Sono ripresi i lavori nell’area di Carsulae insieme ai ricercatori dell’INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e all’UNICAM – Università degli Studi di Camerino. Da lunedì, infatti, stanno effettuando numerosi rilievi geofisici di precisione, georeferenziati grazie a moderni sistemi GPS.
“I rilievi – spiegano i ricercatori – sono assolutamente “non invasivi” e “non distruttivi” per le strutture ed hanno l’obiettivo di migliorare e approfondire le attuali conoscenze geologiche dell’area degli scavi. Nello specifico si tratta di rilievi di tomografia elettrica, che consentiranno di analizzare dettagliatamente il basamento di travertino su cui poggiano le strutture archeologiche e sul quale insiste un evidente fenomeno di dissoluzione carsica, dovuta all’azione distruttiva delle acque sotterranee”.
“Lo dimostrano – proseguono – anche alcuni livelli di travertino, campionati in profondità dai carotaggi delle settimane precedenti, grazie ai rilievi eseguiti da Pierluigi Pieruccini, sedimentologo dell’Università degli Studi di Siena, che stanno fornendo preziose indicazioni circa lo spessore e la consistenza degli strati di quel travertino litoide che fu utilizzato anticamente come roccia da costruzione. A questi strati di travertino si intercalano livelli molto diversi di sabbie nocciola, argille anche con livelli di torba che denotano un ambiente molto diverso dall’attuale probabilmente fatto di grandi pozze d’acqua dolce, anche in ambiente povero di ossigeno con suoli più o meno saturi d’acqua che si alternavano a piccole cascate”.
I risultati dei rilievi geofisici dei prossimi giorni saranno utili anche per verificare la presenza di acquiferi più o meno profondi e la presenza di cavità sotterranee. “Cavità – sottolineano i ricercatori – che potrebbero aver causato crolli già al tempo dell’antica città e che soprattutto potrebbero causarne altri ai giorni nostri, mettendo a repentaglio la stabilità delle rovine di Carsulae”.
Manca poco alla seconda tappa del progetto di ricerca “Approccio multidisciplinare al sito archeologico di Carsulae, ai fini della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale”, con il patrocinio della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria e del Comune di San Gemini, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni – che consisterà in una tre giorni – 22, 23, 24 maggio 2015 – di incontri per le scuole e il pubblico, con esperti e ricercatori presso il Parco Archeologico di Carsulae (in collaborazione con la Cooperativa ACTL e la Cooperativa ALIS), con la supervisione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dell’Università di Camerino – Scuola di Scienze e Tecnologie e della direzione scientifica del Geolab – Federico Varazi).
“Un vero e proprio parco scientifico all’aperto – dice Federico Varazi esperto di divulgazione scientifica – dove si alterneranno stazioni didattiche per le scuole, con approfondimenti di geologia e archeologia, grazie alla collaborazione di vari ricercatori e attività di tipo applicativo, dalla perforazione di un pozzo geognostico al rilevamento tramite georadar”.