Una famiglia umbra è ferma all’estero da 4 mesi, dopo la cancellazione dei voli esteri dovuta al coronavirus. Sono padre, madre e bimba di sei anni che, partiti il primo marzo per la Repubblica Dominicana per evitare il ‘grosso’ della pandemia, sarebbero dovuti tornare il 30 dello stesso mese. Ma il coronavirus ha sconvolto i loro piani e ora la famiglia umbra vive da tre mesi all’estero. Anche se ora la storia sembrerebbe avere un lieto fine.
La disavventura è raccontata da Repubblica, cui Andrea, il capofamiglia, spiega che con la sua famiglia era partito il primo marzo con tutta la famiglia per andare a trovare un parente che sta aprendo un’attività nella Repubblica Dominicana. Avrebbe dovuto essere un soggiorno di un mese, per tornare a casa senza più la paura del contagio. Ma il virus ha imprigionato l’Italia in un lockdown di quasi tre mesi e Delta, ha cancellato il volo dall’estero, senza rimborso né voucher.
E così la vacanza da sogno è diventata per la famiglia umbra un soggiorno da incubo, con un un affitto da pagare e un alto costo della vita, oltre a diversi farmaci da farsi spedire dall’Italia. “Da quando sono qui – racconta l’imprenditore umbro a Repubblica – ho speso almeno 10.000 euro. E nel frattempo devo mandare avanti le mie due piccole aziende in Italia, dall’altra parte dell’Oceano“.
Dopo la cancellazione di Delta, l’imprenditore umbro ha prenotato un altro volo La Romana-Roma per il 22 maggio con Neos, la compagnia italiana del gruppo Alpitour, ma anche questo è stato cancellato dalla pandemia di coronavirus. In questo caso però il volo dall’estero è ‘riprogrammato’ per il 3 luglio, ma nel frattempo il Covid 10 è arrivato anche in Repubblica Dominicana dove, in questi giorni, sta raggiungendo il picco con oltre mille contagi. E anche questo nuovo volo viene cancellato.
Oltre al danno, per l’imprenditore e famiglia, c’è la beffa, visto che Neos ha disattivato il customer care telefonico, e quello telematico non si occupa di cancellazione voli, voli speciali, emissione voucher e riprotezione. Anche per questo l’imprenditore umbro studia soluzioni alternative, a carissimo prezzo: se la famiglia umbra fosse voluta tornare in Italia con Delta lo scorso giugno, “ci sarebbe costato 3.300 euro a persona: una cifra inarrivabile“. Le alternative sono voli con scalo negli Stati Uniti, che però sono in piena pandemia e l’imprenditore preferirebbe evitare.
A nulla serve l’ambasciata (in Repubblica Dominicana non vengono organizzati voli speciali per rimpatriare gli italiani rimasti bloccati), anche se la situazione sembra esservi sbloccata, anche grazie a Repubblica. Anche grazie all’interessamento del quotidiano, la famiglia umbra potrà infatti tornare in Italia con un volo il prossimo 26 luglio, senza costi aggiuntivi.