(Ale. Chi.) – A partecipare alla fiaccolata di ieri sera per difendere San Bevignate dalle ruspe che dovrebbero scavare il terreno per poi costruire uno studentato universitario saranno stati in un paio di centinaia. Stretti tra loro, a combattere il freddo, a tenere in mano una candela e un libro. Ognuno ha letto un passo a suo piacimento. Qualcun altro ha solo curiosato, o portato a spasso il cane. Colpisce comunque il fatto che la protesta sia nata su facebook, abbia preso forma in alcuni incontri e conferenze stampa, si sia alimentata su giornali e social network. E poi si siano ritrovati tutti lì, popolo della rete, magari non così massicciamente come si pensava, a reggere una candela in mano. Proprio ieri, che il sindaco Boccali sembrava aver fatto un passo indietro durante il suo discorso all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università per Stranieri di Perugia, affermando di “dover ritornare sugli errori passati”.
I commenti – “Ieri sera la faccia ce l'hanno messa in trecento – si legge sulla fan page di facebook creata ad hoc per l'evento – giovani e meno giovani, nonne e ragazze, studenti universitari, pensionati, liberi professionisti e semplici operai… ed anche qualche politico. Al freddo e al buio per ricordare davanti a San Bevignate che quella… “è roba nostra”, dei perugini, bella e solitaria e che sta bene da sola senza troppo cemento intorno. Qualcuno mi dice stamattina, scusa ma non sono potuto venire. Rispondo che non importa, tanto eravamo tutti imbacuccati, intabarrati con i cappelli calati sulle zucche e non ci si riconosceva in penombra…. si sa al buio tutti i gatti sono grigi. Chi c'era si riconoscerà stamattina. Moccolo al naso e sicuro raffreddore. Ma ne valeva la pena”.
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