Luca Biribanti
Una giornata decisiva per le aree di crisi industriale a Terni: Ast, Sangemini e Sgl Carbon di Narni vivono momenti critici per i lavoratori che aspettano di conoscere il proprio futuro. Lo spettro dei licenziamenti e quello della chiusura degli stabilimenti sono molto più concreti di quello che Marx invocava sui cieli dell'Europa nel “Capitale”. Se l'Ast di Terni sembra aver raggiunto una soluzione quantomeno ragionevole, la Sangemini vive ancora nell'incertezza, mentre la Carbon rischia di chiudere davvero. Tre realtà che testimoniano quanto poco le istituzioni locali, comunque sempre in prima linea in difesa del territorio, e il governo siano in grado di trattare con le grandi forze economiche d'Europa, in particolare con la Germania che con Thyssen e Carbon ha dimostrato di poter decidere in tempi e condizioni economiche di unilateralità.
Più tranquilla, si fa per dire, la situazione delle acciaierie di ternane sulle quali è intervenuto da Bruxelles il presidente della Commissione Europea Antitrust, Joaquin Almunia, che ha confermato il passaggio degli stabilimenti da Outokumpu a Thyssen. Il colosso finlandese potrà così completare la fusione con Inoxum, ma a precise condizioni: Thyssen dovrà ritirare il suo esponente nel cda di Outokumpu, chiudere i canali creditizi tra le 2 multinazionali e vendere il 29,9% di quote di capitale del quale è in possesso. Insieme alle acciaierie Thyssen acquisirà anche il Tubificio e Vdm: manca l'ufficialità e la firma delle carte, ma Almunia ha dichiarato che il tutto avverrà in “tempi brevi e positivamente per tutte le parti”.
Brancola ancora nel buio invece la Sangemini: oggi è stata presentata sul tavolo del giudice fallimentare, Paola Vella, una nuova richiesta di concordato con la quale si spera di chiudere l'esasperante trattativa con il gruppo Norda. Per mercoledì è stato convocato dall'azienda un incontro con i sindacati per illustrare i dettagli della situazione che ora è nella mani del giudice che si dovrà esprimere sul fallimento. C'è attesa anche per capire quali saranno le mosse dell'imprenditore napoletano Francesco Agnello, che nella sua conferenza stampa aveva dichiarato guerra in tribunale qualora l'offerta di Norda non si fosse adeguata alla sua.
Tragica invece sembra la vicenda legata alla Sgl Carbon di Narni. Nella giornata di oggi c'è stato un vertice al Mise di Roma tra istituzioni, i sottosegretari Claudio De Vicenti e Giampietro Castano, e il managamente tedesco capeggiato da Klaus Unterharnscheidt, responsabile della linea ellettrodi-grafite. A quanto è stato possibile apprendere, i tedeschi avrebbero messo il veto a qualsiasi possibilità di trattare per mantenere aperti gli stabilimenti narnesi. Il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti ha invocato l'intervento diretto del presidente del consiglio, Enrico Letta, per cercare una soluzione positiva della vicenda. Ma ormai sembra davvero difficile che si possa arrivare a un lieto fine per i 110 lavoratori della Carbon , visto l'atteggiamento dei tedeschi che hanno garantito ai clienti italiani la stessa capacità produttiva, garantita dagli stabilimenti presenti all'estero.
Sul piede di guerra i sindacati, che di fronte al muro tedesco convocheranno nelle prossime ore gli operai in assemblea, per decidere come gestire il difficile momento. A quanto è dato sapere non sono escluse clamorose manifestazioni dei lavoratori.
©Riproduzione riservata