Venerdì 20 luglio sarà sciopero nazionale dei lavoratori delle aziende di servizi che operano in appalto per Ferrovie dello Stato (in Umbria prevalentemente pulizia delle officine, delle stazioni e smontaggio carrelli). A motivare la protesta, proclamata da Filt Cgil, Cisl Reti, Uiltrasporti, Ugl Trasporti e Fast, “l’affidamento dei lotti messi a gara con ribassi eccessivi, i cambi continui delle imprese alle quali vengono affidati i servizi, la mancata applicazione delle clausole sociali e occupazionali in palese violazione delle leggi e del contratto di lavoro, l’esaurimento degli ammortizzatori sociali introdotti dal dl 148/15”.
Tutto ciò, spiegano le organizzazioni dei lavoratori, determina, “in un settore già colpito negli anni da una crisi pesante, ulteriore effetti occupazionali negativi che potrebbero creare tensioni sociali nel paese”.
“In Umbria – spiegano Sandro Gentili e Ivano Bruschi della Filt Cgil regionale – i lavoratori di questo settore sono circa 90, suddivisi in 5 appalti, tutti oggi interessati da contratti di solidarietà e nei quali ovviamente la preoccupazione per possibili ripercussioni occupazionali è molto forte. Già da tempo denunciamo questa frammentazione degli appalti – continuano i due sindacalisti – che ancora di più in una regione piccola come la nostra non produce altro che difficoltà per le aziende che poi si traducono in esuberi. Per questo – concludono Gentili e Bruschi – oltre ad unirci alla mobilitazione nazionale nei confronti di Ferrovie dello Stato, chiediamo un intervento di carattere regionale per interrompere la pratica degli appalti al massimo ribasso scongiurando il rischio di esuberi e di abbassamento della qualità del servizio e rivolgiamo un appello ai parlamentari umbri, affinché portino all’attenzione del governo le istanze di questi lavoratori”.