Da. Bac.
“La tenuta della filiera del tabacco in Italia e' a rischio. Già nel 2012 sono emersi segnali preoccupanti: dal -30% delle superfici coltivate a tabacco, alla crescita del mercato illegale dei prodotti da fumo, pari ormai al 10% dei consumi totali, con perdite di valore per produttori, distributori ed Erario. Tra l'altro, lo scenario futuro non e' incoraggiante. La sostenibilità della filiera appare veramente in pericolo: questo a causa della nuova Pac (Politica Agricola Comune, una delle politiche comunitarie di maggiore importanza, che impegna circa il 34% del bilancio dell'Unione Europea, ndr) che per i tabacchicoltori potrebbe significare (molto dipenderà dalle scelte nazionali) il dimezzamento dei premi Ue e anche a causa della revisione della direttiva prodotto, che prevede campagne shock anti-fumo sui pacchetti di sigarette, rischiando di avere un doppio impatto, con il possibile crollo delle entrate fiscali e un’ulteriore crescita del commercio illegale”. A riferire tutto ciò è Denis Pantini, direttore area Agricoltura e Industria alimentare di Nomisma, che ha presentato ieri pomeriggio (giovedì 5 settembre, ndr) a Città di Castello, nella Sala degli Specchi del Circolo degli Illuminati, il “XVI Rapporto sulla filiera del tabacco in Italia”, che da anni offre una fotografia puntuale dei numeri della filiera. Questi numeri sono condizionati, come detto, soprattutto dalle decisioni politiche.
Di fronte al tracollo di uno dei fiori all’occhiello del made in Italy, sotto i colpi non tanto del mercato quanto di una politica agricola Ue praticamente punitiva, la filiera del tabacco prova a fare appello contro alcune decisioni comunitarie che rischiano di infliggere il colpo di grazia al settore poiché, dice ancora Pantini, “il declino della produzione nazionale è un fenomeno in atto da ormai dieci anni, ma un calo così secco non si era mai registrato”. Il Veneto, ad esempio, ha dimezzato la produzione ed è una delle regioni andate meglio, mentre l'Umbria, accusa un calo che sfiora il 20%.
L’intervento di Verini – Sull’argomento è intervenuto poi l’onorevole Walter Verini, alzatosi dal pubblico e invitato a dire la sua da coloro che hanno presieduto l’incontro: l’assessore all’Agricoltura della Regione, Fernanda Cecchini, e il sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchetta, entrambi concordi sull’affermare come il tabacco sia vitale, da sempre, anche per la città alto tiberina, “sede ideale di questo convegno”. L’onorevole tifernate, parlando a nome del coordinamento dei parlamentari italiani per la tutela della produzione tabacchicola, ha assicurato che ci sarà il massimo impegno, “a partire da una missione a Bruxelles i primi di settembre”, per correggere alcuni aspetti della nuova Pac. “Sulla direttiva Ue in materia di tabacco la penso un po' come la pensa la filiera. – dice Verini – Sono direttive che hanno un sapore essenzialmente proibizionista e questo non va bene. Non va bene perché noi siamo per la tutela della salute, per una lotta dura contro il tabagismo, specie minorile, siamo contro qualsiasi eccesso, ma tuttavia vogliamo difendere la qualità. Non è con il proibizionismo che si combatte efficacemente il consumo sbagliato di tabacco”.
“Noi pensiamo – insiste Verini – che ci debba essere un'educazione consapevole ma al tempo stesso una tutela vera della produzione italiana perché tutelare il prodotto di tabacco italiano significa tutelare un settore che in questi anni ha investito in tecnologia, in innovazione, in ricerca. E questo significa, investendo in qualità, avere un prodotto migliore ed evitare, con il proibizionismo, forme di contraffazione e contrabbando più nocive per la salute”.
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