippetti, su cui erano riposte le speranze non solo della maggior parte dei dem ma anche di buona parte del civismo e forse anche di pezzi del centrodestra, era stata la “ingombrante” autocandidatura di Giancarlo Cintioli, di certo l’iscritto più titolato per ambire allo scranno più alto della città con gli innumerevoli incarichi di presidente Asem, pluriassessore, consigliere regionale per due mandati.
Se l’età non ne aiuta l’immagine (ha compiuto 72 anni), Cintioli può vantare una solida esperienza politica e amministrativa, anche se, come gli hanno ricordato in questi giorni, non ha prodotto molti risultati nel formare una nuova classe dirigente, né per lo sviluppo per la città.
Martedì scorso, nel corso della segreteria, c’è chi gli ha ricordato come fu proprio Cintioli a rallentare la candidatura di Daniele Benedetti nel 2009, a rompere l’accordo – siglato nella propria abitazione alla presenza dell’ex presidente Marini – sul nome di Fabrizio Cardarelli (cosa che comportò la disfatta del piddì e del candidato Dante Andrea Rossi) e, non da ultimo, di non aver certo speso tutte le proprie energie per quella più recente di Camilla Laureti.
Cintioli aveva replicato con fare duro e che, pd o non pd, la corsa la giocherà, anche fosse con la sola propria lista civica e con gli alleati che aveva già individuato. Facendo tutto da solo, senza alcun passaggio nel partito. Trovando, ad onor del vero, sponda nei circoli di San Giacomo e Pontebari (dove è ancora forte l’influenza bocciana) che con una nota stampa, a firma della sempreverde Pina Silvestri, chiedevano al partito di unirsi intorno al suo nome.
Nonostante anche il segretario regionale Tommaso Bori avesse chiarito a Cintioli che non poteva essere lui il candidato ideale.
Così ieri sera la segreteria si è nuovamente riunita e ha deciso per rompere le troppe pressioni e tensioni, candidando al tavolo della coalizione il nome di Stefano Lisci. Una decisione che i maligni dicono fosse pronta da tempo e attendesse solo di essere presentata.
Di poco fa la nota ufficiale della segreteria di Viale Treno e Trieste: “La scelta di Lisci è nata per superare le fibrillazioni venutesi a creare con le due autocandidature, quella di Giancarlo Cintioli e Danilo Chiodetti. Quest’ultimo facendo un passo indietro ha indicato nel segretario comunale la candidatura di garanzia. E’ stata espressa con forza la necessità di procedere abbandonando metodi del passato che prevalicavano il dibattito democratico all’interno del partito e quei personalismi che hanno prodotto danni gravissimi, non soltanto al partito, ma soprattutto alla città. Lisci, eletto segretario dall’unanimità degli iscritti tre mesi fa, ha inoltre dimostrato negli anni un peso di consensi elettorali significativo e duraturo. Il Partito Democratico di Spoleto intende aprire il dialogo con le altre forze politiche in maniera trasparente e leale proponendo un confronto inter pares. L’obiettivo è non permettere ai partiti di destra, che stanno fallendo ovunque governano, di riprendere in mano la città. Per questo si cercherà di ampliare l’orizzonte della coalizione chiamando tutte le forze che non si riconoscono nella destra a realizzare un progetto di rilancio della città”.
Dunque out Cintioli che a questo punto dovrà decidere se proseguire la corsa (con conseguente espulsione dal pd) o fermarsi.
Al centro con la voglia di nozze, ma non si sa con chi
Alla segretaria provinciale del pd Camilla Laureti il compito i avviare le prime interlocuzioni con i vari schieramenti. Alcuni contatti ci sono già stati con i centristi di Andrea Fora, il consigliere regionale che ha fondato CiviciX intorno al quale si sono già stretti vecchi e nuovi movimenti come Spoleto Sì del liberale Maurizio Hanke, Spoleto futura dell’ex Ncd e civica Maria Elena Bececco, Difendiamo Spoleto dell’ex Msi e poi portavoce del Pd Michael Surace sostenuto da due big del passato diesse-pd come Massimo Brunini e Laura Zampa, fautori della vittoria di misura di De Augustinis. A cui si unisce in queste ore il partito di Matteo Renzi, Italia Viva, della coordinatrice locale Manuela Albertella.
