I ritardi nella ricostruzione post sisma; le truffe sui fondi europei; la lente sulle società partecipate; una certa ritrosia a segnalare, se non una vera e propria omertà, da parte della Pubblica amministrazione quando si trova di fronte a casi di sperpero di denaro pubblico.
Il procuratore generale della Corte dei conti, Antonio Giuseppone, prima della cerimonia per l’apertura dell’anno giudiziario 2019 parla con i giornalisti dei temi caldi in Umbria sul fronte dei controlli su coloro che si trovano a gestire denari pubblici.
A cominciare da quelli della ricostruzione nelle zone terremotate, dove i giudici contabili sono pronti a verificare eventuali danni per l’erario. Solo che, al momento, c’è poco da controllare, visto che la ricostruzione è praticamente ferma. Tanto da far dire al procuratore Giuseppone: “Mi preoccupa un po’“. E quel “un po’” ha tutta l’impressione di essere molto più di “un po’“. Anche perché ritardi così appaiono “ingiustificabili“.
I soldi che in Umbria arrivano e si spendono, ma non sempre vanno a finire nelle tasche giuste, sono quelli dei fondi europei. Diciassette i fascicoli aperti nell’ultimo anno per presunte truffe per accaparrarsi fondi comunitari. Un fenomeno che si ripete ciclicamente, anche perché i controlli, secondo il meccanismo previsto, vengono fatti dalla Regione a campione una volta che i fondi sono stati elargiti.
E poi ci sono le società partecipate. Ancora troppe, secondo il corposo dossier, in cui la Giuseppe ha detto di aver trovato “cose interessanti“.
Un lavoro, quello della Procura della Corte dei conti, che non sempre è coadiuvato dalla pubblica amministrazione, che segnala casi di possibili danni erariali con il contagocce: delle 834 istruttorie avviate nel 2018 solo 308 sono derivate da segnalazioni da parte di amministrazioni pubbliche. Un po’ più, in proporzione, rispetto all’anno precedente, ma i giudici contabili si aspettano di più.