Aggiornamento alle 16.30 – Il gip di Terni Federico Bona Galvagno ha revocato le misure interdittive nei confronti di Sandro Corsi (cooperativa Actl) e Carlo Andreucci (Alis) che erano state notificate nella giornata di martedì. La decisione è stata presa al termine dei due interrogatori di garanzia che si sono svolti nel pomeriggio e che hanno visto il pm favorevole alla richiesta di revoca presentata dai legali dei due indagati.
Corsi, ascoltato per quasi un’ora e mezza dal giudice, ha risposto puntualmente alle domande, “chiarendo come si è sviluppata la vicenda contestata” come ha spiegato l’avvocato Spoldi. Lo stesso è avvenuto per Andreucci, uscito poco fa dal tribunale, con Corsi (contento e commosso) ad aspettarlo all’esterno. “L’esito è il migliore che potevamo aspettarci” ha spiegato l’avvocato Massimo Proietti, difensore di Andreucci, dopo la revoca della misura interdittiva.
All’esito quindi di un’intensa giornata, sono state quindi in parte riviste le posizioni dei due rappresentanti del mondo cooperativo, che rimangono indagati ma senza più misure cautelari (al pari di numerose altre persone, 27 gli iscritti nel fascicolo). Rimangono invece ferme le decisioni del gip sui due membri di Giunta ascoltati oggi – il sindaco Leopoldo Di Girolamo e l’assessore Stefano Bucari – salvo la diversa misura cautelare applicata a quest’ultimo, come reso possibile dalla normativa. Per entrambi ora si attende il ricorso davanti al Tribunale della Libertà di Perugia. Al Riesame ricorreranno infatti sia il primo cittadino di Terni, per chiedere la revoca degli arresti domiciliari, che l’assessore Bucari, che aspira alla revoca dell’interdizione dalla carica decisa oggi dal gip in luogo dei domiciliari disposti due giorni fa.
Domani, invece, davanti al gip saranno ascoltati altri indagati nell’inchiesta giudiziaria che verte su diversi appalti del Comune di Terni.
Aggiornamento alle 15 – Il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo rimane agli arresti domiciliari per l’inchiesta relativa ad alcuni appalti del Comune. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari Federico Bona Galvagno, alle cui domande il primo cittadino ha risposto per quasi due ore. A questo punto la difesa, l’avvocato Attilio Biancifiori, presenterà istanza al Tribunale del Riesame per chiedere la revoca dei domiciliari.
Lo ha spiegato lo stesso legale: “La permanenza di questa misura cautelare nasce da una valutazione che noi riteniamo, a maggior ragione dopo questa udienza di oggi, non fondata su elementi di necessità o quant’altro. Per il sindaco, essendo la massima carica di nomina elettiva, non era applicabile purtroppo una misura interdittiva in luogo degli arresti domiciliari, perché il codice di procedura per gli uffici elettivi di investitura diretta lo esclude. L’alternativa era la revoca totale degli arresti domiciliari“. Il difensore ha quindi annunciato che ora contro l’ordinanza verrà presentata istanza al Riesame, parlando di un “provvedimento ingiusto, visto che è impossibile la reiterazione di comportamenti ritenuti, anche se si ritenessero valide le tesi della procura, illegittimi”.
Al gip la difesa ha consegnato alcuna documentazione, tra cui alcune delibere recenti della Giunta in merito agli appalti e la richiesta di parere fatta all’Anac. “Documenti che in sede di Riesame ci auguriamo trovino adeguato apprezzamento” ha evidenziato l’avvocato Biancifiori, che ha ribadito come al sindaco viene imputato un reato di tipo tecnico.
Soddisfatta, invece, la difesa di Stefano Bucari, che da oggi torna in libertà proprio per via dei cavilli di legge relativi alle cariche elettive. Essendo infatti l’assessore una carica di nomina sindacale e non elettiva, all’assessore può essere applicata una misura interdittiva (e quindi la sospensione dalla carica) e non è obbligatorio applicare gli arresti domiciliari come invece per il sindaco. “E’ andata bene, abbiamo evidenziato le nostre ragioni e credo che siano state almeno in parte comprese” ha commentato l’avvocato Roberto Spoldi.
Attualmente sono in corso gli interrogatori di Sandro Corsi e Carlo Andreucci, i rappresentanti delle cooperative Actl e Alis raggiunti da un’ordinanza che vieta loro l’esercizio dell’attività di impresa cooperativa.
Aggiornamento alle 13.16 – L’assessore Bucari torna libero. Lo ha deciso poco fa il gip dopo l’interrogatorio di garanzia, durato quasi due ore. I motivi, ha spiegato l’avvocato Roberto Spoldi, sono squisitamente tecnici. Per Bucari è però stata applicata l’interdittiva dalla carica. Il sindaco Di Girolamo rimane invece al momento agli arresti domiciliari.
Slittati al pomeriggio invece gli interrogatori Corsi e Andreucci.
Aggiornamento alle 11.30 – È durato quasi due ore l’interrogatorio del sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo davanti al gip. Il primo cittadino (la cui carica è stata ufficialmente sospesa ieri dalla prefettura) è uscito dal tribunale poco prima delle 11,30 salendo a bordo di un’auto senza rilasciare dichiarazioni, al pari del suo legale.
Un paio di minuti dopo in tribunale è arrivato anche Sandro Corsi (cooperativa Actl); il suo interrogatorio di garanzia slitterà però rispetto all’orario di convocazione: è infatti appena iniziato quello dell’assessore (anche lui sospeso dalla carica) Bucari.
E’ entrato nel palazzo di giustizia alle 9,30 in punto il sindaco Leopoldo Di Girolamo, per l’interrogatorio di garanzia dopo l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari che lo ha raggiunto nella giornata di martedì. Accompagnato dal suo avvocato, Biancifiori, il primo cittadino ha attraversato a piedi corso del Popolo per poi recarsi al terzo piano del tribunale, dove sono in programma questa mattina gli interrogatori di garanzia per le quattro persone raggiunte da misure cautelari o interdittive decise dal gip Federico Bona Galvagno.
>> Appaltopoli Terni, the day after | Carte, indagati e interrogatori
Alle 10.15 in tribunale è arrivato anche l’assessore Stefano Bucari, che verrà ascoltato dal gip non appena uscirà dall’aula al terzo piano il sindaco Di Girolamo. Alle 11,30 ed alle 12,30 sarà poi la volta di Sandro Corsi (coop Actl) e Carlo Andreucci (Alis), entrambi raggiunti da una misura interdittiva.