Hanno ritirato in questi giorni il primo pagamento della cassa integrazione del 2020 e ne hanno impegnata una parte per acquisti di beni per il Banco di Solidarietà. I dipendenti della Jp Industries hanno risposto all’appello del delegato Fiom-Cgil, Luciano Recchioni, e con questo gesto hanno deciso di dare un contributo di solidarietà a “chi sta peggio di noi”.
La donazione di beni di prima necessità
“Avremmo voluto farlo prima ma non avendo fatto nemmeno un ora di lavoro nel 2020, abbiamo dovuto attendere il pagamento della cassa integrazione che è avvenuta in questi giorni, a cinque mesi dalla firma” – spiega Recchioni. Con quanto raccolto sono stati acquistati dei beni di prima necessità che sono stati consegnati a Giuseppe Ascani e Bruno Minelli, presidente e vice presidente del Banco di Solidarietà che comprende l’intero comprensorio eugubino-gualdese.
Il punto della situazione Jp
Recchioni prende spunto da questa occasione anche per richiamare l’attenzione sulla vicenda della J.P. Industries. Infatti il prossimo 31 luglio è fissata la scadenza degli ammortizzatori socali e “con essi anche l’esistenza dell’azienda – sottolinea il sindacalista. “Abbiamo notizie vaghe di un accesso da parte della azienda alla cassa integrazione per Covid-19 che, vista la situazione è già importante, ma è sul lavoro che noi chiediamo chiarezza ai vertici aziendali. Non sappiamo che fine ha fatto il progetto legato al concordato che prevedeva un taglio di circa 350 lavoratori su 600 che, di certo, non ci piaceva prima figuriamoci oggi. Non sappiamo se la produzione degli elettrodomestici è ancora nei pensieri della proprietà, queste ed altre domande le vorremmo fare alla azienda – ribatte Recchioni chiedendo un incontro “chiarificatore visto che, alla luce della normativa legata all’emergenza Coronavirus, sono previste ingenti risorse a sostegno delle aziende di cui potrebbe usufruire anche la stessa J.P. Industries”.