Un contenzioso legale! Ecco cosa rimane di una piccola esperienza virtuosa in centro storico, situata in uno degli affascinanti scenari in cui ci si può imbattere in questa “disgraziata” città, che da qualche tempo non ne vede una giusta davanti agli occhi.
Situato nel cortile di Palazzo Mauri, di proprietà del Comune e sede della Biblioteca G.Carducci di Spoleto, oggetto di un importante restauro dopo il terremoto del 1997, il Caffè Letterario rappresentava un punto di riferimento e di servizio per molti degli avventori abituali del centro storico, ma sopratutto per i tanti turisti che riempono le vie del centro, ormai, in tutti i mesi dell’anno.
La giornata di ieri, 22 febbraio, è stata l’ultima della gestione della Cooperativa “Tutta scena” che dal 2016 esercitava con affabilità e competenza l’attività di caffetteria, e ristorazione veloce sotto la cupola vetrata del cortile di Palazzo Mauri.
Una location molto apprezzata per il restauro che ne ha permesso la fruibilità tutto l’anno ma che non è stata esente da guai strutturali che ne hanno impedito il pieno utilizzo.
Due di questi problemi sono stati determinanti per l’apertura del contenzioso: la pioggia che filtra abbondante lungo più di un punto della copertura e la mancanza di un condizionamento adeguato nei mesi estivi che eviterebbe la trasformazione del luogo, da caffè a serra per le piante tropicali.
Problemi che la Cooperativa ha fatto anche certificare alla Asl locale, nei primi mesi del 2019, “Inconvenienti igienico sanitari” importanti.
La vicenda è stata illustrata in una conferenza stampa convocata ieri, dai rappresentanti della Cooperativa, Silvia Quaranta e l’Avvocato Simona Pimpinicchio per raccontare la questione, documenti alla mano, e per salutare ufficialmente tutti visto che Tutta Scena aveva già inviato una lettera di recesso dal contratto per giusta causa al Comune di Spoleto.
Quest’ultimo, per tutta risposta, aveva invece inviato alla cooperativa nella giornata di venerdì 21 febbraio, una lettera con la richiesta di pagamento di 28mila euro, tra canoni di locazione e spese per le utenze, non saldati.
A monte di questo capitolo finale c’è tutto un romanzo epistolare e di incontri vis à vis tra gli attori della vicenda, ovvero la cooperativa e ben 3 dirigenti comunali che nel frattempo di sono succeduti (l’ultimo in ordine di tempo e Sandro Frontalini), così come sono due le amministrazioni con le quali la cooperativa si è confrontata, quella Cardarelli e quella de Augustinis.
Parole dette, intenzioni manifestate e non scritte, e qualche sottovalutazione della forza da Boa constrictor della burocrazia comunale che ora si scatena e da lunedì 24 febbraio, probabilmente assegnerà la gestione del caffè ad altro soggetto.
Assente, non giustificata, la politica che da simili scenari di contenzioso dell’Ente, si tiene sempre ben lontana, “non c’ero o se c’ero non ne sapevo nulla e in ogni caso prima devo studiare il caso e poi faccio sapere che ne penso”.
E dire che la pretesa su cui l’Ente fonda la maggiore parte della richiesta di pagamento dei 28mila euro, si basa su due soli punti molto semplici e intellegibili: i canoni non pagati, ma che la cooperativa invece ha saldato regolarmente fino al 2018, nonostante le comunicazioni reiterate sui problemi della struttura, passando poi ad una autoriduzione del 50% del canone in attesa di una interlocuzione ufficiale mai avvenuta.
E, per finire, con il secondo punto, il saldo delle bollette delle utenze che lo stesso Ente non avrebbe più inviato alla Cooperativa, a far data dal 2016, anno del terremoto in Umbria, come forma di aiuto sopratutto dopo che la struttura della Biblioteca era stata resa parzialmente inagibile per un lungo periodo limitando l’afflusso dei visitatori a 50 persone per volta.
Una evidente modifica delle condizioni originarie disposte dal contratto. Ma anche due problemi che uno sforzo di volontà comune potrebbe facilmente risolvere.
Questa, in ogni caso, è la ricostruzione della Cooperativa che segue la nota emessa dal Comune di Spoleto nella giornata del 21 febbraio:
“Il caffè letterario è un elemento importante della Biblioteca Carducci a Palazzo Mauri e deve continuare ad essere punto di riferimento socio-aggregativo per gli eventi culturali che vi si svolgono. Per questo l’Amministrazione comunale, alla luce del recesso effettuato dai gestori attuali, intende riaffidarne nel più breve tempo la gestione, garantendo la riapertura e la fruizione dell’attività”.
Insomma, avanti un altro! Con buona pace delle tante attività ed anche del gradimento manifestato per la precedente gestione. Tante le presentazioni di eventi e libri, conferenze stampa di formazioni politiche, associazioni, enti, manifestazioni ed eventi pubblici spoletini, od anche il solo servizio di caffetteria e buffet in occasione di eventi privati che indubbiamente trovavano nella affascinante location un luogo prestigioso in cui ritrovarsi.
Ricordiamo una serata magnifica dedicata alla notte dei Draft in occasione del Torneo dei Bar del 2018, quando una folla pittoresca di spilungoni del basket cittadino ha riempito il Caffè Letterario che proprio l’anno precedente aveva vinto il celebre torneo amatoriale cittadino come caffè-bar, new entry.
Dice bene Tommaso Barbanera, presidente del Mandamento di Confcommercio e di ConSpoleto, presente alla conferenza stampa: “Scandaloso e deludente il fatto che il Comune non abbia mai risposto alla cooperativa”.
Perchè in effetti come altro si potrebbe definire un dialogo mai nato tra due parti che invece dovrebbero trovare un linguaggio ed un interesse comune per il bene della città ?
Nel frattempo, chi paga un prezzo molto alto di tutta questa vicenda, è sempre l’anello più debole della faccenda, i 4 soci-dipendenti della cooperativa che da lunedì saranno a spasso, incluso un ragazzo disabile che nella realtà del Caffè Letterario aveva trovato una splendida occasione di integrazione lavorativa.
Aspettiamoci ora una lunga sequela di comunicati e prese di posizione che non si sa dove porteranno, ma che di sicuro certificano come sempre una sola cosa: la mancanza di dialogo e buon senso, alla lunga, lascia solo macerie.