Buche E45 / La Perugia-Cesena sotto inchiesta / 22 Indagati - Tuttoggi.info

Buche E45 / La Perugia-Cesena sotto inchiesta / 22 Indagati

Sara Minciaroni

Buche E45 / La Perugia-Cesena sotto inchiesta / 22 Indagati

L'inchiesta parte da due esposti uno a firma del consigliere regionale dell'Umbria Gianluca Cirignoni
Gio, 04/12/2014 - 15:03

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Ventidue persone indagate per  “la superstrada della vergogna”. Così è meglio nota la E45 oggi sotto inchiesta delle Procure di Arezzo e Forlì per  i lavori di manutenzione, miglioramento e messa in sicurezza eseguiti fra il 2010 e il 2014 nel tracciato sui versanti toscano e romagnolo. 

Fra gli indagati a vario titolo, i titolari delle aziende, dirigenti e direttori dei lavori, accusati di  inadempimento di contratti di pubbliche forniture e per aver posto in pericolo la sicurezza dei trasporti.Del resto il soprannome della Perugia-Cesena, non viene a caso e risulta per le pessime condizioni dell’asfalto, per le buche gigantesche, per le gallerie, fra cui quella della Roccaccia, a suo tempo giudicata la peggiore di Europa.

Il tutto è partito da due esposti alla Procura, uno dei quali a firma del consigliere regionale dell’Umbria della Lega Nord Gianluca Cirignoni. Il rappresentante di Palazzo Cesaroni chiedeva indagini sugli interventi previsti per la E45, in particolare quelli sulla tratta San Giustino – Pieve Santo Stefano. Nella parte che attraversa la Valtiberina umbro toscana (da due anni l’intervento deve essere completato, con scarsi risultati secondo gli esposti). Cirignoni chiedeva che venisse fatta luce sull’avanzamento delle opere, a fronte del consistente intervento economico. Cirignoni, nel suo esposto in cui fa riferimento all’articolo 432 del codice penale, ovvero l’attentato alla sicurezza dei trasporti, che risale ad alcuni mesi fa, racconta, in particolare, un episodio che lo ha visto protagonista suo malgrado: “Il 14 ottobre 2013 stavo percorrendo la superstrada Orte/Ravenna (cosiddetta E45) in direzione sud. Sul viadotto compreso tra le entrate di Pieve Santo Stefano sud e Madonnuccia a causa di un malfunzionamento improvviso dell’impianto a gas, ero costretto a fermare l’autovettura lungo la corsia di marcia normale, nei pressi di un restringimento della carreggiata, dovuto alla presenza di cartelli di segnalazione di fondo stradale irregolare. Sceso, potei notare, dopo il cartello di interruzione, la presenza sulla corsia di marcia normale di una voragine senza fondo delle dimensioni di circa 50 centimetri per 50, inoltre osservando attraverso la voragine, si poteva vedere chiaramente l’armatura in ferro del fondo stradale e il terreno posto a circa 20 metri sotto”.  Sul tratto, sottolinea ancora l’esponente leghista nell’esposto, erano da poco conclusi dei lavori “per 19.997.316 euro”. “Chiedo  di verificare l’esistenza nell’ipotesi di specie dell’eventuale sussistenza di estremi di reato, procedendo con gli opportuni provvedimenti nei confronti di chi si ritenga responsabile”. Oggi Cirignoni si dichiara comprensibilmente soddisfatto per “questa inchiesta storica” e auspica: “che dopo questa indagine il futuro della E45  possa essere migliore,  e che la strada di vitale importanza per l’Umbria  diventi sicura e moderna, rimanendo pubblica e gratuita.  E magari affidata  ad un consorzio formato dalle Regioni che attraversa”. 

Ad oggi come  è stata disposta una consulenza tecnica che dovrà accertare, fra l’altro, se “il materiale cementato e stabilizzato fosse o meno conforme alle condizioni dettate dai contratti di fornitura” stipulati dalle aziende con l’Anas. L’indagine, che riguarda 23 contratti, per un importo complessivo di 15 milioni e mezzo di euro, nasce da una denuncia della Associazione dei familiari delle vittime della E 45. I carabinieri negli atti di indagine rilevano che le ditte in appalto non avrebbero adempiuto “agli obblighi indicati nei contratti di fornitura stipulati con l’Anas” e che “il materiale cementato e stabilizzato non è conforme alle condizioni dettate dai contratti di fornitura”.

Delle condizioni della superstrada si è occupata anche l’Asaps, la Associazione dei sostenitori e amici della Polizia stradale, che l’ha definita “un percorso di guerra” e l’ha descritta in questi termini: “Quella strada è così: semplicemente malmessa, con voragini sui viadotti, tunnel anneriti, aree di sosta impraticabili: ogni giorno molti veicoli riportano danni strutturali. La E45, che molte guide turistiche straniere la sconsigliano apertamente, è piena di trappole mortali”. 

Nella sola provincia di Forlì-Cesena le buche nel quinquennio 2010-2014 hanno provocato 153 danneggiamenti a veicoli in transito censiti dalle forze dell’ordine (ma molti di più sono coloro che, senza avvisare la polizia stradale, sono andati direttamente al primo gommista o carrozziere disponibile). In ben 19 casi ci sarebbero stati incidenti causati dalle buche stesse.

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