di Wolfgang Bernelli (*)
In un momento di straordinaria delicatezza in cui si assiste ad una generalizzata crisi economica secondo cui si continua a tagliare su tutto, anche su servizi essenziali quale l’ordine e la sicurezza pubblica, la politica ai livelli alti, non può esimersi nell’adottare un provvedimento di auto responsabilità morale oltre che istituzionale, che veda impegnati entrambi gli schieramenti a rivedere i costi sostenuti per la politica secondo i ruoli e le funzioni ad ogni soggetto attribuitegli. Non si può continuare a chiedere un maggiore sforzo alle famiglie italiane il cui reddito mensile in taluni casi è di circa € 1400 e da parte di chi tale invito rivolge, vi è un’entrata mensile nelle proprie tasche di circa € 10.000! E’ umiliante per milioni di Italiani che vivono sulla soglia della povertà ed è oltretutto ripugnante per altrettanti milioni di operai italiani il cui stipendio è di circa € 1.100 a monte di una fatica nettamente superiore ad altri soggetti pur nel rispetto delle reciproche responsabilità; tutto ciò è inaccettabile.
Di seguito la mia proposta presentata come atto da portare in Consiglio Comunale, da qui vedremo chi sarà favorevole o contrario!
Oggetto: MOZIONE / ORDINE DEL GIORNO PER IMPEGNARE LA GIUNTA ED IL CONSIGLIO COMUNALE DI SPOLETO NELLA RICHIESTA DI RIDUZIONE DEI COMPENSI E PRIVILEGI ATTUALMENTE SPETTANTI A PARLAMENTARI ED EUROPARLAMENTARI.
Il sottoscritto Consigliere Comunale del PdL, Wolfgang Bernelli:
PRESO ATTO CHE:
La determinazione dell’indennità spettante ai membri del Parlamento è regolata dalla Legge 31 ottobre 1965 n° 1261 ed è agganciata, allo stipendio di un magistrato presidente di sezione di Cassazione con 35 anni di anzianità. Cioè chi è appena stato eletto prende lo stesso stipendio di un magistrato a fine carriera;
che lo stipendio dei Parlamentari in sostanza viene calcolato in base allo scaglione più alto dello stipendio più alto dei magistrati, cioè del magistrato di Cassazione che quindi risulta essere il magistrato con tantissimi anni di carriera;
che da una media approssimativa, lo stipendio di un Parlamentare Italiano risulta aggirarsi intorno agli € 15.000,00 mensili escluso tutte le varie aggiuntive e tutti i vari enormi Benefici e Privilegi;
che lo stipendio spettante ad un Senatore risulta essere in una media approssimativa di € 17.000,00 mensili escluso tutte le varie aggiuntive e tutti i vari enormi Benefici e Privilegi;
che lo stipendio mensile di un Consigliere Regionale è grossomodo parificato a quello dei Deputati della Repubblica, ma anche variabile da Regione a Regione;
OSSERVATO CHE:
da aggiungersi al fin troppo alto stipendio percepito dagli onorevoli e senatori vi è la tessera del cinema gratis, tessera teatro gratis, tessera autobus e metropolitana gratis, circolazione autostrade gratis, FS gratis, auto blu con autista gratis ecc ecc;
l’indennità parlamentare è di 12 mensilità. L’importo mensile (è pari a circa 11.200 euro, al lordo) è pari a 5.420 euro, al netto di tutto;
la diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma: l’importo mensile è pari a circa 4000,00 euro a netto;
rimborso forfettario per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori: l’importo mensile è pari a circa 4.200 euro al netto;
rimborso trimestrale forfettario per spese accessorie di viaggio per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio; i parlamentari non pagano già nulla per gli aerei, treni ecc., usufruiscono infatti di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti su territorio nazionale;
rimborso forfettario per spese viaggi all’estero: l’importo annuo è pari a 3.100,00 euro circa al netto (258, 22 euro mensili);
rimborso forfettario per spese telefoniche: l’importo annuo è pari a 3.098, 74 euro al netto (258, 22 euro mensile);
l’Assegno di fine mandato, non quindi al compimento dei 65 anni, ma subito in unica soluzione, è l’equivalente del Tfr, ovvero 44.763, 56 euro al netto, somma che si ricava dalla regola per la quale al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l’assegno di fine mandato, in unica soluzione pari a € 8.952, 712 al netto, pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità (pari a 11.200,00 euro, al lordo), per cinque anni (ogni anno di mandato effettivo o frazione non inferiore ai sei mesi);
l’assegno vitalizio ovvero la pensione, il cui importo (dopo aver coperto almeno 30 mesi di attività parlamentare e che sarà percepito a partire dal 65° anno di età) è pari ad un minimo mensile di € 2.797 al netto ed un massimo mensile di € 8.952.712 al netto;
