Beatificazione di madre Maria Luisa Prosperi. Sabato 10 novembre nella cattedrale di Spoleto - Tuttoggi.info

Beatificazione di madre Maria Luisa Prosperi. Sabato 10 novembre nella cattedrale di Spoleto

Redazione

Beatificazione di madre Maria Luisa Prosperi. Sabato 10 novembre nella cattedrale di Spoleto

Gio, 08/11/2012 - 11:17

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La Chiesa di Spoleto-Norcia si avvia verso la giornata di sabato 10 novembre quando alle ore 16.00, nella Basilica Cattedrale, il cardinale Angelo Amato, sdb, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, rappresentante del Papa, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica per la beatificazione della Serva di Dio Maria Luisa Prosperi, antica badessa del monastero di S. Lucia in Trevi (1799-1847).
Presenti Arcivescovi, Vescovi e Abati. Con il cardinal Angelo Amato e l’arcivescovo Renato Boccardo, oltre a numerosi sacerdoti, concelebreranno quindici tra Arcivescovi, Vescovi e Abati: mons. Gualtiero Bassetti arcivescovo di Perugia-Città della Pieve; mons. Giuseppe Chiaretti arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve; mons. Domenico Cancian vescovo di Città di Castello; mons. Mario Ceccobelli vescovo di Gubbio; mons. Pietro Bottaccioli vescovo emerito di Gubbio; mons. Gualtiero Sigismondi vescovo di Foligno; mons. Domenico Sorrentino arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino; mons. Gino Reali vescovo di Porto-Santa Rufina; mons. Antonio Buoncristiani arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino; mons. Fabio Bernardo d’Onorio arcivescovo di Gaeta; mons. Piergiacomo De Nicolò arcivescovo titolare di Martana, già Nunzio Apostolico; dom Notker Wolf abate primate del monaci benedettini confederati; dom Ennio Gargiulo abate di Farfa; dom Edmund Power abate di S. Paolo fuori le mura; dom Cipriani Carini abate di S. Pietro in Assisi. Presenti anche numerose delegazioni di benedettine provenienti da vari monastri italiani. Ci sarà anche madre Caterina Corona, Presidente della Federazione delle monache benedettine Umbro-Marchigiana. Diverse le autorità civili e militari che hanno confermato la presenza. All’interno della Cattedrale saranno sistemati anche i gonfaloni dei Comuni della Diocesi.
Prima beatificazione nella Cattedrale di Spoleto. Quella della Prosperi è la prima cerimonia di beatificazione che si tiene nell’antica cattedrale di S. Maria Assunta in Spoleto. Nella stessa chiesa, 780 anni prima – esattamente il 30 maggio 1232 – si tenne invece la cerimonia di canonizzazione di Antonio da Padova, presieduta da papa Gregorio IX. Da ricordare che negli ultimi ventiquattro anni, comunque, la Chiesa di Spoleto-Norcia ha esultato per altri “suoi figli” saliti agli onori degli altari con delle celebrazioni presiedute da Giovanni Paolo II nella Basilica Vaticana o in Piazza S. Pietro: don Pietro Bonilli, di S. Lorenzo di Trevi, fondatore delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto, beatificato il 24 aprile 1988; madre Maria Teresa Fasce, agostiniana del monastero di Cascia, beatificata il 12 ottobre 1997; il vescovo Antonino Fantosati, ofm, – nato a Trevi, missionario e poi Vescovo in Cina – canonizzato il 1° ottobre 2000. Benedetto XVI ha deciso di non presiedere personalmente i riti della beatificazione, rispondendo alla esigenza di sottolineare maggiormente nelle modalità celebrative la differenza sostanziale tra beatificazione (i beati possono essere venerati pubblicamente solo in determinati luoghi) e canonizzazione (costituisce l’introduzione del culto precettivo per il beato in tutta la Chiesa universale) e per coinvolgere più visibilmente le Chiese particolari nei riti della beatificazione dei rispettivi Servi di Dio. Il Papa ha, dunque, concesso la possibilità di celebrare le beatificazioni nella Diocesi dove il beato/a è nato/a o dove ha svolto il suo servizio. Generalmente è il Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi a presiedere, a nome del Papa, le cerimonie di beatificazione.
I riti della beatificazione. La beatificazione è il riconoscimento ufficiale che la Chiesa concede ad una persona che si trova in Paradiso, in stato di beatitudine, e che può intercedere per coloro che in preghiera vi ricorrono. Questa persona viene considerata un Beato (dal latino beatus che significa benedetto). Sabato prossimo nel Duomo di Spoleto il riconoscimento concesso alla Prosperi si svolgerà nelle modalità previste dalla Chiesa. Dopo i riti introduttivi della Messa, si comunica ai fedeli la richiesta che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia ha inoltrato al Papa per ascrivere al numero dei Beati la Venerabile Serva di Dio Maria Luisa Prosperi. Poi, il Postulatore della causa di beatificazione, l’avvocato Andrea Ambrosi, presenta alcuni cenni biografici della Serva di Dio. Il cardinale rappresentate del Papa darà, dunque, lettura della Lettera Apostolica con la quale Benedetto XVI concede che la Venerabile Serva di Dio Maria Luisa Prosperi sia chiamata Beata. Infine, mentre la corale della cattedrale esegue un canto adatto, si scopre l’immagine della nuova Beata e la miracolata (signora Carla Angeli) reca solennemente all’altare una reliquia della Prosperi. Prima della benedizione finale, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, insieme con la Badessa del monastero di S. Lucia in Trevi, rivolge un breve ringraziamento al Santo Padre Benedetto XVI e al cardinale Angelo Amato che lo rappresenta.
Messaggi dei Sindaci di Cascia e Trevi. «La beatificazione della Prosperi – afferma il sindaco di Cascia prof. Gino Emili, comune nel quale la Prosperi è nata – è per tutta la comunità che rappresento una notizia emozionante: è stata una donna che ha dedicato la sua vita alla difesa degli ultimi e che ha testimoniato con la sua intera esistenza il valore della solidarietà e dell’accoglienza. Le nuove generazioni – prosegue – dovrebbero seguirla come esempio, perché rappresenta, anche oggi, una faro nella lotta all’indifferenza e all’egoismo che purtroppo dilagano nella nostra società». «Madre Maria Luisa Prosperi – afferma invece il dott. Angelo Gallo Garrabba commissario prefettizio di Trevi, città dove la Prosperi è vissuta da monaca – ha lasciato a Trevi un vivido ricordo di santità e carità cristiana, di sollecitudine per gli ultimi, di devozione esemplare. La sua è una storia che s’iscrive pienamente nella grande tradizione del monachesimo europeo e tutta l’Umbria può esserne orgogliosa».

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