dei Cobas Terni
Venerdì 25 novembre il collegio docenti del Liceo scientifico R. Donatelli di Terni ha votato quasi all'unanimità (5 voti favorevoli su 60 professori) la non disponibilità dei docenti e del liceo ai quiz INVALSI.La scelta è stata motivata dalla consapevolezza della inutilità di tali prove, dal loro essere un modo subdolo di valutazione del docente e della scuola, ma soprattutto ha pesato la necessità di discutere dei reali problemi della scuola e dei tagli pesanti alla scuola stessa. Tra l’altro quei due o tre docenti che l'anno
passato avevano somministrato e corretto le prove INVALSI e non hanno ricevuto alcun incentivo in denaro, forte è stata la delusione di non aver visto i risultati finali, aver constatato gli errori nella somministrazione e non aver ricevuto neanche i correttori!
Sempre più scuole e docenti anche della provincia di Terni rifiutano la truffa dei quiz INVALSI, rinviandoli al mittente, presentati da MIUR e dirigenti scolastici come obbligatori (ma non lo sono!) strumenti di valutazione degli studenti, in verità veri e propri cavalli di
troia per valutare invece scuole e docenti e riproporre una gerarchia (ranking) stipendiale mutuata dalle imprese, che nelle scuole USA si è rivelata completamente fallimentare per la didattica e le scuole stesse già 20 anni fa. Nel 2000 i docenti licenziarono
il ministro L. Berlinguer che cercò di gerarchizzare la categoria col nefasto concorsaccio. Oggi prima la Moratti, poi Fioroni, la Gelmini ed infine, il neoministro F. Profumo, di estradizione economico-aziendalistica, tentano lo stesso colpo, prima espellendo (e
cancellando) posti di lavoro e cattedre per decine di migliaia di precari docenti ed ATA e, proponendo una sorta di bestiale darwinismo sociale tra docenti ed istituti scolastici, che attacca il carattere collegiale dell’insegnare. Lorsignori stanno tentando una
gerarchizzazione pseudomeritocratica (attraverso l’INVALSI!!) dei docenti, promettendo le briciole ai più conformi e tagli agli
altri, un attacco frontale alla la finalità più alta della scuola riconosciuta dall’art.3 della Costituzione: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e
sociale del Paese”. Ricordiamo le dichiarazioni della ex ministra Gelmini ““Non riusciremo ad aumentare gli stipendi, ma vareremo un sistema di incentivi basato sui test Invalsi”. Un’ulteriore conferma l’abbiamo avuta quando finalmente il MIUR ha reso disponibile sul suo sito lo statuto dell’Invalsi (decreto n. 11 prot. 5657 del 2/9/11). Il documento, formato da 20 articoli, ne definisce natura giuridica, composizione, missione e obiettivi. All’articolo 2 leggiamo che l’Invalsi “concorrere alle azioni di sviluppo della cultura del
merito promosse dalla Fondazione per il merito…” e all’articolo 4 comma e si aggiunge che l’Invalsi ha anche l’obiettivo di collaborare “… alle attività di valutazione del sistema scolastico al fine di realizzare iniziative di valorizzazione del merito …”. Più chiaro di così: mentre si massacra la scuola pubblica (e insieme ad essa le pensioni, la sanità, gli stipendi, i diritti dei lavoratori), si cerca di far passare un modello meritocratico per il quale, se la tua scuola non ha soldi e il tuo stipendio è una miseria, la colpa alla fin fine è di chi ci lavora. Nel discorso di insediamento ricordiamo le parole di Monti sulla scuola pubblica (NB non sta parlando di un’azienda): “Un ritorno credibile a più alti tassi di crescita deve basarsi su misure volte a innalzare il capitale umano e fisico e la produttività dei fattori. La valorizzazione del capitale umano deve essere un aspetto centrale: sarà necessario mirare all’accrescimento dei livelli d’istruzione della forza lavoro, che sono ancora oggi nettamente inferiori alla media europea, anche tra i più giovani. Vi contribuiranno interventi mirati sulle scuole e sulle aree in ritardo, identificando i fabbisogni, anche mediante i test elaborati dall’INVALSI, e la revisione del sistema di selezione, allocazione e valorizzazione degli insegnanti.” Più chiaro di così? Boicottiamo e bocciamo i quiz INVALSI.