Il Partito Democratico dell'Umbria ha indetto per venerdì 10 ottobre alle ore 17,00 (Villa Redenta) un Forum regionale sul lavoro. La relazione introduttiva sarà di Valentino Filppetti (Presidente Forum Regionale sul lavoro Pd). Interverranno: Maria Pia Bruscolotti (Segretaria regionale PD), Paolo Baiardini (Consigliere Pd Regione Umbria), Manlio Mariotti (Segretario regionale CGIL), Maria Prodi (Assessore regionale), Emanuele Pica (Esecutivo regionale PD), Ricciarelli (CISL Umbria). La conclusioni di Tiziano Treu (Capogruppo PD Commissione Lavoro Senato).
“Spoleto – Il lavoro da reinventare”
Spoleto è sempre stata, storicamente, una città dove la presenza di attività inerenti i servizi e la presenza della grande industria hanno fortemente influenzato l'approccio al lavoro e soprattutto al modo di intraprendere.
Questo perché il passaggio da una economia agricola, per la maggior parte basata su piccoli latifondi, ad una economia industriale e di servizi non è stata accompagnata dalla crescita del tessuto imprenditoriale ma si è spostata, a partire dalle miniere di Morgnano e dalla crescita delle Banche sull'insediamento di entità di ampie dimensioni (ovviamente in comparazione con le dimensioni della città e del suo territorio).
La presenza di Istituti di Credito, di industrie pesanti e la vicinanza con Terni che, con le sue acciaierie, costituiva bacino di impiego, hanno sempre condizionato il tipo di lavoro che a cui tendeva la popolazione spoletina.
Così non si è avuta, come in altre città dell'Umbria, una crescita omoge nee tra i diversi settori e la piccola e media industria ha sempre avuto difficoltà a generare posti di lavoro e ad imporsi come modello di sviluppo.
La difficoltà a far crescere una classe imprenditoriale adeguata (salvo alcuni casi sporadici ed alcuni settori ben precisi e determinati) e la mancanza di infrastrutture che ha tenuto lontano gli investitori e gli imprenditori non autoctoni hanno così contribuito alla situazione attuale che vede, con il progressivo decadimento della grande e media industria e nei servizi (Pozzi, Acciaierie, Cotonificio, Minerva, riduzioni di personale in alcune aziende di servizi locali, ecc.) la necessità di riorientare l'approccio al lavoro nella città di Spoleto.
Già negli ultimi decenni si è assistito ad una parziale riconversione per quello che riguarda il settore turistico, che sta diventando e deve diventare un settore sempre più importante nell'economia di Spoleto.
Occorre però creare nuove opportunità di lavoro, inventando un nuovo modello di sviluppo che pur essendo dipendente dalla realizzazione ormai non più rimandabile delle infrastrutture necessarie, deve poter attrarre investitori ed imprenditori e deve creare nuove filiere di prodotti e servizi in collegamento stretto con il resto del tessuto produttivo umbro.
Occorre altresì mettere a frutto l'ampio patrimonio artistico culturale della città di Spoleto per fare della cultura e dell'arte volani per la creazione di una economia che non sia, come quella dei decenni precedenti, strettamente dipendente dalle situazioni economiche di pochi attori importanti, ma che possa avere stabilità e crescita territoriale maggiori.
È una sfida che deve essere raccolta da chi amministra la città e dalle forze sociali, che insieme devono reinventare un nuovo approccio mal lavoro ed un nuovo modo di porsi nel territorio e nei confronti dei territori vicini.
