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ECCO CHI SONO I 18 “POTENTI” DI SPOLETO

Redazione

ECCO CHI SONO I 18 “POTENTI” DI SPOLETO

Dom, 16/12/2007 - 12:30

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di Matteo Borrelli *

Parli di potere ed a Spoleto vengono subito in mente le due banche cittadine. La Banca Popolare di Spoleto, che nonostante la compartecipazione del Monte dei Paschi di Siena, sinora è riuscita a mantenere il suo modello di piccola banca autonoma. Grazie alla solidità della Spoleto Credito & Servizi, che ne detiene saldamente il pacchetto di maggioranza.

E poi la Cassa di Risparmio di Spoleto, entrata, con la holding che ha sede proprio nella città ducale, nel gruppo Intesa Casse del Centro, uno dei maggiori a livello nazionale.

Potere finanziario, ma non solo. Nelle due sedi dirimpettaie divise da via Tobagi è una continua processione di imprenditori in cerca di un appoggio sicuro per far decollare la propria idea o salvare la barca che naviga in acque agitate, padri in attesa di un posto in giacca e cravatta per il proprio figlio appena laureato, presidenti di associazioni sportive o culturali desiderose di sponsorizzazioni.

E' per questo che Alberto Pacifici, già presidente degli industriali spoletini e vice presidente di Abi Umbria, e Giovanni Antonini, presidentissimo della Bps e uomo di spicco (pur senza ricoprire cariche politiche) di Alleanza nazionale, sono i personaggi più adulati (e temuti) da chi vive o anche solo transita a Spoleto.

Ed hanno qualcosa a che fare con le due banche anche gli altri potenti spoletini. Indifferentemente dal fatto che abbiano mantenuto un comportamento informale come il professor Fabrizio Cardarelli, presidente della Spoleto Credito & Servizi, o lo stile british del suo vice, Danilo Solfaroli, che si divide tra Spoleto e Perugia. E ancora, sempre per restare in “zona Bps”, l'avvocato Marco Bellingacci e l'imprenditore Nazzareno D'Atanasio, al quale si rivolgono decine e decine di giovani in cerca di una prima occupazione.

Oppure, sulla sponda Carispo, l'impegnatissimo Gianni Conti, il distributore dell'informazione spoletina e l'amico di tutti: se si vuole ottenere l'invito ad un ricevimento importante è a lui che occorre rivolgersi. E l'immancabile Dario Pompili, presidente della Fondazione Carispo, dispensatrice di contributi. E mister Ovito-Interpan, Torquato Novelli. Sempre sulla cresta dell'onda, dopo tanti anni, Loreto Luchetti. Quando poi si avvicina il momento delle elezioni, di qualsiasi elezione, gli spoletini fanno a gara per evocare i potenti del mondo finanziario o, al contrario, per esorcizzarne la scesa in campo.

Intanto, ai vertici della politica spoletina resta saldamente Massimo Brunini, l'analista di laboratorio che ha dimostrato di trovarsi a proprio agio, indistintamente, alla sagra della castagna come sull'elicottero della famiglia Castiglioni-Cagiva. Capopopolo pronto a salire sulle barricate, ma anche a sedere al tavolo da poker con altri potenti, secondo il nuovo corso della sinistra nell'era del Partito democratico. Più che un sindaco un sovrano, secondo i suoi detrattori. Chi lo ama lo ha eletto a simbolo della spoletinità redenta. Certo, mettersi di traverso sulla sua strada è pericoloso. Lo sanno bene gli oppositori politici (soprattutto quelli del suo stesso partito) triturati in questi anni. E lo sa bene Francis Menotti, durato appena sei mesi dalla scomparsa del padre.

Dietro di lui Sandro Frontalini, il Richelieu del Ducato di Brunini. L'uomo chiamato a sbrogliare le matasse divenute troppo intrecciate. Tanto da suscitare le gelosie degli assessori, molto meno potenti di lui.

E così come dirimpettaie sono le due sedi delle banche spoletine, al cospetto l'uno dall'altro si trovano il Municipio (appena ristrutturato) e la Curia arcivescovile. Monsignor Riccardo Fontana è diventato subito spoletino. Punto di riferimento per i fedeli, ma anche per coloro che in chiesa si recano solo a Natale ed a Pasqua. Sintomatico il fatto che i piccoli imprenditori del tessile, alle prese qualche tempo fa con una tremenda crisi economica, lo abbiano posto in cima alla lista delle persone alle quali chiedere un sostegno. In varie occasioni, l'arcivescovo è stato chiamato in causa anche su questioni politiche. Ma lui si è chiamato sempre fuori, ricordando il ruolo super partes di chi si trova a guidare la Chiesa. Certamente, ha contribuito a far uscire Spoleto dal suo isolamento “d'oro”, avvicinandola a Perugia e soprattutto a Roma, dove resta particolarmente apprezzato.

E' stato potente da sindaco e lo è rimasto da presidente della Ssit Giancarlo Tulipani: sulle “sue” scale mobili transiteranno (si spera) migliaia di turisti. Svaria invece dalle assicurazioni alle banche, dall'acqua al gas Angelo Mariani, il Signor Unipol, consigliere della Vus.

Principe di eleganza, oltre che del Foro spoletino, è l'avvocato Salvatore Finocchi, presidente della Camera penale, una irrefrenabile passione per le Ferrari. E' lui a guidare la pattuglia degli avvocati spoletini. Casta potente al pari di quella dei medici, che non a caso continua a dare alla città politici ed amministratori. E' invece imprenditore edile Mauro Del Frate, uno che compare poco, ma che in città conta molto.

Tanti potenti uomini, alcuni dei quali spesso si ritrovano, insieme a personaggi eccentrici, nel salotto di una donna, la signora Chiara Profili, mecenate del Teatro Lirico Sperimentale, in grado di dettare l'agenda culturale spoletina. E' ai suoi ricevimenti che viene decretato, in modo indiscutibile, ciò che è “in” e cosa è invece “out”.

* Il Giornale dell'Umbria – edizione di domenica 16 dicembre 2007


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