di Francesco de Augustinis

Riguardo la controversa questione dei rifiuti in Umbria, con sei discariche regionali in via di esaurimento, la presidente della regione Catiuscia Marini ha detto ieri presentando il nuovo Documento annuale di Programmazione (leggi), che l'azione della regione per il 2011 punterà a “dare un'accellerazione all'attuazione del piano regionale dei rifiuti, sul quale non è intenzione della giunta riaprire una discussione”.

Entro la fine del 2011, la regione ha dunque intentenzione di muoversi sul doppio binario dell'implementazione della raccolta differenziata in tutti i comuni, che dovrano tentare di raggiungere il 65 per cento per il 2012, e di portare a termine un piano di fattibilità per l'impianto di incenerimento nell'Ati2.

Stando al discorso introduttivo sul Dap della presidente della regione, l'implementazione almeno al 50 per cento della raccolta differenziata anche nei comuni più attardati dell'Umbria è un passaggio necessario per dare il via alla costruzione “degli impianti per il ciclo finale” -come vengono tassativamente chiamati adesso gli inceneritori/termovalorizzatori- che dovranno bruciare la frazione secca dei rifiuti.

Per innalzare i livelli di raccolta differenziata in tutta la regione, la Marini ha detto che la via preferenziale individuata dal Dap è quella della raccolta porta a porta, che è l'unico metodo che ha permesso in molti casi (tra cui emblematico quello di Perugia), di innalzare rapidamente le percentuali di raccolta.

“Il problema -secondo la governatrice- è l'impegno finanziario molto elevato per intervenire con un modello organizzativo del cosiddetto porta a porta o similari, che permette l'innalzamento in tempi molto brevi (della percentuale di raccolta differenziata)”.

Nel 2011 la regione ha intenzione di “richiamare le amministrazioni meno virtuose, ferme magari al 12 per cento”, adottando un sistema di premi e sanzioni per chi non raggiunge gli obiettivi stabiliti.

“La giunta, in aggiunta alle risorse finanziarie provenienti dalle tasse (sui rifiuti), ha messo a disposizione ulteriori risporse per circa un milione e mezzo di euro … e ha sottoscritto un protocollo di intesa con i comuni per recuperare più velocemente e innalzare rapidamente la percentuale di raccolta”.

Entro la fine del 2011, poi, la giunta conta di ottenere dalle amministrazioni interessate (in particolare quella di Perugia), un completo studio di fattibilità per l'impianto di incenerimento che vi dovrà sorgere entro l'anno prossimo.Secondo il testo del documento approvato ieri, “entro il 2011, dovranno essere risolte le questioni ancora aperte relative alla chiusura del ciclo dei rifiuti definendo, attraverso l'approvazione dei Piani di Ambito, la localizzazione del nuovo impianto di trattamento termico nel territorio dell'Ati2 (Perugia, ndr), a servizio anche dell'Ati1 (Città di Castello-Gubbio, ndr) e dell'Ati3 (Spoleto-Foligno, ndr), e l'individuazione dell'impianto esistente nel territorio e a servizio dell'Ati4 (Terni-Orvieto, ndr)”. Il fatto che il presidente della regione abbia parlato ieri al plurale di “Ati che hanno scadenze per individuare i luoghi per la disposizione degli impianti per il ciclo finfale”, lascia aperto poi il discorso per l'individuazione di altri impianti oltre a quello previsto a Perugia, con particolare riferimento agli impianti industriali con capacità di incenerimento (come la cementerie), anch'essi contemplati nel Piano regionale dei rifiuti.

Nel medio e lungo periodo, l'obiettivo della giunta Marini è quello di portare l'Umbria ad essere una delle prime regioni ad “abbandonare il sistema delle discrariche”. Per il 2011, intanto, il Dap prevede l'ampliamento delle discariche in esaurimento di Belladanza, Borgo Giglione e Le Crete e la chiusura definitiva di Pietramelina e S. Orsola. Colognola, secondo il documento, sarà invece utilizzata solo per lo smaltimento di rifiuti speciali.

Durante la discussione di ieri sul Dap, l'argomento dei rifiuti è stato particolarmente al centro delle polemiche all'impostazione della giunta da parte dell'opposizione. Avallando tutti la prospettiva dell'inceneritore, le critiche si sono incentrate su quello che è stato definito uno “scarica barile” della regione alle amministrazioni comunali sul implementazione della differenziata.

“Non si può non dire che questa mossa sia un po' furbetta”, ha detto il consigliere Franco Zaffini (Futuro e Libertà). “Si farà il termovalorizzatore quando i comuni saranno arrivati al 50 per cento della differenziata… è uno scaricabarile sui comuni”. Secondo il consigliere di opposizione, in questo modo “il Dap non sarà alla base di niente”, e “bisogna fare prima del raggiungimento” l'impianto di incenerimento.

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