Il giorno dopo le elezioni: si scarica l’adrelina e ci si riprende pian piano dopo una lunga nottata passata ad attendere i dati, a chiamare i rappresentati di lista ai seggi, a spulciare preferenze e le percentuali, incollati al computer o con gli smartphone sempre in mano. I candidati oggi ricaricano le batterie, ripongono i santini ed i fac simile Oggi è il giorno dei conti…e della resa dei conti. Conti che non tornano mai, per nessuno! Ed ecco chi non ritrova il voto dei parenti, la preferenza assicurata dall’amico di una vita, e compare magari il ‘numero 0’ dove invece ne erano stati previsti un bel bottino. Il risultato personale è sempre al di sotto delle aspettative della vigilia. I cittadini vanno subito a spulciare i risultati del giorno dopo di chi ‘ci ha messo la faccia’ e con i rari complimenti, fioccano amare battute sarcastiche di chi si vedeva magari già in Consiglio comunale e invece non passerebbe nemmeno ad un’elezione di capo condomino. Candidati che si aspettavano cento voti e se ne ritrovano un terzo (quando va bene) e chi magari ritrova solo quelli della famiglia e poco più. E allora, gli accattivanti toni pre elettorali, si fanno duri se non addirittura minacciosi. E’ la classica delusione / frustrazione del candidato: una brutta malattia! Ma forse, è ancor peggio stare nei panni di quel parente o di quell’amico che uscendo dal seggio ha strizzato l’occhiolino al candidato stesso, magari dandogli anche una bella pacca d’incoraggiamento sulle spalle o inviandogli un messaggio per tranquillizzarlo. Il tutto, mentendo sapendo di mentire. Perchè alla fine dei conti, come si dice: ‘il tradito può essere un ingenuo, ma il traditore è sempre un vile’ e su questo il giudizio è assolutamente trasversale.