Una truffa telematica da otto milioni di euro, divisa tra due dipendenti di Chevrolet Italia e altre dieci persone, che gestivano le concessionarie di Perugia, Roma, Ancona e Pesaro del noto marchio automobilistico.
Tre anni di sottrazioni sistematiche alla casa madre, attraverso delle operazioni nei sistemi informatici della società, che permetteva alle varie concessionarie di incassare i soldi di presunti sconti mai applicati ai clienti dei veicoli venduti. Un sistema collaudato, gestito dai due complici “interni” all'azienda con la compiacenza degli altri, e che in pochi hanni ha permesso di accumulare il bottino milionario.
Una truffa che è stato il Gat, il Nucleo speciale frodi telematiche della Guardia di Finanza, a Roma, a far venire a galla: “modificavano l'importo della vettura superaccessoriata e con motorizzazione ecologica in quello di una versione molto più economica, certo non a vantaggio dell'acquirente che pagava il prezzo pieno, ma a beneficio della cricca dei venditori e dei loro complici”.
Due anni di indagini sono state necessarie per ricostruire il meccanismo di raggiro e individuare le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti, per i quali è stato chiesto rinvio a giudizio con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa.