Entro il 15 dicembre la "prenotazione" del contributo pena la sua decadenza, mancano all'appello il 37% degli edifici danneggiati in Umbria
Circa un terzo degli edifici danneggiati dal sisma del 2016 non saranno probabilmente ricostruiti in Umbria. E’ l’amara sorpresa che emerge dai dati del commissario straordinario alla ricostruzione.
Se è vero infatti che c’è tempo ancora fino al 15 dicembre 2021 per presentare la manifestazione di volontà a richiedere il contributo – una sorta di prenotazione – prima che non sia più possibile farlo, è vero anche che coloro che sono realmente interessati a ricostruire hanno presentato domanda in questi ultimi 5 anni ed in particolar modo negli ultimi mesi dopo l‘accelerata impressa dalla struttura del commissario Giovanni Legnini. Il timore, dunque, è che da qui a poco più di un mese le nuove richieste non saranno numerose.
Edifici danneggiati dal sisma, in Umbria mancano all’appello 4.397 domande di contributo
Visto che però si tratta dell’ultima “chiamata” prima che decada il diritto ad ottenere il contributo pubblico, dalla struttura commissariale è partita una lettera indirizzata ai sindaci dei comuni interessati da danni nelle quattro regioni chiedendoli di avviare qualsiasi iniziativa possibile per sensibilizzare i cittadini.
In Umbria, a seguito delle scosse di terremoto del 2016, sono stati censiti 11.890 edifici danneggiati e certificati da schede Aedes o Fast, di cui circa 8mila nei comuni del cosiddetto cratere (oltre 3.500 solo nel comune di Norcia) e circa 3.800 nel resto del territorio regionale. Su 92 comuni umbri, si sono registrati danni su ben 74 di essi. Ma per 4.397 immobili inagibili non è stata presentata alcuna domanda di ricostruzione. In particolare, 2.604 di questi immobili sono situati nell’area del cosiddetto cratere, mentre i restanti 1.793 nel resto della regione.
Il cosiddetto indice di copertura (il rapporto tra edifici danneggiati e domande presentate o “prenotate”) in media in Umbria è del 63%. Ma distinguendo l’area del cratere ed il resto dell’Umbria, si nota che è il 67,6% nei 15 comuni più colpiti ed appena il 53,5% fuori dal cratere. Insomma, in quest’ultima area circa la metà degli immobili con danni del terremoto rischia (e la probabilità è molto concreta) di non essere ricostruita e di rimanere abbandonata.
Edifici danneggiati e domande, la situazione Comune per Comune
Di seguito la situazione per ciascuno dei 74 Comuni (in ordine alfabetico) dove sono riscontrati danni dal sisma, con il raffronto tra le domande presentate o “prenotate” sugli edifici danneggiati dal terremoto secondo quanto risulta dalle schede Aedes o Fast. In grassetto i comuni che fanno parte del cratere del sisma.
- Acquasparta 33 domande su 77 immobili inagibili
- Alviano 6 su 3 edifici (dunque più richieste di contributo rispetto agli immobili inizialmente indicati come inagibili)
- Amelia 20 su 45
- Arrone 52 su 81
- Assisi 27 su 96
- Avigliano Umbro 27 su 41
- Baschi 3 su 4
- Bastia Umbra 9 su 39
- Bettona 12 su 44
- Bevagna 81 su 115
- Calvi 8 su 16
- Campello 65 su 103
- Cannara 38 su 81
- Cascia 635 su 1019
- Castel Ritaldi 60 su 112
- Cerreto 109 su 182
- Città di Castello 2 su 8
- Collazzone 23 su 36
- Corciano 0 su 1
- Costacciaro 3 su 7
- Deruta 29 su 31
- Ferentillo 84 su 135
- Foligno 360 su 659
- Fossato di Vico 10 su 29
- Fratta Todina 9 su 17
- Giano dell’Umbria 46 su 89
- Giove 2 su 3
- Gualdo Cattaneo 123 su 216
- Gualdo Tadino 85 su 189
- Guardea 4 su 6
- Gubbio 128 su 188
- Lisciano Niccone 0 su 1
- Lugnano in Teverina 3 su 8
- Magione 1 su 4
- Marsciano 108 su 148
- Massa Martana 31 su 58
- Monte Castello di Vibio 9 su 20
- Montecastrilli 52 su 86
- Montecchio 2 su 8
- Montefalco 185 su 321
- Montefranco 22 su 38
- Monteleone di Spoleto 108 su 144
- Montone 0 su 4
- Narni 30 su 72
- Nocera Umbra 46 su 113
- Norcia 2518 su 3560
- Orvieto 0 su 3
- Otricoli 6 su 8
- Panicale 1 su 2
- Passignano 1 su 1
- Penna in Teverina 0 su 3
- Perugia 24 su 75
- Piegaro 2 su 1
- Poggiodomo 57 su 74
- Polino 2 su 5
- Preci 390 su 654
- San Gemini 3 su 8
- San Venanzo 7 su 8
- Sant’Anatolia 57 su 72
- Scheggia e Pascelupo 27 su 35
- Scheggino 42 su 58
- Sellano 150 su 236
- Sigillo 5 su 9
- Spello 75 su 145
- Spoleto 1168 su 1703
- Stroncone 4 su 4
- Terni 74 su 133
- Todi 73 su 127
- Torgiano 1 su 8
- Trevi 56 su 123
- Umbertide 3 su 1
- Valfabbrica 14 su 27
- Vallo di Nera 37 su 74
- Valtopina 6 su 36
La lettera di Legnini ai sindaci
Come detto, dunque, il commissario Legnini ha scritto ai sindaci di oltre 500 comuni nelle quattro regioni del cratere 2016 invitandoli a prendere ogni iniziativa possibile per raggiungere i proprietari delle case inagibili che non hanno ancora fatto passi concreti per la ricostruzione. I cittadini che non hanno ancora presentato agli Uffici speciali regionali la richiesta di contributo insieme al progetto dell’intervento hanno infatti l’obbligo di trasmettere al commissario, in via telematica, una manifestazione di volontà a richiedere il contributo stesso, pena la sua decadenza, entro il prossimo 15 dicembre.
Con la lettera del commissario ai sindaci è stata consegnata la lista delle richieste di contributo già pervenute agli Uffici speciali e delle manifestazioni di volontà inviate al commissario relative al proprio comune, perché possano procedere alle verifiche e sollecitare i proprietari.
Mancano 22mila edifici danneggiati nel centro Italia
Analizzando il dato complessivo nelle quattro regioni, le manifestazioni di volontà già presentate sono 27mila e riguardano 37.200 edifici, che si aggiungono ai 21.100 per i quali esiste già la richiesta di contributo, per un totale di 58.300 edifici, un numero molto elevato ma ancora distante da quello degli edifici censiti come inagibili dopo il sisma, che erano 80.300. Sulla carta mancano dunque 22mila edifici, e anche se molti di questi potrebbero non aver diritto al contributo, perché già all’epoca inutilizzati o collabenti, si è deciso di mantenere aperta la finestra per le prenotazioni fino a metà dicembre. Degli edifici che mancano all’appello, 9.500 sono nelle Marche, 5.300 in Abruzzo, 4.400 in Umbria e 2.700 nel Lazio.
Nelle Marche, tuttavia, si registrano le percentuali più alte di contributi richiesti o prenotati rispetto al danno subito, con una “copertura” media del 79%, seguita dal Lazio con il 73%, l’Umbria con il 63%, l’Abruzzo con il 58,8%, a fronte di una media del 72,6% nelle quattro regioni colpite dal sisma.