La giunta di Castel Ritaldi chiude il 2024, dopo la riconferma dell’elettorato con il 57% di preferenze, approvando anche il bilancio previsionale 2025, pratica insidiosa per la maggior parte dei municipi che difficilmente viene licenziata entro il 31 dicembre, costringendo gli enti a operare in dodicesimi.
Un traguardo che la governance della Sabbatini, nell’ultimo consiglio, ha evidenziato non essendo stati mai raggiunto negli ultimi decenni.
La riunione del parlamento cittadino ha segnato l’uscita della maggioranza del giovane Niccolò Filippetti (65 preferenze), transitato nel Gruppo misto in quanto, a suo dire, in questi primi sei mesi di legislatura, non sarebbe stato rispettato il programma elettorale quinquennale. Al punto di arrivare a chiedere persino le elezioni anticipate.
Che il consigliere, neofita della politica, puntasse da subito in alto, per il risultato buono ma non eccelso ottenuto alle urne (65 preferenze), la maggioranza lo aveva intuito già dai primi giorni, invitata dallo stesso a verificare una chiamata nel board o, in alternativa, alla presidenza del consiglio (andata a Bernacchia, 100 voti).
Un incarico Filippetti lo aveva comunque ottenuto nel direttivo dell’Unione dei Comuni, poltrona che la maggioranza sta ora valutando di ritirare visto il venir meno della fiducia.
In soccorso del consigliere, con la velocità pari ai mezzi del 118, si è precipitato l’ex candidato sindaco Ugolini, leader di Cives, parlando di “opportunità” di mantenere Filippetti nell’assemblea dell’Unione: se non fosse che nell’organo che coinvolge gli 8 Comuni, anche Castel Ritaldi ha indicato un nome per la maggioranza (Filippetti appunto) e uno per l’opposizione (Ugolini).
Prove di dialogo per un auspicato passaggio dal misto alla propria lista civica che potrebbe a breve concretizzarsi visto che Filippetti, eletto appena a maggio scorso con il centrodestra, già a settembre si era apertamente schierato a sinistra per le regionali. Smentita invece ufficialmente dai coordinatori di Azione (a cui Filippetti risulterebbe iscritto) l’ipotesi che la scelta di lasciare la maggioranza sia stata dettata dal partito. “E’ stato sempre lasciato libero di prendere le decisioni che riteneva più opportune” dicono all’unisono da Spoleto a Perugia i referenti di Calenda che non hanno gradito di essere stati tirati in ballo.
“La fortuna aiuta gli audaci” ha concluso Filippetti, confermando con tanto di citazione classica la scelta di passare all’opposizione.
Bilancio ok, bocciata pregiudiziale
Subito dopo, il consesso ha affrontato vari aspetti, a cominciare dal pressing di Ugolini su alcuni rilievi presentati dalla Corte dei Conti dell’Umbria, ovvero accertamenti contabili riferiti al quadriennio 2017-2020, sui quali la Sabatini ha risposto di aver ottemperato già da maggio scorso. “Sarebbe bastato visionare il sito istituzionale” ha detto la Sabatini che, senza mai citarli, ha ovviamente fatto riferimento agli anni di competenza dell’ex sindaco Andrea Reali e relativo management (di cui Ugolini era la massima espressione quale ragioniere capo, anche nei primi anni della nuova consiliatura).
L’ex candidato allo scranno più alto del municipio ha detto chiaramente di non gradire i riferimenti ai ruoli ricoperti nel passato ma, pantouflage a parte, forse ormai superato, se ne dovrà fare una ragione ogni qual volta l’ente sarà chiamato ad affrontare questioni del passato che lo vedono coinvolto, direttamente o meno per quanto di competenza.
Bocciata invece la pregiudiziale di prevedere l’approvazione del bilancio su due sedute. Per la seconda volta, e con la calma del caso, il segretario generale ha spiegato a Ugolini che non vi sono norme o giurisprudenza in tal senso; anzi i pareri noti da fonti aperte, come quelli facenti capo a Arconet (Ente che fa capo alla Ragioneria Generale dello Stato) lasciano al consiglio la possibilità, anche a fini di economicità delle sedute, di decidere in una sola seduta.