Mentre resta da capire dove si posizionerà “Spoleto 2030”, il braccio civico di Azione, il partito fondato dall’europarlamentare Calenda, che si dice non essere interessato a “tatticisimi” e a contrarre accordi solo con chi dispone delle “migliori competenze ed esperienze”.
La partita di Fora è abbastanza chiara: raccogliere il maggior consenso possibile, trascurando il passato dei singoli, per poi andare a trattare con i big.
Per il Pd resta da capire se e come superare gli attriti che si verrebbero a creare con certi alleati, a cominciare dalla lunga fila di “ex”, defenestrati o allontanatisi nel tempo dal partito di Enrico Letta e di nuovo in corsa grazie al civisimo.
Ma Fora continua le proprie trattative anche con il partito del Cav, Forza Italia, il quale, presentato lunedì scorso dai vertici regionali, ha di fatto preso in consegna tutti gli assessori e consiglieri comunali rimasti fedeli a De Augustinis. Una mossa per incrementare il magro risultato elettorale del 2018 (5%), forse anche nella convinzione che, come più volte commentato dagli sfiduciati, “almeno l’80% della città è con De Augustinis“.
Ancora presto per sapere chi sarà il candidato di “Spazio civico”, anche se ormai la corsa è a due: l’agronomo Andrea Sisti (che non sarebbe mal visto dai dem) e la professoressa di matematica Maria Elena Bececco, le due figure meglio attrezzate per organizzare, specie economicamente, la campagna elettorale.
In tutto questo marasma c’è chi non esclude che alla fine si possa compiere a Spoleto quel “Patto del Nazzareno” che, attraverso la mediazione di Fora, potrebbe vedere il Piddì alleato con Forza Italia.
Il centrodestra con l’incognita matrimonio con Forza Italia
Sul fronte del centrodestra resta saldo l’asse Fd’I e Lega che entro martedì prossimo registrerà la decisione di Valentina Sabatini, la manager olearia e presidente Vuscom che ha accettato di valutare la propria candidatura per la guida della città. Al momento resta il nominativo più accreditato anche nelle segreterie regionali, che stanno comunque ragionando su un nome alternativo qualora la Sabatini dovesse dare forfait.
Intanto le segreterie regionali sono al lavoro per capire se è possibile ancora trovare un punto d’incontro con Forza Italia, su cui ovviamente pesa come un macigno l’aver imbarcato l’amministrazione uscita sconfitta dal voto del consiglio comunale (al netto dell’eventuale sospensiva del Consiglio di Stato su cui non c’è ancora una data certa), voto targato anche da Fd’I e Lega.
Da Perugia si azzarda che un accordo alla fine si troverà, anche se i due partiti sarebbero intenzionati a mettere un veto, in caso di vittoria, sull’ingresso in giunta di quanti hanno sostenuto l’ultima amministrazione.
I civici di Cardarelli e le nozze in sospeso
Restano alla finestra, almeno apparentemente, le due liste civiche che sostennero la vittoria di Fabrizio Cardarelli, Spoleto popolare e Alleanza civica, in vista che i partiti chiariscano le proprie posizioni.
Come già noto, i movimenti cittadini del compianto “prof” hanno posto come condizione essenzialmente due punti: la ripresa dei progetti portati avanti dalla penultima giunta e nessun accordo con il “passato” che ha portato Spoleto nella grave situazione economica e sociale in cui versa.
Un messaggio forte e chiaro per entrambi gli schieramenti, del centrodestra e centrosinistra. Una decisione ribadita martedì sera quando si sono ritrovati quasi tutti gli ultimi candidati alle ultime elezioni.
Profili & Co però solo apparentemente stanno a guardare se è vero che in questi giorni hanno avviato un confronto con l’ingegnere Vincenzo Rossi, già manager nel settore aeronautico e con una buona esperienza amministrativa che lo ha portato due anni alla presidenza della Vus.
Un nome, quello di Rossi, che potrebbe essere sottoposto anche agli eventuali alleati, anche se risulterebbe indigesto sia a Fd’I, sia al Pd.
