Sabato 7 maggio 2016 si inaugura con la mostra di Bruno Belloni, “La Storia dimenticata”, un nuovo spazio espositivo nel cuore del centro storico di Terni. L’Istituto Superiore di Cultura “Accademia Rousseau” in Piazza San Francesco 2 apre le sue porte per il primo evento di un progetto culturale che ambisce a costruire e realizzare momenti di collaborazione tra il mondo dell’arte in tutte le sue forme e quello del lavoro.
Il progetto promosso e voluto dall’Associazione Fram in collaborazione con Accademia Rousseau e CavourArt Associazione vuole costruire occasioni ed opportunità di confronto tra le diverse forme d’arte e il mondo del lavoro, dell’imprenditoria e dei servizi. Storicamente le collaborazioni tra le realtà lavoro e cultura si realizzano con i soggetti privati più illuminati a sostegno di singoli eventi artistici e culturali e raramente, come è nelle ambizioni di questo progetto, attraverso una programmazione a lunga scadenza in cui tutti i soggetti coinvolti sono chiamati ad un continuo scambio di energie, idee e professionalità.
L’obiettivo è quello della realizzazione di eventi culturali che siano strumenti di conoscenza del territorio e di promozione e valorizzazione anche in ambito internazionale delle sue attività produttive ed artistiche.
La mostra di Bruno Belloni, artista che usa per le sue opere la juta ha un legame col panorama delle grandi attività industriali attorno alle quali, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, è cresciuta l’intera città di Terni, lo Jutificio Centurini ha aperto la sua attività nel 1886 ed è vissuto tra, guerre e alti e bassi della produzione, fino alla chiusura nell’anno 1971. Nel periodo di più alta produzione i suoi capannoni hanno ospitato oltre 1500 operai, in gran parte donne.
Donne speciali, diventate leggendarie per la combattività e la straordinaria forza di fare gruppo ed essere solidali in una fabbrica dove si lavorava in durissime condizioni e si moriva senza grandi clamori. L’Arte. L’arte è tale quando ha la capacità di raccontare, nei modi e nelle forme che ogni artista sceglie, il proprio tempo. L’arte deve anche saper guardare lontano e dare vita a mondi che gli altri esseri umani non vedono. L’arte è perfetta quando oltre a raccontare il contemporaneo e dare corpo a cose mai viste da altri, è anche capace di tenere al caldo e custodita con rispetto la memoria storica delle vite e dei lavori che non ci sono più.
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Biografia Bruno Belloni Bruno Belloni – Nasce nel 1946 a Capitone di Narni (Tr) e in quella piccola frazione ha sempre vissuto e lavorato. Inizia a dipingere nel 1983 e nel 1986 è tra i 180 artisti che espongono ad Assisi per il movimento della Pace. Nel corso degli anni i suoi lavori subiscono numerose influenze frutto della continua voglia di sperimentare nuove tecniche e dell’uso di materiali diversi. Dal 2005 indirizza la sua ricerca sui sacchi di juta che raccoglie da decenni con passione da tutto il mondo con l’aiuto di amici ed estimatori del suo lavoro. I sacchi, spesso vecchi di decenni, pieni di scritti e di storie sostituiscono le anonime tele e da semplice supporto divengono parte stessa delle sue opere: in un rapporto di grande rispetto per le storie che portano impresse e stampate sulle loro trame Belloni interviene sui sacchi con la pittura e l’applicazione di materiali vari rigorosamente riciclati, legni, carte, plastiche. Nel suo laboratorio tiene come cose tra le più preziose alcuni dei sacchi non lavorati e lasciati al naturale sui quali non osa intervenire. Ha partecipato a numerose mostre personale e collettive e le suo opere sono presenti in diverse collezioni. Il suo lavoro è in continua evoluzione e quando possibile usa il patrimonio di sacchi raccolto negli anni per la realizzazione di performance e installazioni.