Pregiudiziale quindi respinta con 9 voti contrari, 1 astenuto e 4 favorevoli, per la soddisfazione della maggioranza che taglia un traguardo mai raggiunto che consentirà di affrontare più serenamente le “decisioni che ci attendono nel 2025 che vanno da interventi infrastrutturali tra cui la ciclabile tra alcune frazioni, la valorizzazione delle mura del castello, il rifacimento delle strade delle frazioni a cominciare da Tervenano, la gestione del finanziamenti per il Castel di San Giovanni, del palazzo comunale e dell’auspicato parcheggio”.
Il singolare pressing sulla necessità di un nuovo Piano regolatore si è scontrato con la ferma volontà di continuare la strada intrapresa: raccogliere prima dai cittadini le manifestazioni di interesse a un cambio di destinazione dei propri terreni (ad oggi una ventina quelle pervenute) e solo dopo, comunque entro il 2025, valutare varianti ad hoc – scelta apprezzata anche dagli ordini professionali tecnici – e di non partire con un Prg sulle sole “idee” politiche che spesso cozzano con la realtà imprenditoriale e sociale della cittadinanza. Con oneri non indifferenti per la collettività.
Bilancio: tariffe ed economia locale
Resta il tasto dolente, evidenziato da Ugolini, dell’aumento di alcune tariffe come i costi per asili nido (33,4%), mensa studenti (16,67%) e i loculi cimiteriali (30%).
Sulle prime due voci la Sindaca ha replicato che trattasi di aggiornamenti dei prezzi dei servizi offerti dai gestori per l’aumento dei costi delle materie prime e dei relativi contratti nazionali di lavoro, confermando come per il nido, tanto la finanziaria quanto la Regione, hanno sempre provveduto a rimborsare la quasi totalità del costo sulla base dei redditi Isee.
La giunta ha lasciato comunque la porta aperta ad una revisione del bilancio durante l‘anno: “come per il rimborso del trasporto scolastico, mai considerato in precedenza e che da due anni è stato previsto per le famiglie di Castel Ritaldi con il totale riconoscimento a quanti ne hanno fatto richiesta e che abbiamo previsto anche per il 2025, valuteremo ulteriori stanziamenti atti a contenere la spesa se si renderanno disponibili risorse aggiuntive di bilancio” hanno detto dai banchi della presidenza.
Balzello in aumento anche per l’Irpef che da 0,6% passa a 0,75% (il massimo applicato dalla pressoché totalità dei comuni è lo 0,8%) ma ritenuta necessaria “se non si vogliono tagliare i servizi comunali”; come ha invece teorizzato l’opposizione spingendosi a chiedere anche il taglio delle indennità della giunta. Ipotesi quest’ultima apprezzabile, specie per chi non è assorbito dai soli compiti di amministratore (rinunciando quindi al proprio stipendio), chissà perché non presentata negli anni in cui si governava.
Auspicabile che Ugolini & Co. presentino l’interessante proposta all’interno dei propri partiti e movimenti di riferimento.
Nel corso della seduta la sindaca ha relazionato sui recenti dati elaborati dalla Camera di Commercio dell’Umbria che, se paragonati con quelli dei municipi della valle umbra sud, fanno della cittadina delle fiabe uno dei municipi meno colpiti dalla stagnante economia che sta azzoppando il Paese: così al primo semestre 2024, su base 2019, se il municipio ha registrato la chiusura di 7 imprese, pari al 2,5% di quelle attive (-5,32% Giano, -3,3% Spoleto, – 11,1% Campello), è l’unico a poter contare il segno positivo sulle assunzioni degli addetti nelle imprese con un +1,1% (-17,6% Giano, -7,7% Spoleto, -11,3% Campello).
Dati che Filippetti, stavolta dimentico delle forbite citazioni, ha tenuto a commentare, pur di stigmatizzare gli ormai ex alleati, liquidando i dati camerali come un colpo di “fortuna”.
Che anche la celebre frase di Virgilio – con buona pace di Enea, Turno e la contesa Lavinia – rischi di diventare una discriminazione di genere?
(Franca Barozzi)
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