Contrasto al Coronavirus, per evitare che le Regioni vadano in ordine sparso il ministro Speranza ha firmato l’ordinanza che impone il tampone per chi arriva da Croazia, Grecia, Malta e Spagna. Paesi considerati a rischio, a cui è stata aggiunta anche la Colombia. Oltre naturalmente a quelli per i quali erano già previste delle restrizioni.
L’accordo con le Regioni è stato raggiunto nel corso della conferenza straordinaria con i governatori e gli assessori delegati convocata dal ministro Boccia.
Tamponi per chi arriva dall’estero
L’ordinanza varrà per tutto il territorio nazionale. E prevede per chi rientra in Italia da Spagna, Grecia, Croazia e Malta l’obbligo di tampone entro 48 ore dal rientro o in alternativa l’esibizione di una certificazione di un test negativo fatto nelle ultime 72 ore.
Il nodo discoteche e movida
Restano però diversità di vedute, su e giù per l’Italia, per quanto riguarda la stretta su discoteche e movida, dopo l’aumento del numero di giovani positivi al Covid-19.
Durante l’incontro straordinario con le Regioni il ministro Speranza ha letto un’informativa su questo problema, evidenziando la necessità di ulteriori provvedimenti, visto che spesso non viene rispettato il distanziamento sociale e l’utilizzo delle mascherine.
L’Umbria pensa a ulteriori monitoraggi
A poche ore dall’incontro straordinario tra Regioni e Governo l’assessore umbro alla Sanità, Luca Coletto, aveva annunciato che Palazzo Donini ha preparato una sua ordinanza “finalizzata a monitorare gli arrivi in Umbria di soggetti provenienti dalle nazioni più interessate dal covid-19 e che comunque, pur non limitando gli ingressi, li renda tracciabili, così da circoscrivere eventuali cluster con interventi rapidi e mirati”.
Ancora una volta, però, la governatrice Tesei vuole evitare uno strappo istituzionale, preferendo agire d’intesa con Roma. Da qui l’attesa dell’ordinanza nazionale, poi firmata dal ministro Speranza. Anche perché da più parti sono stati posti dubbi di legittimità su eventuali restrizioni ulteriori per chi proviene dall’estero decise dalle singole Regioni.
L’Umbria, tuttavia, intende aumentare il monitoraggio delle persone provenienti da Paesi esteri considerati a rischio. “A livello regionale, vista la crescita del numero delle persone positive al Covid – ha spiegato l’assessore – riteniamo che sia necessario rafforzare l’attenzione sugli arrivi dai Paesi che in questo momento sono a rischio, imponendo delle regole ferme. I nuovi casi di positività riscontrati infatti, hanno avuto origine fuori dall’Italia, quindi diventa indispensabile mettere in campo interventi mirati per isolare tempestivamente i soggetti positivi che arrivano in Umbria”.
Per prevenire la formazione di nuovi cluster o focolai, la Regione Umbria ha elaborato un programma dettagliato, per controllare in modo capillare gli arrivi da alcuni paesi europei, da attuare a vari livelli con il coinvolgimento di più professionalità. Un protocollo che può consentire, attraverso test e tamponi, di arrivare a conoscere, dal momento dell’arrivo in regione, la situazione clinica rispetto alla positività al Covid dei nuovi ingressi. Un piano che ora deve essere armonizzato con la nuova ordinanza del Ministero.
La richiesta di Bori
Test e tamponi per chi proviene o rientra dall’estero era la soluzione indicata anche dal capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, per limitare i casi di possibili focolai. Una indicazione su cui, una volta tanto e pur con qualche distinguo, maggioranza e opposizione si sono trovate concordi.
L’appello ai cittadini
Ma oltre alle regole, la Regione chiede la collaborazione dei cittadini: “Tutto questo lavoro però – ha aggiunto l’assessore Coletto – non può prescindere dalla collaborazione dei cittadini. Ai quali continuiamo a chiedere di informare i servizi sanitari qualora ospitassero soggetti arrivati da fuori regione. Le informazioni saranno utilizzate solo per il monitoraggio a scopo sanitario e per garantire anche la incolumità delle famiglie ospitanti, in particolare se al loro interno ci sono soggetti fragili o anziani. Inoltre, si raccomanda di osservare la regola del distanziamento e di utilizzare sempre la mascherina nei luoghi chiusi e anche all’aperto se non si può garantire la distanza”.
Il provvedimento di Marsciano
Del resto già alcuni sindaci avevano assunto provvedimenti per aumentare il monitoraggio di persone non residenti in transito sul proprio territorio. Dopo il caso dei turisti belgi trovati positivi al Covid-19, il sindaco di Marsciano, Francesca Mele, ha imposto alle strutture ricettive del territorio di comunicare la presenza di ospiti, oltre alle normali informative fatte alla Questura.