Altro che scuse. I 15,5 milioni di euro di disavanzo tecnico sono, secondo il sindaco Cardarelli e la sua squadra di tecnici, la fotografia del “disastro fatto da chi ci ha preceduto”. Lo afferma senza mezzi termini il primo cittadino, che si dice molto preoccupato per lo stato finanziario del comune che amministra da ormai quasi un anno. “Viviamo in una città che non è più certa di poter mantenere se stessa – le sue parole in conferenza stampa – costretta a chiedere aiuto gratis ai privati anche per gli interventi più sciocchi, come quello della riparazione dell’orologio di piazza del Mercato”.
“Il comune non riscuote” – A sostegno delle sue tesi, i numeri sciorinati dal dirigente finanziario Claudio Gori sull’esito del riaccertamento straordinario dei residui imposto dalle nuove regole contabili. Una situazione critica, impossibile da determinare con la precedente normativa stando alle parole del dirigente. “Il disavanzo tecnico ammonta a 15,5 milioni di euro – afferma Gori – ed è stata calcolata sulla base delle percentuali di mancata riscossione delle entrate (prima fra tutte l’Ici, ndr) negli ultimi cinque anni, pari per alcune voci addirittura al 63% dell’intero credito vantato. Ne deriva – prosegue Gori – che mentre i debiti devono essere pagati con certezza e in tempi celeri, le entrate che avrebbero dovuto coprirli sono state riscosse per meno della metà. Ecco perché è difficile per il comune onorare i pagamenti verso i fornitori visto che nel corso degli anni ha basato le proprie previsioni di bilancio su entrate di difficile esazione”.
5 mln per chiudere il previsionale – Entrate che – è questo il primo timore di Cardarelli – il comune potrebbe non recuperare affatto. Da qui la grande preoccupazione nell’approntare il bilancio previsionale 2015. Per chiudere la ‘partita’ mancano almeno 4,8 milioni di euro (1,8 di disavanzo ‘ordinario’, 1,5 della posta fissa del fondo di svalutazione crediti, 1 dovuto al taglio del fondo di solidarietà imposto dal governo centrale e 516mila come ‘prima rata’ del disavanzo tecnico), ma a questa cifra andranno presumibilmente sommati gli stanziamenti per il fondo rischi dei contenziosi aperti e per la perdita media delle società partecipate nell’ultimo triennio.
Tassa di soggiorno imprescindibile – “Ci aspetta un lavoro enorme di razionalizzazione della spesa – dichiara Cardarelli – che dovrà necessariamente partire da un potenziamento dell’ufficio imposte per recuperare il più possibile dei crediti che vantiamo”. Poi, un cenno alla tassa di soggiorno. “Mi fa piacere che almeno un’associazione di categoria (Confesercenti, leggi qui) abbia dichiarato pubblicamente di essere favorevole all’imposta. Abbiamo già detto che destineremo gli introiti al finanziamento di iniziative ed eventi che favoriscano il turismo. Solo con questo strumento potremo continuare ad essere competitivi”. Infine, una parziale rassicurazione ai cittadini: “quella di intervenire nuovamente sulle tasche degli spoletini inasprendo la leva fiscale è sarebbe la ‘ratio’ della disperazione, faremo di tutto per evitarlo”.
“Chi parla non conosce le cose” – La polemica con l’amministrazione Benedetti fa capolino a più riprese durante la conferenza stampa. “Qualcuno si prende il merito per aver cominciato a sistemare i conti, ma si dimentica che senza la denuncia di ‘Rinnovamento’ quel buco non sarebbe venuto a galla”, sottolinea il sindaco. E in suo ‘soccorso’ arriva l’assessore al bilancio Agnese Pula per ribadire come nella precedente legislatura “Il comune facesse ricorso quasi sistematicamente all’anticipazione di tesoreria e avesse predisposto un piano di copertura del disavanzo basato quasi per intero (4,2 milioni su 5,7) sulla vendita dell’azienda agraria di Giano, della quale però non aveva predisposto neanche una perizia”. “Sembra che ci si lascia andare a certe affermazioni non fosse a conoscenza del reale stato dei conti – prosegue l’assessore –, noi abbiamo immediatamente cercato di rateizzare il debito a medio-lungo periodo sfruttando la Cassa Depositi e Prestiti, grazie alla quale abbiamo anche abbassato all’uno per cento gli oneri finanziari”.
Il paragone che ‘condanna’ Spoleto – Quello che sostengono il sindaco e i suoi collaboratori è che non si possono mettere a paragone due sistemi di gestione contabile profondamente diversi tra di loro. E che, in ogni caso, il nuovo ‘buco’ sarebbe la pesantissima eredità dell’errata gestione contabile delle ultime amministrazioni. “Lo dimostra il fatto – sottolinea ancora Cardarelli – che una città come Perugia che ha cinque volte gli abitanti di Spoleto abbia un disavanzo di 30 milioni, appena il doppio rispetto a noi. Mentre Assisi, che ha solo 10mila abitanti in meno rispetto a Spoleto, ha appena un milione di buco”.
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