Capanne, stando al Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, è ormai in una situazione di “caos”. Caos gestionale dovuto “ad una cronica carenza di organico e ad un organizzazione del lavoro che non trova sponde nel sindacato e caos dovuto alla sorveglianza dinamica”. Senza contare i turni “massacranti” per gli agenti della penitenziaria che quasi sempre di trovano a fare 8-10 ore quando invece ne dovrebbero lavorare sei. Tutti i problemi del penitenziario sono stati raccontati ieri durante dal sindacato Sappe dopo un’ispezione e l’assemblea dei poliziotti iscritti al sindacato che prestano servizio a Capanne.
E’ stato il segretario generale Donato Capece ad illustrare, insieme al segretario regionale Fabrizio Bonino, la situazione del carcere secondo loro. “A causa della sorveglianza dinamica – ha spiegato Capece – i detenuti con uno spessore criminale più consistente stanno prendendo il sopravvento, cercano di comandare e molto spesso lo fanno con gesti violenti che sono dei veri e propri reati come quello di due giorni fa quando un albanese, spalleggiato da due connazionali, ha quasi ammazzato di botte un camerunense, salvato solo da un agente».
Il problema, secondo i sindacalisti è che, mentre prima il poliziotto era nella sezione che normalmente ospita dai 60 agli 80 detenuti, adesso, gli agenti controllano la sezione attraverso telecamere che per motivi di privacy riprendono solo il corridoio, quindi, non si sa cosa accade nelle celle se non quando una volta ogni ora passa la pattuglia. Ed è in questi momenti che, per gli agenti, possono verificarsi gli episodi peggiori. «Stanno otto ore ad oziare fuori dalla cella – dice Capece – alla fine ogni pretesto è buono per qualche angheria. E questo è talmente vero che i detenuti più deboli vorrebbero che si tornasse alla sorveglianza precedente, con l’agente in sezione”.
Inoltre, lamentano i rappresentanti del Sappe, “c’è l’ormai tristemente noto problema della carenza di organico”. A Capanne dovrebbero esserci 297 agenti invece ce ne sono solo 222 a cui vengono chiesti continui straordinari che molto spesso non vengono neanche pagati perché i budget finiscono. A nulla, spiega Capece, sono valse le richieste fatte ai vertici: con quei 93 milioni in tutta Italia destinati agli straordinari si potrebbero assumere tante persone. Ma la richiesta resta lettera morta.«Nella sezione femminile dovrebbero esserci 5 unità a turno – spiega il segretario regionale Bonino – invece a volte ce ne sono solo due. Adesso speriamo che tra i circa 800 assunti qualcuno ne arrivi anche qui. Perché in questo modo non è possibile andare avanti con i colleghi che oggi giorno rischiano grosso in queste situazioni”.