“Si aggrava e si allarga la crisi in Umbria e in Italia”: lo comunica la CGIL dell'Umbria, riferendosi ai recentissimi dati sull’andamento della CIG aggiornati al mese di marzo, forniti dall’Osservatorio Nazionale del sindacato. Dati che si aggiungono a quelli sulla produzione industriale che diminuisce del 6,8%, mentre gli ordinativi calano del 4,3. La Cassa integrazione ordinaria si attesta al 112% nel primo trimestre 2012, rispetto all’anno precedente, è il più alto che si registra in tutto il Paese.
Preoccupazione per le nuove imposte in arrivo e per la pressione fiscle: “nel frattempo – si legge nella nota – si registra una contrazione nel consumo di beni e servizi, e i redditi da lavoro e da pensione sono falcidiati da nuove tasse, a livello locale e nazionale, oltre alle accise sui carburanti. La prospettiva dell’I.M.U., infine, rende il quadro ancora più pesante”.
Ecco perchè la CGIL ritiene necessaria una nuova politica economica, basata sugli investimenti produttivi, su un piano straordinario per il lavoro e sulla diminuzione del prelievo fiscale a carico dei lavoratori e dei pensionati.
“L’Umbria in questo quadro subisce i colpi della crisi in maniera proporzionalmente più rilevante di quanto non succeda a livello nazionale. E tutto questo è dovuto alla fragilità del nostro tessuto produttivo. Siamo convinti che la Riforma del Mercato del Lavoro debba prevedere uno strumento, attualmente assente, che tuteli in senso universalistico il mondo del lavoro”.
I dati – Guardando il dettaglio i dati relativi alla nostra regione, ed effettuando un confronto con il primo trimestre dell’anno precedente, la C.I.G. aumenta complessivamente del 57,9% che è il frutto e la sintesi di un aumento della C.I.G.O. del 112%, come abbiamo detto prima, mentre la C.I.G.S. aumenta dell’8% e la C.I.G.D. aumenta del 57%.
Tocchiamo il record negativo anche per quanto riguarda i lavoratori coinvolti in Umbria che a Marzo risultano essere ben 31.825.
Di questi 15.912 sono cassaintegrati a zero ore (3.381 in C.I.G.O., 1.756 in C.I.G.S. e ben 10.776 in C.I.G.D.). E' utile sottolineare che ogni lavoratore in C.I.G. a zero ore nei soli primi tre mesi del 2012 ha già perso ben 1.700€.
“Questi numeri parlano chiaramente di una crisi ampia e profonda che richiede un’inversione profonda sul versante sociale da parte del Governo e una nuova politica industriale. Per questo la CGIL è convinta dell’esigenza di continuare la mobilitazione, auspicabilmente la più ampia e unitaria possibile”.
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