Spoleto Popolare e Alleanza Civica hanno inviato al Sindaco di Spoleto, Umberto de Augustinis, una lettera aperta, con delle proposte, che potrebbero facilitare la difficile ripresa economica nella “fase 2” dell’ emergenza Coronavirus.
È un metodo inusuale per fare delle proposte, ma vista l’emergenza e la difficoltà di tenere delle riunioni è sicuramente il più pratico ed efficacie.
La lettera è stata inviata per conoscenza anche alle associazioni di categoria, soggetti che dovrebbero avere un ruolo attivo nelle fondamentali fasi di rilancio post pandemia. Per questo è stato anche chiesta l’istituzione di un tavolo permanente tra la Giunta, le associazioni di categoria e la conferenza dei capogruppo. Ecco il testo della lettera aperta:
Signor Sindaco,
Le inviamo questa lettera, anche in modo inusuale, ma vista l’emergenza Lei comprenderà, per darle il nostro contributo in merito a quella che può essere definita come la peggiore crisi economica dal dopoguerra ad oggi.
Il tessuto economico di Spoleto è provato ed in grande difficoltà per una serie di fattori sia antecedenti che contingenti al Coronavirus i quali possono essere così riassunti:
- Isolamento infrastrutturale; sia la Flaminia che la Tre Valli sono opere inadeguate, mai completate, che non favoriscono l’attecchimento e lo sviluppo economico di qualsiasi natura;
- Una crisi economica internazionale, generatasi con la crisi immobiliare dei primi anni duemila, i cui effetti non sono mai stati completamenti assorbiti;
- Gli effetti del sisma del 2016 e la difficile e incerta gestione della fase post-sisma, che si evidenzia con i tanti ritardi legati alla ricostruzione;
- Per finire oggi assistiamo ad una emergenza, il Coronavirus, che in primis è sanitaria ma poi inevitabilmente avrà gravi effetti economici e sociali.
La situazione è veramente drammatica, anche perché Spoleto è fragile da un punto di vista economico; sono poche le aziende del manifatturiero e si è puntato molto sull’economia legata al settore del turismo. Un settore purtroppo scomparso dopo il terremoto del 2016 che, a fatica e con grandi sforzi fatti sin dallo stesso anno, si era rimesso in moto e tra la fine del 2019 e gli inizi del 2020 vedeva una buona ripartenza, ma che oggi è di nuovo precipitato nel baratro.
Il vero problema è che, con il Coronavirus, ad essere messo in ginocchio è la maggior parte del sistema produttivo, anche quello slegato al settore turistico ricettivo.
Con la chiusura totale o quasi delle attività produttive, necessaria per contenere il contagio, molte di esse sono andate in sofferenza. Sicuramente sarà impossibile per le poche attività esistenti raggiungere gli obbiettivi previsti nei loro budget e sarà complicato per molte di loro riaprire, mantenere gli stessi livelli occupazionali o garantire il pagamento delle tasse o dei tributi.
In questi casi è più che mai necessario richiedere alla classe politica uno sforzo, una capacità di visione per la città. Una visione condivisa con i territori limitrofi e più in generale con la Regione. Quindi per gestire la fase successiva all’emergenza sanitaria, è fondamentale essere pronti e aver ben chiaro cosa chiedere ai soggetti interessati, che siano l’Europa, il Governo nazionale o Regionale. Non si può prescindere dal chiedere norme di semplificazione e misure economiche straordinarie, senza le quali è difficile immaginare una ripresa. Cerchiamo di dettagliare il ragionamento fin qui fatto.
Ci sono norme approvate dal Governo centrale nel 2018, volte al rilancio dell’area del cratere interessata dal terremoto del 2016, che avevano valenza anche per l’anno 2020 e che, se oggi non saranno prorogate e riproposte per gli anni successivi, vanificheranno gli effetti che avevano prodotto. Di cosa stiamo parlando?