l’Assistenza sanitaria: Rimborso secondo quanto previsto da un tariffario particolarmente agevolato che prevede un rimborso minimo dell’80% delle spese sanitarie sostenute in strutture private fino alla copertura totale di ogni spesa per chi ha ricoperto mandati parlamentari per almeno 5 anni. Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5% della propria indennità lorda, pari a € 503,59, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo quanto previsto dal suddetto tariffario;
ACCERTATO:
il grave stato di disagio di molte famiglie italiane a varcare la terza settimana del mese, causa i bassi salari percepiti rispetto al costo della vita;
che la grave crisi economica che investe l’Italia ed il resto dei paesi europei ci spinge inevitabilmente ad assumere un maggiore senso di responsabilità sul taglio della spesa sostenuta per la pubblica amministrazione, specie per i costi inerenti alla Politica;
TENUTO CONTO CHE:
sono sempre le famiglie italiane che percepiscono redditi medio bassi, chiamate ad un maggiore sforzo nel gettito fiscale per far quadrare i conti dello Stato;
è a dir poco inaccettabile constatare la retribuzione mensile di alcune categorie di lavoratori rispetto allo stipendio percepito da un parlamentare della Repubblica Italiana, per non considerare la lista degli infiniti privilegi;
per i Pubblici Dipendenti la Retribuzione media mensile lorda (DATI AGGIORNATI AL MESE DI DICEMBRE 2005) è di € 2.300/00, dai 1892 ai 3100/00 €: € 2782 nelle Università, € 2.491 Corpi di Polizia, Forze Armate € 2.407, Ministeri € 2.299, Enti Pubblici non economici € 2.405, Regioni e Autonomie Locali € 2.158, Aziende Autonome € 1.892, Servizio Sanitario € 2.417, Scuola € 2.122;
Pubblici Dipendenti Retribuzione lorda annua media di € 30.000 circa (dai 25.000€ ai 37.000€): € 37.000 nelle Università, € 33.000 Corpi di Polizia, Forze Armate € 31.500, Ministeri € 30.000, Enti Pubblici non economici € 31.500 (Carriera diplomatica e prefettizia), Regioni e Autonomie Locali € 28.000, Aziende Autonome € 25.000, Servizio Sanitario € 31.500, Scuola € 28.000;
CONSIDERATO CHE:
ogni anno vengono elargite circa 3.300 pensioni ad ex parlamentari, per una spesa complessiva di circa 187 milioni di euro;
che le pensioni degli ex parlamentari sono acquisite dopo pochi anni di attività, sono generose in assoluto, ma soprattutto in relazione al numero di anni di attività; sono spesso percepite ben prima della età prevista per i lavoratori e possono essere cumulate con altri redditi che spesso sono di notevole entità,
la situazione economica e finanziaria dello Stato Italiano non è tale da consentire elargizioni generose a chi non ne abbia bisogno, né tanto meno da garantire privilegi a chi è chiamato a deliberare per il bene pubblico;
PRESO ATTO:
che da anni si discute sulla necessità di elevare l’età pensionabile dei lavoratori, in conseguenza della maggiore durata della vita, e a più riprese i vari governi che si sono susseguiti negli anni sono intervenuti a rendere più restrittive le norme che regolano il diritto alla pensione e a modificare il sistema di calcolo (da retributivo a contributivo), con la conseguenza che si va in pensione più tardi, si percepisce una somma inferiore e comunque le pensioni dei giovani restano addirittura a rischio e per un’ammontare insufficiente, tanto che diventa obbligatorio prevedere una pensione integrativa ricavata da salari che spesso ruotano intorno agli € 1000,00;
IL CONSIGLIO COMUNALE DI SPOLETO:
a) invita la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica ad eliminare gli attuali insostenibili privilegi di cui godono Deputati e Senatori, seguendo una delle due proposte di seguito indicate:
1.Approvando una legge che parifichi la condizione pensionistica dei lavoratori a quella dei Parlamentari;
2.Approvando una legge che parifichi la condizione dei Parlamentari a quella dei lavoratori (sistema contributivo, anni minimi di contribuzione reale, età di godimento della pensione, eliminazione di deroghe che vanificano la legislazione vigente);
b)trasmette questo Ordine del Giorno ai Presidenti delle Camere, affinchè lo rendano noto a tutti i Parlamentari;
c)trasmette questo Ordine del Giorno a tutti i Gruppi consiliari dei Consigli Comunali della Provincia di Perugia e dei Consigli Provinciali d’Italia, con la richiesta di portarlo alla discussione del rispettivo Consiglio.