Ha suscitato grande clamore a Terni l'arresto del direttore di Confcommercio Leandro Porcacchia e di un suo collaboratore, Sergio Briganti, entrambi accusati di presunta estorsione ai danni di un ristoratore. Intanto trapelano le prime indiscrezioni circa l'inchiesta condotta dal pm Elisabetta Massini. Gli agenti della squadra mobile sono intervenuti intorno alle 14 di ieri (28-03 per chi legge ndr.) facendo una vera e propria irruzione negli uffici di Confcom per cogliere in flagranza di reato Porcacchia, sul quale era in corso un’indagine che durava ormai da 3 mesi. Decisiva la collaborazione del malcapitato ristoratore che dopo aver denunciato il fatto alla Polizia, ha fatto da “esca” partecipando agli incontri dotato di microfono per intercettare le conversazioni. Fino al momento della consegna della presunta tangente quando gli agenti hanno fatto scattare il bliz: sulla scrivania di Porcacchia è stata trovata una busta contenente 100mila euro (60mila in contanti, 40mila in assegni postdatati), ovvero la somma che l’imprenditore doveva versare per avere agevolazioni sulla compravendita di un locale, nell’immediata periferia della città, dove avrebbe voluto trasferire il suo ristorante.
Il ristoratore si sarebbe rivolto alla Confcommercio ternana per avere una consulenza sulla possibilità di acquistare un locale che gli consentisse di fare un buon investimento e aumentare i profitti dell'esercizio. Questo almeno quanto trapela. A Briganti il compito di individuare l'immobile che avrebbe fatto al caso dell'imprenditore, situato in un punto strategico, di intenso traffico e dunque perfetto per le esigenze di un'attività come quella della ristorazione.
Al momento della trattativa però i 2 avrebbero richiesto il pagamento di una somma pari a 100mila euro per agevolare le pratiche della compravendita che invece, secondo la tesi difensiva dei due arrestati, sarebbero serviti quale anticipo da dare al costruttore del locale.
Alla richiesta del ristoratore di poter trattare direttamente col costruttore i 2 avrebbero opposto un deciso 'no' pertanto l'uomo, che non avrebbe avuto al momento la disponibilità della somma richiesta, avrebbe coperto l'importo con i 60mila euro in contante e i 40mila in assegni postdatati. Tacciono i vertici di Confcommercio, mentre il legale di Porcacchia, l'avvocato Massimo Longarini, ribadisce ciò che aveva già detto al momento del fermo del suo assistito: “il direttore Porcacchia è estraneo a ogni addebito”.