Di quanto previsto dalla legge di bilancio del 2019, la quale prevedeva che, per le aree del cratere del terremoto del 2016 , all’art. 1 comma 997: “L’imposta per le insegne di esercizio di attività commerciali e di produzione di beni o servizi e la tassa di occupazione per gli spazi ed aree pubbliche ai sensi del decreto legislativo 15 novembre 1993, n. 507, non è dovuta per le attività con sede legale od operativa nei territori fino al 31 dicembre del 2020”.
Questo è un esempio concreto, ora proviamo a dare altri suggerimenti, a fare delle proposte concrete, in uno spirito costruttivo.
Considerato che a causa della pandemia del Coronavirus molte attività sono rimaste chiuse e che alcune misure atte al rilancio delle aree colpite dal sisma 2016 non potranno portare i benefici sperati, si dovrebbe chiedere, anche tramite l’ANCI, al Governo Centrale e Regionale, ognuno per la propria parte di competenza:
- Che venga concesso l’utilizzo, senza vincoli di destinazione, delle risorse obbligatoriamente accantonate( L. 145 del 2018) dell’avanzo di amministrazione del consuntivo 2018, che per Spoleto sono circa 5 milioni di euro;
- Che le agevolazioni previste per l’anno fiscale 2020, varato decreto del MEF del 2019 in materia di esenzione TOSAP e le imposte per le insegne di esercizio etc.., vengano riproposte anche per gli anni fiscali 2021 e 2022;
- Che le relative risorse compensative esentino, dal pagamento di tasse e tributi (TARI,IMU ecc…), quelle attività che nell’arco dell’anno fiscale 2020 hanno subito una riduzione del proprio fatturato e nell’ ipotesi che siano attività in affitto, fare in modo che l’esenzione dell’IMU, che andrebbe a vantaggio del proprietario, venga riversato alle attività attraverso una riduzione del canone di affitto stesso;
- Che si chiedano per le attività produttive che dovranno sostenere spese per adeguarsi alle nuove prescrizioni che saranno introdotte nella cosiddetta “fase 2”, le risorse necessarie e straordinarie a fondo perduto;
- Che vengano concesse deroghe al codice degli appalti, pur vigilando contro qualsiasi attività illecita, al fine di far ripartire anche le attività locali;
Considerato poi che la riapertura di alcune attività, nella cosiddetta “fase 2” si caratterizzerà per una serie di prescrizioni altamente limitative, specialmente nel settore della ristorazione e attività turistico ricettive, si dovrebbero concedere una serie di benefici propedeutici alla ri-partenza che si possono sostanziare con le seguenti proposte:
Sospensione per almeno tre anni del regolamento dell’arredo urbano, al fine di consentire alle attività, ad esempio della ristorazione, di poter usufruire di strutture diverse da quelle previste nel regolamento, atte a recuperare i posti tavola che verranno persi, con la probabile introduzione delle nuove prescrizioni normative, salvaguardando ovviamente il decoro e la bellezza del nostro patrimonio artistico-culturale;
- Sospendere per tre anni la norma e/o regolamento comunale che vieta l’istallazione di strutture esterne ( gazebo/dehoors) per l’intero anno;
- Concedere alle attività richiedenti una maggior superficie esterna per aumentare la capacità ricettiva, laddove possibile;
- Si chiede inoltre, come sostegno alle attività, di eliminare i canoni di affitto o trovare forme alternative di sostegno, a coloro che utilizzano spazi di proprietà comunale;
- Pur convinti che le nostre richieste non saranno esaustive per risolvere i tanti problemi che sono sorti a seguito di questa pandemia, siamo convinti che Lei vorrà farle proprie e perorerà ogni richiesta nelle sedi dovute, con i canali istituzionali previsti.
- Siamo poi convinti, vista la straordinaria situazione, che si debba istituire un tavolo permanente per monitorare le azioni da mettere in campo, poter valutare le proposte che vengono dagli altri tavoli istituzionali, che veda la partecipazione della Giunta, delle associazione di categoria e della conferenza dei Capigruppo;
- Restiamo a disposizione per eventuali chiarimenti e in attesa di un suo sollecito riscontro, cordialmente Le inviamo i più distinti saluti.
Spoleto Popolare
Alleanza Civica