Ma che potrebbe da solo bastare per ripetere una tornata come quella che, contro ogni pronostico, portò alla vittoria Cardarelli.
Sentenza contro ex Giunta, l’affondo di Pd e Fd’I
Intanto in città tiene banco la sentenza del Giudice del lavoro di Spoleto che ha condannato l’ex giunta De Augustinis per condotta antisindacale nell’aver sottoscritto il contratto integrativo locale con una sola sigla sindacale. Durissimi di affondi di Fd’I e Pd all’indirizzo della Giunta che, vale ricordarlo, poteva vantare 2 magistrati e 2 avvocati che, sulla carta almeno, avrebbero dovuto evitare simili conseguenze giuridiche.
Ex Giunta de Augustinis condannata per condotta antisindacale
“Piove ancora sul bagnato: con la quarta sentenza di condanna l’ex sindaco di Spoleto magistrato De Augustinis infila il poker anche nelle stanze dei Tribunali” scrivono gli iscritti di Giorgio Meloni “l’amministrazione De Augustinis aveva voltato le spalle praticamente alla totalità del personale dell’Ente che in questi anni aveva oltretutto lavorato sopra le forze trovandosi a gestire 2 emergenze storiche quali il sisma del 2016 e l’emergenza sanitaria Covid-19. Mai nella storia dell’ente alcun assessore al personale, alcun Sindaco ed alcuna Giunta aveva tenuto un tale comportamento ed una così grave violazione degli interessi dei dipendenti, così come accertata dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Spoleto. Siamo convinti che il commissario prefettizio Tiziana Tombesi e le future amministrazioni comunali saranno in grado di portare a termine nel migliore dei modi le trattative per il rinnovo del CID e di provvedere al pagamento del salario accessorio di tutti i dipendenti dell’ente. Responsabilmente ci scusiamo con tutto il personale dipendente ringraziandolo per il lavoro coscientemente svolto”.
Analogo affondo dalla segreteria del Partito democratico spoletino: “Non meraviglia affatto la sentenza del Giudice del Lavoro di Spoleto, dottoressa Marta D’Auria che ha condannato il Comune di Spoleto per comportamento antisindacale. Era palese. L’ex sindaco Umberto de Augustinis e la sua Giunta hanno ancora una volta dimostrato incapacità amministrativa, e cosa più grave, ignoranza di normative e leggi. In questo caso ad essere violato e ignorato è stato il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro che è l’abc dei rapporti che regolano una pubblica amministrazione ai propri dipendenti. E’ incomprensibile l’ostinazione a portare avanti cause la cui inevitabile sentenza è la condanna – prosegue la nota del Pd -. Come si poteva pensare di applicare la contrattazione con la firma di una sola sigla sindacale, quando la Rsu e le altre organizzazioni sindacali non l’avevano sottoscritta? Il ricorso è stata la logica conseguenza di una violazione palese e la sentenza non poteva essere che quella di condanna. Una pessima figura, un danno morale, non solo economico ai dipendenti ai quali si voleva imporre, senza rispetto, un’impostazione dell’organizzazione dell’ente respinta dalla maggioranza”.
E ancora rivolta all’ex Giunta: “Non si è minimamente provveduto alla riorganizzazione degli uffici che risultano carenti di personale in maniera preoccupante. Si rivolgono a noi cittadini sgomenti per l’impossibilità di ottenere in tempi accettabili risposte alle loro esigenze in settori strategici. La macchina comunale è allo sbando come mai si era visto. La maggior parte dei dipendenti soffre per carichi di lavoro eccessivi e subisce l’umiliazione di vedere la propria professionalità sottoposta a critiche e a ingiuste recriminazioni. Una situazione che va tempestivamente risolta in primis con l’assunzione di forze nuove da affiancare a chi può trasferire esperienza e competenze. Questo è uno dei punti per i quali il Partito Democratico di Spoleto si batterà quando finalmente la città di Spoleto potrà contare su un’amministrazione comunale competente in grado di ridare slancio alla città e riconquistare la fiducia dei cittadini”
© Riproduzione riservata